Raccontare l'adolescenza: “Nascondersi” di Jaime Fountaine
“Quello che da queste parti chiamano “Caccia all’uomo” non è altro che nascondino a squadre, rubabandiera senza una bandiera”
"Abbiamo passato abbastanza tempo insieme da dimenticarmi qual è il mio posto. Non faccio davvero parte delle cose, sono solo nei paraggi."
L’adolescenza è senz’altro un periodo difficile da raccontare, prima di tutto perché un periodo difficile da vivere. Jaime Fountaine, attraverso gli occhi di una protagonista senza nome, va a scandagliare proprio questo senso di straniamento e solitudine che si fonde alla malinconica necessità di assecondare gli altri, modificando la nostra personalità per essere integrati.
“Avere delle amicizie richiede fingere tantissimo. Fingere che ti piacciano tutte le stupidaggini che piacciono alla gente. Fingere che ti importino cose come sport o brutta musica o stupidi programmi televisivi. Fingere che abbia senso vestirsi come tutti e comportarsi come tutti, quando non mi sento come nessun altro nel mondo intero.”
Per questo nascondersi sembra la soluzione più semplice - un po' come mimetizzarsi nel branco - eppure allo stesso tempo tutto quello che desideri è essere parte di un qualcosa di più grande, in una perpetua lotta interiore tra il celarsi e il mostrarsi, avvicinarsi e allo stesso tempo schermirsi agli occhi degli altri – soprattutto a quelli dei maschi.
“Jason si era trasferito qui tre anni fa, quando avevamo tipo dieci anni, e i maschi facevano ancora un po’ schifo. Cioè, fanno ancora schifo. È solo che dovremmo farceli piacere."
Tutti i protagonisti, dalla madre all’inquietante maniaco che si aggira di soppiatto nel quartiere, vivono in questo limbo, divisi tra il desiderio di nascondersi e la smodata volontà di essere visibili e occupare uno spazio nel mondo.Anche e, forse, soprattutto, il rapporto con la madre e i suoi sedicenti fidanzati è un vero e proprio enigma da risolvere per riuscire a trovare un equilibrio tra l’essere figlia e fare da madre alla propria madre. Un meccanismo complesso che va a intersecarsi in un insieme di elementi sensibili, dalle prime esperienze con i ragazzi ad una nuova consapevolezza del proprio corpo, che rappresenta una vera e propria presa di coscienza di una nuova forma in continuo mutamento. Il corpo è un veicolo di cui la protagonista sembra aver perso il controllo; all’esterno è un involucro volto ad attirare le attenzioni dei maschi, all’interno un elemento dalle potenzialità sconosciute in continuo mutamento.
“Ora il corpo non è mio. Appartiene a tutti gli altri, e a nessuno piace così com’è.”
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