Ti racconto | Lacci di Domenico Starnone


Titolo: Lacci
Autore: Domenico Starnone
Editore: Einaudi
pp. 138
€ 17,50


Il titolo di quest'opera è interessante. Lacci.
E' una parola che può avere diversi significati, a seconda di come la si usa, del contesto. Banalmente ci possiamo riferire ai lacci delle scarpe, come ci suggerisce la copertina. In senso lato con un laccio teniamo insieme due parti. Due cose. Due persone.  Domenico Starnone ce le racconta entrambi. Il laccio fisico con cui ci leghiamo le scarpe qualche volta può rimandare al laccio metafisico che lega due persone.
Questo romanzo è la storia di Aldo e Vanda, dei loro due figli, e del loro matrimonio vivisezionato pezzo dopo pezzo. 
Un'analisi intima, che porta Aldo a interrogarsi su tutte le sfaccettature del matrimonio, dell'amore dopo il matrimonio, dell'amore oltre al matrimonio. Le domande che si pone sono tante e le risposte non altrettante.
Perché darsi delle risposte a volte fa male, a volte darsi delle risposte porta solo a farsi altre domande.
Cosa lasciamo quando lasciamo una persona? Cosa accade quando il laccio, quel filo invisibile che lega due persone si sgretola come creta al sole? Lasciamo sicurezze, la famiglia, i figli, lasciamo la zona sicura per buttarci verso qualcosa (o qualcuno) completamente diverso. Meglio? Peggio? Non lo possiamo sapere. 
Aldo e Vanda sono due facce della stessa medaglia. Insieme e separati. 
Aldo si interroga, prova ad andare più in profondità, a chiedersi perché? Perché passiamo la vita a sentirci a pezzi e a provare a ricostruirci? Vanda nella sua disperazione folle quei pezzi li vede e prova in tutti i modi a tenerli uniti, pensando ai  figli, seguendo la gretta morale che le è consona. 
Ripercorrendo le elucubrazioni mentali delle tre voci (Aldo, Vanda, la figlia Anna), seguendo il filo dei loro pensieri si ha come una mappa interiore dell'essere umano. Perché sono realisti, sono umani nella loro forma più spoglia e cruda che ci sia. E la verità che ne emerge è la stessa che noi tutti tentiamo di nascondere, di camuffare, di negare a noi stessi. L'uomo è un animale egoista. Domenico Starnone ce lo dice chiaro e tondo, ce lo mostra attraverso i pensieri intricati, attraverso le azioni conscie e inconscie.
"Non si era innamorata di me ma degli effetti del suo calore sulla mia stessa persona" 
Fino a che punto siamo egoisti? Fino a che punto siamo disposti a sacrificare la nostra libertà? 
Aldo è egoista nell'innamoramento, nel pretendere una libertà che forse non gli appartiene (o quantomeno non come vorrebbe).
Vanda è egoista nel volere suo marito accanto, non tanto per amore, quanto per dignità. Perché da sola non riesce a tirare avanti la baracca. Non vuole quell'uomo, Aldo, vuole un uomo.
Starnone ha una prosa scorrevole ,arguta, sagace. Divide l'opera in tre parti, una messa in scena tragicomica sul matrimonio in tre atti. Ti trascina nel vortice di riflessioni e ti porta a pensare che certe volte i lacci uniscono, intrecciano le cose quanto le persone, ma forse, se si stringe troppo, si finisce per soffocare. 

Gli unici lacci che per i nostri genitori hanno contato qualcosa sono quelli con cui si sono torturati reciprocamente per tutta la vita. 

Commenti

  1. Un libro che, proprio per il titolo evocativo, m'ispira sin dalla sua pubblicazione. Forse per me non è il momento più adatto per leggerlo, però resta saldo nella sua posizione in wl.

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    1. L'ho preso istintivamente in biblioteca, se ti capita prova, è una lettura interessante :)

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  2. Ciao Viola, grazie di essere passata da me e di esserti iscritta, ricambio molto volentieri :)
    Non conoscevo questo libro, ma la tua recensione mi ha colpito.. Sembra una lettura particolare che credo non mi lascerò sfuggire..Ho segnato il titolo e ci farò sicuramente un pensierino!
    A presto!

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  3. Faccio la posta a questo libro da quando uscì, la tua recensione mi ha solo fatto ancor di più salire la voglia di leggerlo...appena mi libero di questo esame volo a comprarlo :)

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