tag:blogger.com,1999:blog-45454823109714741782024-03-13T23:45:40.352-07:00Quasi AdattaA dare il giusto peso ai sentimentiViolahttp://www.blogger.com/profile/11573134882296016341noreply@blogger.comBlogger26125tag:blogger.com,1999:blog-4545482310971474178.post-44289904589136917202024-02-01T07:17:00.000-08:002024-02-22T07:21:52.528-08:00 5 libri per piccoli da (ri)leggere da grandi<p>Due cose amo nella vita: i libri per ragazzi e le liste. L'amore per i libri per ragazzi, in realtà, esiste fin da sempre. Quelle per le liste, invece, è frutto di una compulsione ben più adulta, plasmata da anni di sventurata carriera nel marketing. Ma questo è un altro discorso. </p><p>Sono stata una piccola lettrice vorace, con gioia e rammarico dei miei genitori. Gioia per la visione di me, piccola mente brillante (quando mai), che almeno aveva scelto un passatempo più nobile che mi avrebbe sicuramente tenuta lontano dai bassifondi poco raccomandabili finendo inevitabilmente nel tunnel della droga. Rammarico quando hanno capito che, probabilmente, la droga sarebbe stata un passatempo meno dispendioso. E forse anche più remunerativo. Ma di nuovo, questo è un altro discorso.</p><p>Negli scaffali delle mia memoria letteraria, ci sono alcuni libri per bambini/ragazzi che continuano a occupare un posticino speciale, esercitando il loro incantesimo, anche se sono ormai cresciutella. Ecco la mia personalissima (e incompletissima, sicuramente) lista di 5 libri per bambini da (ri)leggere da adulti.</p><h3 style="text-align: left;"><b>1. "Bandiera" di Mario Lodi</b></h3><p></p><div class="separator" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgBGvf0Lr2z9cCME7jR_xQKoSp76k73xc1-sPGRfSQmCY_MCD62EqrOl-XeUdp0WYBur_C6YYJWt1vyV4lodq0iUIlLH7GP92IxAmVb_qefdr2Rd4M2XEj6VDcR-CVO06mKumV4io9cLOtMMyOubGzzMZD092ZOLrMKLoUsPpL_7rpDV-Yf_4SF_-bUJmk" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="702" data-original-width="500" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgBGvf0Lr2z9cCME7jR_xQKoSp76k73xc1-sPGRfSQmCY_MCD62EqrOl-XeUdp0WYBur_C6YYJWt1vyV4lodq0iUIlLH7GP92IxAmVb_qefdr2Rd4M2XEj6VDcR-CVO06mKumV4io9cLOtMMyOubGzzMZD092ZOLrMKLoUsPpL_7rpDV-Yf_4SF_-bUJmk=w143-h200" width="143" /></a></div><br />Mario Lodi, maestro e scrittore, ha creato un capolavoro senza tempo con "Bandiera". Questo libro non è solo una raccolta di racconti, ma una lezione di vita raccontata con maestria. L'opera di Lodi esplora temi profondi attraverso storie semplici, offrendo riflessioni sulla solidarietà, la libertà e la giustizia. Una lettura che da bambini ci ha insegnato a sognare, e da adulti ci fa riflettere sulla forza della gentilezza.<p></p><p><br /></p><p><br /></p><h3 style="text-align: left;"><div class="separator" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEh5Tsc_L4Cb-eoGui1UDPPULZAu8K8AuuOU7wvz_XS0rUO5BvwDo-0GiCq-1Lu4p9DCSoMTDS8ES1POYYyUEUeqVEb6hRTCfrY9R281_GWH8okhHqTPYFmWq4Pkbd6hWHtLFxPc-y_C5CJBN5l5NefnDOornCEQ4qrdWd7RyJIcYL0T8KLqZW_2AvRQ6F0" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="801" data-original-width="536" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEh5Tsc_L4Cb-eoGui1UDPPULZAu8K8AuuOU7wvz_XS0rUO5BvwDo-0GiCq-1Lu4p9DCSoMTDS8ES1POYYyUEUeqVEb6hRTCfrY9R281_GWH8okhHqTPYFmWq4Pkbd6hWHtLFxPc-y_C5CJBN5l5NefnDOornCEQ4qrdWd7RyJIcYL0T8KLqZW_2AvRQ6F0=w134-h200" width="134" /></a></div>2. "Sette Minuti dopo la Mezzanotte" di Patrick Ness<br /></h3><p>Un libro avvincente che sfida i confini tra realtà e fantasia, "Sette Minuti dopo la Mezzanotte" di Patrick Ness affronta il dolore e la crescita con una prosa potente. La storia segue Conor, un ragazzo alle prese con il cancro di sua madre e l'apparizione di un mostro dalla sua finestra. Ness trasmette emozioni universali con una scrittura toccante, facendoci riflettere sulla forza interiore e la paura che ci accompagna nella vita.</p><p><br /></p><h3 style="text-align: left;"><div class="separator" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiWHxM2hWSvXKRXWaUU7ixW5mGutoCqv_NPh0_wfsq35jLrZ0qMu_3d0k1rx_J49LRIU0nN9gtXKlCdHTQM2JNJhg20bJYlZE1x-qDDQc8uR4oqMqNihzIJ43T2rwCRXhfBMsAGFHWZVH5kDgm5763wfydtaTiXxaP3fHVj7oGKB65yD6jwJ2oOUXRJFn4" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="445" data-original-width="297" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiWHxM2hWSvXKRXWaUU7ixW5mGutoCqv_NPh0_wfsq35jLrZ0qMu_3d0k1rx_J49LRIU0nN9gtXKlCdHTQM2JNJhg20bJYlZE1x-qDDQc8uR4oqMqNihzIJ43T2rwCRXhfBMsAGFHWZVH5kDgm5763wfydtaTiXxaP3fHVj7oGKB65yD6jwJ2oOUXRJFn4=w133-h200" width="133" /></a></div><br />3. "Ascolta il mio cuore" di Bianca Pitzorno</h3><p>Il classico di Bianca Pitzorno, "Ascolta il mio cuore", ci guida attraverso la vita di una bambina non vedente, impartendo lezioni di resilienza e determinazione. L'autrice regala al lettore una prospettiva unica sulla diversità e l'importanza della comprensione reciproca. Una storia che ci ha affascinato da piccoli e che, da adulti, ci spinge a riconsiderare il nostro modo di percepire il mondo.</p><p><br /></p><h3 style="text-align: left;">4. "C'è Nessuno?" di Jostein Gaarder<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjQWRB_Aoo_VhIGURXlVCAErJ4dIzzSbX-BvajpiUOkUjljzUb6QNdXYifSMVvvmmx6YGlRDZwbzjg7KdjJbQgv0eWw-AKF12FEvmGa_NwdWurBH2OUDRJd2z5yFsHXIotUoAq-hCaStu4V4uZB7POFYwOZusM5SVPYujqfAIpmJrdfIAtkhiqMTdU2Z1Q" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img alt="" data-original-height="425" data-original-width="283" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjQWRB_Aoo_VhIGURXlVCAErJ4dIzzSbX-BvajpiUOkUjljzUb6QNdXYifSMVvvmmx6YGlRDZwbzjg7KdjJbQgv0eWw-AKF12FEvmGa_NwdWurBH2OUDRJd2z5yFsHXIotUoAq-hCaStu4V4uZB7POFYwOZusM5SVPYujqfAIpmJrdfIAtkhiqMTdU2Z1Q=w133-h200" width="133" /></a></div><br /></h3><p>Jostein Gaarder, famoso per "Il Mondo di Sofia", ci sorprende con "C'è Nessuno?", un libro pensato per i giovani lettori. Attraverso il viaggio fantastico di Hans Thomas, il libro ci invita a esplorare il significato della vita e dell'amore. Una lettura che ci ha incantato in gioventù, ora ci invita a rivisitare le domande fondamentali della vita con occhi più maturi.</p><p><br /></p><h3 style="text-align: left;">5. "Il Cerchio Magico" di Susanna Tamaro</h3><p></p><div class="separator" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhh58us0FGjSUSqrupVxjpC6ahBQRWEybVWWcjd31VA_eDz_d1HRJTeP2-Szm2HPMFwfRQfjyIiWB-ntt6SvpOCGXZ8vi50vvHycYYze6x-aELhUPTBM3RMT6yuwJUnFGy28cGS6o1PC8mLVacbYW-9E_d_hjiNf1n_FYIAKknkRKTnWAwZhqW0j3CGUis" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="1000" data-original-width="643" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhh58us0FGjSUSqrupVxjpC6ahBQRWEybVWWcjd31VA_eDz_d1HRJTeP2-Szm2HPMFwfRQfjyIiWB-ntt6SvpOCGXZ8vi50vvHycYYze6x-aELhUPTBM3RMT6yuwJUnFGy28cGS6o1PC8mLVacbYW-9E_d_hjiNf1n_FYIAKknkRKTnWAwZhqW0j3CGUis=w128-h200" width="128" /></a></div><br />Susanna Tamaro, autrice di successi come "Va' dove ti porta il cuore", ci regala "Il Cerchio Magico". Questo libro, con la sua scrittura dolce e avvincente, ci trasporta in un mondo incantato, dove la magia e l'amicizia sono le forze dominanti. Una lettura che, da bambini, ci ha introdotto a mondi fantastici, e da adulti ci permette di ritrovare la magia nelle semplici gioie della vita quotidiana.<p></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p>In conclusione, questi 5 libri per bambini sono un invito a riscoprire la bellezza intramontabile della letteratura infantile. (Re)immergersi in queste opere è come ritornare in un vecchio amico, eppure ogni pagina offre nuove prospettive e riflessioni. Da piccoli ci hanno regalato sogni, da adulti ci offrono saggezza. E, probabilmente, qualche lacrima in più.</p>Violahttp://www.blogger.com/profile/11573134882296016341noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4545482310971474178.post-33414649922016736752024-01-11T03:25:00.000-08:002024-02-22T07:54:52.404-08:00Raccontare l'adolescenza: “Nascondersi” di Jaime Fountaine<blockquote><span face="poppins-semibold, poppins, sans-serif" style="background-color: white; color: #0f0e0e; font-size: 22px; text-align: justify; white-space: pre-wrap;"></span><blockquote><span face="poppins-semibold, poppins, sans-serif" style="background-color: white; color: #0f0e0e; font-size: 22px; text-align: justify; white-space: pre-wrap;">“Quello che da queste parti chiamano “Caccia all’uomo” non è altro che nascondino a squadre, rubabandiera senza una bandiera”</span></blockquote></blockquote><p><span style="font-size: medium;"><span style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border: 0px; box-sizing: inherit; color: #0f0e0e; font-family: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: 700; line-height: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi5Itk65Urtn0p3nlk-SWmx2AR2QZ60g5ZiV2wyVDyjt1lX6gGEchKaW4kZreGGxls296SBqxWNYZzJbZu4vM_HDJVN-kI0SPig0tUHa6ypJprFxjpVLmLZDCx4CvVggw34_IhRW9U9J7kGYa-JcY6YtZ6Y-J2UhK2woMAVHwpIYrZSNLMMZ5PRQMGC" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" data-original-height="799" data-original-width="450" height="604" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi5Itk65Urtn0p3nlk-SWmx2AR2QZ60g5ZiV2wyVDyjt1lX6gGEchKaW4kZreGGxls296SBqxWNYZzJbZu4vM_HDJVN-kI0SPig0tUHa6ypJprFxjpVLmLZDCx4CvVggw34_IhRW9U9J7kGYa-JcY6YtZ6Y-J2UhK2woMAVHwpIYrZSNLMMZ5PRQMGC=w360-h604" width="360" /></a></span></div><span style="font-size: medium;"><br /><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: times;">Nascondersi<span style="color: #0f0e0e; font-style: inherit; font-variant-caps: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-weight: inherit; text-align: justify; white-space: pre-wrap;">, romanzo dell’autrice </span><span style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border: 0px; box-sizing: inherit; color: #0f0e0e; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: 700; line-height: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Jaime Fountaine</span><span style="color: #0f0e0e; font-style: inherit; font-variant-caps: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-weight: inherit; text-align: justify; white-space: pre-wrap;"> edito in Italia da </span><a class="_3Bkfb _1lsz7" data-hook="linkViewer" href="https://www.pidgin.it/prodotto/nascondersi/" rel="noopener noreferrer" style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border: 0px; box-sizing: inherit; cursor: pointer; font-family: var(--ricos-custom-link-font-family,unset); font-style: var(--ricos-custom-link-font-style,unset); font-variant-caps: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-weight: var(--ricos-custom-link-font-weight,unset); line-height: var(--ricos-custom-link-line-height,unset); margin: 0px; min-height: var(--ricos-custom-link-min-height,unset); outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; text-decoration-line: none; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;" target="_blank"><span style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border: 0px; box-sizing: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: 700; line-height: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><u class="_3zM-5" style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border: 0px; box-sizing: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Pidgin Edizioni</u></span></a><span style="color: #0f0e0e; font-style: inherit; font-variant-caps: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-weight: inherit; text-align: justify; white-space: pre-wrap;">, è un salto carpiato all’indietro nel mondo dell’adolescenza. Nel mio caso è bene specificare all’indietro, proprio perché l’adolescenza è ormai un ricordo sbiadito lontano nel tempo, sebbene le emozioni e le sensazioni tipiche di quel periodo restino, inspiegabilmente, ben chiare e delineate nella mia mente (</span><em style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border: 0px; box-sizing: inherit; color: #0f0e0e; font-stretch: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">così come nella vostra, sono sicura)</em><span style="color: #0f0e0e; font-style: inherit; font-variant-caps: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-weight: inherit; text-align: justify; white-space: pre-wrap;">. Abbiamo vissuto tutti, chi più chi meno, quell’angoscioso senso di inadeguatezza che solo il periodo dell'adolescenza può darti, in cui sprofondare in un baratro oscuro ed eclissarsi nell’oblio più profondo sembra l’unica strategia di sopravvivenza. Un quadro abbastanza melodrammatico, come l’adolescenza dopo tutto. Basti pensare che già al tempo il mio nickname era </span><em style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border: 0px; box-sizing: inherit; color: #0f0e0e; font-stretch: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">‘quasi adatta’</em><span style="color: #0f0e0e; font-style: inherit; font-variant-caps: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-weight: inherit; text-align: justify; white-space: pre-wrap;">, che in effetti la dice lunga sulla mia attitudine alla vita ma mi sembra anche un portentoso messaggio di speranza,</span><em style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border: 0px; box-sizing: inherit; color: #0f0e0e; font-stretch: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> se ce l’ho fatta io, c’è speranza per tutti.</em><span style="font-style: inherit; font-variant-caps: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-weight: inherit; text-align: justify;">Difatti, Jaime Fountaine, autrice americana di cui sappiamo ben poco, sembra invece sapere benissimo come funziona l’adolescenza e soprattutto come funziona la mente di un’adolescente. Il titolo originale dell’opera, </span><span style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border: 0px; box-sizing: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: 700; line-height: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Manhunt</span><span style="font-style: inherit; font-variant-caps: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-weight: inherit; text-align: justify;">, sapientemente tradotto in italiano con </span><span style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border: 0px; box-sizing: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: 700; line-height: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">Nascondersi, </span><span style="font-style: inherit; font-variant-caps: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-weight: inherit; text-align: justify;">ci</span><span style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border: 0px; box-sizing: inherit; font-stretch: inherit; font-style: inherit; font-variant: inherit; font-weight: 700; line-height: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;"> </span><span style="font-style: inherit; font-variant-caps: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-weight: inherit; text-align: justify;">fa già capire che parliamo di quel periodo della vita che passiamo, appunto, a nasconderci. E non solo durante le partite a nascondino, come la protagonista del romanzo. Con il senno di poi, infatti, realizziamo che la maggior parte del tempo la passiamo a nasconderci da noi stessi. Ma del senno di poi è pieno le fosse, come diceva un saggio, e star dietro a quel vortice perpetuo di sensazioni nuove in cui stare a galla non è un affare da poco. E di certo nella vita non puoi aspettare che qualcuno sbuchi dal nulla con un salvifico “</span><em style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; border: 0px; box-sizing: inherit; font-stretch: inherit; font-variant: inherit; font-weight: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;">piomba libera tutti!”.</em></span></div></span><p></p><div style="text-align: justify;"><span style="font-style: inherit; font-variant-caps: inherit; font-variant-ligatures: inherit; font-weight: inherit;"><span style="font-family: times; font-size: medium;">In questo romanzo siamo nella periferia americana, immersa in una rovente calura estiva e un’adolescente abile nel barcamenarsi tra una madre assente, il lavoro da babysitter e le prime esperienze con i ragazzi, cerca in ogni modo di dare alla sua adolescenza una parvenza di normalità. Ed è proprio quel senso di normalità che costituisce un’arma a doppio taglio, capace di farti sentire al sicuro, parte integrante di un ingranaggio ben consolidato e allo stesso tempo inutile, totalmente insignificante agli occhi degli altri, senza un posto o uno scopo nel mondo.</span></span></div><p><span face="poppins-semibold, poppins, sans-serif" style="background-color: white; color: #0f0e0e; font-size: 22px; text-align: justify; white-space: pre-wrap;"></span></p><blockquote><span face="poppins-semibold, poppins, sans-serif" style="background-color: white; color: #0f0e0e; font-size: 22px; text-align: justify; white-space: pre-wrap;"></span><blockquote><span face="poppins-semibold, poppins, sans-serif" style="background-color: white; color: #0f0e0e; font-size: 22px; text-align: justify; white-space: pre-wrap;">"Abbiamo passato abbastanza tempo insieme da dimenticarmi qual è il mio posto. Non faccio davvero parte delle cose, sono solo nei paraggi."</span></blockquote></blockquote><p><span style="font-family: times; font-size: medium;"><span style="background-color: white; color: #0f0e0e; text-align: justify; white-space: pre-wrap;">L’adolescenza è senz’altro un periodo difficile da raccontare, prima di tutto perché un periodo difficile da vivere. Jaime Fountaine, attraverso gli occhi di una protagonista senza nome, va a scandagliare proprio questo senso di straniamento e solitudine che si fonde alla malinconica necessità di assecondare</span><em style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background: rgb(255, 255, 255); border: 0px; box-sizing: inherit; color: #0f0e0e; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"> </em><span style="background-color: white; color: #0f0e0e; text-align: justify; white-space: pre-wrap;">gli altri, modificando la nostra personalità per essere integrati. </span> </span></p><p></p><p style="text-align: justify;"><span face="poppins-semibold, poppins, sans-serif" style="background-color: white; color: #0f0e0e; font-size: 22px; white-space: pre-wrap;"></span></p><blockquote><p style="text-align: justify;"><span face="poppins-semibold, poppins, sans-serif" style="background-color: white; color: #0f0e0e; font-size: 22px; white-space: pre-wrap;">“Avere delle amicizie richiede fingere tantissimo. Fingere che ti piacciano tutte le stupidaggini che piacciono alla gente. Fingere che ti importino cose come sport o brutta musica o stupidi programmi televisivi. Fingere che abbia senso vestirsi come tutti e comportarsi come tutti, quando non mi sento come nessun altro nel mondo intero.”</span><span style="text-align: left;"> </span></p></blockquote><p style="text-align: left;"><span style="font-family: times; font-size: medium;"><span style="background-color: white; color: #0f0e0e; text-align: justify; white-space: pre-wrap;">Per questo nascondersi sembra la soluzione più semplice - un po' come mimetizzarsi nel branco - eppure allo stesso tempo tutto quello che desideri è essere parte di </span><em style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background: rgb(255, 255, 255); border: 0px; box-sizing: inherit; color: #0f0e0e; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">un qualcosa</em><span style="background-color: white; color: #0f0e0e; text-align: justify; white-space: pre-wrap;"> di più grande, in una perpetua lotta interiore tra il celarsi e il mostrarsi, avvicinarsi e allo stesso tempo schermirsi agli occhi degli altri – soprattutto a quelli dei maschi.</span></span></p><p><span face="poppins-semibold, poppins, sans-serif" style="background-color: white; color: #0f0e0e; font-size: 22px; text-align: justify; white-space: pre-wrap;"></span></p><blockquote><blockquote><span style="font-size: large;">“Jason si era trasferito qui tre anni fa, quando avevamo tipo dieci anni, e i maschi facevano ancora un po’ schifo. Cioè, fanno ancora schifo. È solo che dovremmo farceli piacere."</span></blockquote></blockquote><p></p><p class="mm8Nw _1j-51 iWv3d _1FoOD _78FBa b+iTF iWv3d public-DraftStyleDefault-block-depth0 fixed-tab-size public-DraftStyleDefault-text-ltr" id="viewer-eo1a6" style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background: rgb(255, 255, 255); border: 0px; box-sizing: inherit; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: 1.5; margin: 0px; min-height: var(--ricos-custom-p-min-height,unset); outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;"></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p style="text-align: left;"><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr" style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background: transparent; border: 0px; box-sizing: inherit; direction: ltr; display: block; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="color: #0f0e0e; font-size: medium;"><span style="font-family: times; white-space: pre-wrap;">Tutti i protagonisti, dalla madre all’inquietante maniaco che si aggira di soppiatto nel quartiere, vivono in questo limbo, divisi tra il desiderio di nascondersi e la smodata volontà di essere visibili e occupare uno spazio nel mondo.</span></span></span><span class="_2PHJq public-DraftStyleDefault-ltr" style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background: transparent; border: 0px; box-sizing: inherit; direction: ltr; display: block; font-stretch: inherit; font-variant-east-asian: inherit; font-variant-numeric: inherit; line-height: inherit; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-align: justify; vertical-align: baseline;"><span style="color: #0f0e0e; font-size: medium;"><span style="font-family: times; white-space: pre-wrap;">Anche e, forse, soprattutto, il rapporto con la madre e i suoi sedicenti fidanzati è un vero e proprio enigma da risolvere per riuscire a trovare un equilibrio tra l’essere figlia e fare da madre alla propria madre. Un meccanismo complesso che va a intersecarsi in un insieme di elementi sensibili, dalle prime esperienze con i ragazzi ad una nuova consapevolezza del proprio corpo, che rappresenta una vera e propria presa di coscienza di una nuova forma in continuo mutamento. Il corpo è un veicolo di cui la protagonista sembra aver perso il controllo; all’esterno è un involucro volto ad attirare le attenzioni dei maschi, all’interno un elemento dalle potenzialità sconosciute in continuo mutamento. </span></span></span></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p></p><p style="color: #0f0e0e; font-family: georgia, palatino, "book antiqua", "palatino linotype", serif; white-space: pre-wrap;"><span face="poppins-semibold, poppins, sans-serif" style="font-size: 22px;"></span></p><blockquote><blockquote><span style="font-size: large;">“Ora il corpo non è mio. Appartiene a tutti gli altri, e a nessuno piace così com’è.”</span></blockquote></blockquote><p></p><p></p><div data-hook="rcv-block11" style="-webkit-tap-highlight-color: rgba(0, 0, 0, 0); background: rgb(255, 255, 255); border: 0px; box-sizing: inherit; color: #0f0e0e; font-family: georgia, palatino, "book antiqua", "palatino linotype", serif; font-size: 16px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;" type="paragraph"></div><p></p>Violahttp://www.blogger.com/profile/11573134882296016341noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4545482310971474178.post-46082146283327501952017-07-27T22:07:00.001-07:002022-05-18T02:11:49.723-07:00Liebster Award 2017<div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTgx1Q7QJdtTn02vMa5hwsCSveslIHbMUbMa3bsbX57Z7JpOqxgKafFCd6OMlUmOYx8GAT6iwQm5WvaN3rTl7T5k0FXMs1mFaAV5Xun-7wPzQstjajPo8ptJGvX8MPK-cpiJD3sbjR5os/s1600/LiebsterAward.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="290" data-original-width="320" height="289" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTgx1Q7QJdtTn02vMa5hwsCSveslIHbMUbMa3bsbX57Z7JpOqxgKafFCd6OMlUmOYx8GAT6iwQm5WvaN3rTl7T5k0FXMs1mFaAV5Xun-7wPzQstjajPo8ptJGvX8MPK-cpiJD3sbjR5os/s320/LiebsterAward.png" width="320"></a></div>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Con immenso e clamoroso ritardo arrivo anche io. Sono stata nominata - stile Grande Fratello 2002 - in questo simpaticissimo e prestigiosissimo premio (tutto così issimo che sono prossima al Nobel) non da una, non da due non da tre, non da quattro bensì da cinque personcine carine, Julia di <a href="http://tantononimporta.blogspot.sg/">Tanto non importa,</a> Mami di <a href="http://mamitrailibri.blogspot.sg/">Mami tra i libri</a>, Mariarca di<a href="http://laletteraturadieva.blogspot.sg/"> La letteratura di Eva</a>, Lucia di <a href="http://rukiasnelmondodeilibri.blogspot.sg/">Rukias nel mondo dei libri</a> e Silvia di<a href="http://feliceconunlibro.blogspot.sg/"> Felice con un libro</a> . Ci quattro semplici regole da rispettare, così semplici che sicuramente farò casino come al solito, ma è tutto nella norma. Dunque, le regole sono:</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">1. Ringraziare chi ti ha premiato e rispondere alle undici domande che ti sono state poste.</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">2. Premiare altri undici blogger che abbiano meno di 200 followers e che ritenete meritevoli.</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">3. Comunicare la premiazione nelle bacheche dei "vincitori".</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">4. Proporre a vostra volta undici domande.</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ovviamente ringrazio tantissimo tutte le ragazze che mi hanno nominato. La parte migliore dell'avere un blog è proprio condividere un pezzetto del proprio mondo con altre persone o, come nel mio caso, anche solo blaterare a caso ed avere comunque persone che si prendono la briga di leggere quello che scrivi. Tra l'altro tutte le ragazze che mi hanno nominato hanno dei blog super interessanti che seguo sempre con estremo piacere, quindi sono doppiamente contenta. Bene, visto che siamo solo al primo punto e io ho già sproloquiato a sufficienza direi di proseguire. Ora, io vorrei rispondere a tutte le domande anche se mi rendo conto che verrà un post ipermegagiga galattico, però ci tengo comunque a farlo quindi vi autorizzo a skippare senza pudore, vi do una pacca sulla spalla e vi capisco. </span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br></span></div>
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<span style="color: #a64d79; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Le domande di Julia:</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>1. Raccontaci un tuo ricordo d'infanzia bello o divertente.</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ok, ce ne sarebbero tipo millemila ma ho scelto un ricordo buffo/imbarazzante. Presente no quei ricordi imbarazzanti che fanno ridere tutti a crepapelle e che i tuoi familiari non perdono occasione di rinfacciarti, anche di fronte ad estranei? Ecco, quello. Avrò avuto 7/8 anni ed ero in vacanza in montagna con i miei genitori e i miei zii. Eravamo a mangiare in una baita quand'ecco che un'ape o una bestia simile, punge mio fratello sul braccio. Mio fratello che era - ed è tutt'ora - la regina del melodramma comincia ad urlare "portatemi al pronto soccorsooo voglio andare all'ospedaleee" (roba che centodiciootto-chiamate il centodiciotto levati). Al che io, sorella premurosa, esordisco con un "Fermi tutti. Prima mangiamo il dolce, poi andiamo all'ospedale" Ecco, i miei mi prendono ancora in giro e io tutt'ora non capisco assolutamente cosa avessi detto di male. Avevo solo ben chiare le mie priorità. </span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>2. Parliamo di look. Ne hai mai avuti di bizzarri, osceni o quanto meno imbarazzanti? Tutti abbiamo avuto tagli di capelli o scelte stilistiche, almeno in fase adolescenziale, di cui vergognarci profondamente. Abbi coraggio e svelaci i tuoi! </b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Stiamo scherzando vero? Sono la regina dei look trash. La verità è che a quindici/sedici anni ero uno strano ibrido tra una punk, una metallara e una scappata di casa. Indossavo solo magliette di gruppi dai loghi improponibili, la mia preferita restava comunque quella degli Iron Maiden che, per rendere ancora più trash di quanto già non fosse, avevo tagliato e bucherellato. Per non parlare dei capelli. Il mio colore naturale è un banalissimo castano chiaro tendente al biondo, che ovviamente non era abbastanza trash per i miei standard. Negli anni li ho tinti di rosso, viola, blu, castano scuro, nero e biondo platino. Adesso, finalmente aggiungerei, sono tornati del mio colore naturale e sto solo aspettando che cadano dopo tutti i maltrattamenti subiti. </span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>3. Hai mai fatto sport? Oppure suonato qualche strumento musicale? Se sì, a che livello? Raccontaci le tue esperienze, oppure, se non l'hai mai fatto, quale sport avresti voluto praticare/strumento musicale suonare?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ho giocato a pallavolo per diversi anni poi ho smesso ma ho comunque continuato a giocare fino all'anno scorso, a livello amatoriale. Credo sia l'unico sport che abbia veramente amato e con il senno di poi mi dispiace aver smesso di giocare a livello agonistico, anche se era effettivamente molto impegnativo. Per quanto riguarda gli strumenti no, non so suonare una ciufola di niente. Quando avevo 13/14 anni mio fratello aveva una band con alcuni amici (ma facevano cagare) e mi sarebbe piaciuto imparare a suonare la chitarra o il basso (ma facevo cagare)</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>4. Sì sa, i social e gli smartphone hanno devastato il cervello un po' di tutti. Quale social o app ti ha creato maggiore dipendenza?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Probabilmente facebook e instagram, mi scoccia ammetterlo ma in parte è così. </span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>5. Quale personaggio, ahimè passato ormai a miglior vita, ti sarebbe piaciuto incontrare? Perché?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Difficile questa! Fabrizio de André e Salinger. Sono i primi che mi sono venuti in mente. Per dirgli grazie e ubriacarmi col loro tutta la notte.</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>6. Se soffrissi di personalità multipla, che caratteristiche potrebbero avere i tuoi alter ego?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Mi immagino una cosa stile diavoletto e angioletto sulle spalle che mi indicano la giusta cosa da fare. Della serie "che faccio lo mangio un altro po' di gelato?"</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Angioletto: No dai, in realtà non lo vuoi veramente.</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Diavoletto: SIII DAMMI QUELLA VASCHETTA PRENDI IL CUCCHIAIO GRANDE</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Che poi, non è molto lontano dalla realtà.</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>7. Una persona famosa - in qualsiasi campo - che stimi molto. Parlaci di lui/lei e del perché la/lo ammiri.</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Questa è difficile! Ce ne sono così tante che non so dove andare a parare. Ti rispondo come ti avrebbe risposto la me di 10 anni (che non è poi così diversa dalla me di adesso), cioè Bianca Pitzorno. Da piccola desideravo essere come lei o di essere adottata da lei perché per me rappresentava una mistica figura di riferimento a cui aspirare.</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>8. Una cosa del tutto superflua che compreresti se avessi soldi da buttare dalla finestra.</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Il mio lato materialista grida vestiti, trucchi, scarpe, borse. In questo ordine. A mia discolpa devo dire che la prima cosa che ho pensato è stata "tonnellate di libri!" o "biglietti aerei!" però hai detto superflua, quindi. </span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>9. Hai la possibilità di avere una casa in qualunque posto tu voglia. Dove vai ad abitare e con chi?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Non so rispondere a questa domanda, perché attualmente vivo a Singapore e se me l'avessero detto qualche anno fa avrei riso fino alle lacrime. Se c'è una cosa che ho capito è che non conta il posto se c'è la persona giusta. </span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>10. Un alimento o bevanda del quale non potresti mai, per nessun motivo, fare a meno.</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Non esiste un cibo o una bevanda di cui non posso proprio assolutamente per nessun motivo al mondo farne a meno. Diciamo che per necessità ho dovuto abbandonare i miei cibi preferiti e mi sono adattata piuttosto bene. Posso dirti però che il cibo toscano in generale mi manca tantissimo e ora come ora sarei pronta a donare un rene per un piatto di tordelli col sugo. O le lasagne di mia mamma. O i maccheroni al ragù di mia nonna. Sì, insomma, ci siamo capiti.</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>11. Cos'è che ti fa ridere fino alle lacrime?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">I film demenziali anni '90 (Austin Power, Una pallottola spuntata, Frankenstein Junior). Ho un umorismo sottile come un baobab, mi rendo conto. </span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><br></b></span></div>
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<span style="color: #351c75; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Le domande di Mami:</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">1<b>. In quale città nel mondo ti piacerebbe vivere e perché?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Dublino. Strano, visto che è l'esatto opposto di dove vivo adesso. E' una città bellissima che mi è rimasta nel cuore (come tutta l'Irlanda, del resto). In realtà sono piuttosto aperta a diverse possibilità, vedremo dove andrò a finire (molto fatalista oggi)</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>2. C'è una storia che ti piacerebbe leggere ma non è ancora stata scritta? </b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Probabilmente è già stata scritta e ancora non l'ho letta. O magari la scriverò io. </span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">3. <b>Il tuo classico preferito?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Il giovane Holden e il Grande Gatsby. </span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>4. Una canzone che sembra essere stata scritta apposta per te?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Una qualsiasi dei Led Zeppelin e sto. Ah e ovviamente Quasi Adatti dei Tre Allegri Ragazzi Morti che da il nome al mio blog.</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>5. Leggi solo in italiano o anche in lingua straniera? Quale?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Leggo in italiano (ma dai, giura) e in inglese. </span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>6. Qual è il tuo dolce preferito?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Pere e cioccolato. O la sacher. O la cheescake. Vabbè insomma, basta che sia un dolce.</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>7. Ti piace la poesia? Se sì, chi è il tuo poeta preferito?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Mi piace molto la poesia. Montale è uno degli autori che preferisco, ma mi piace anche leggere la poesia contemporanea (soprattutto autori italiani)</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>8. Se dovessi svegliarti e trovarti a essere per un giorno nei panni di un qualsiasi autore a tua scelta, chi saresti e perché?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Quanto sono banale se rispondo Ammaniti? </span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>9. Un colore che ami e un colore che odi.</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Oddio questa mi coglie impreparata. Non ci sono colori che odio, mentre mi è sempre piaciuto il giallo. Però ecco, alla fine mi vesto sempre di nero, come parabola della mia vita. </span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>10. Cosa sognavi di diventare da bambina?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ho attraversato diverse fasi. Veterinaria, maestra, pallavolista, scrittrice. Ancora sto cercando di capirlo eh. </span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>11. Qual è un film che ti ricorda la tua infanzia?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Tutti quei film trashissimi anni '90. Flubber, Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi, tutti quei film che davano su Disney Channel. Che probabilmente guardavo solo io nel mondo.</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><br></b></span></div>
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<span style="color: #0b5394; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Le domande di Mariarca </b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>1.</b> <b>Quando ha avuto inizio la tua passione per la letteratura?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Non saprei identificare un momento preciso. Comunque direi alle elementari. In prima elementare la maestra Maria ci faceva scegliere tra i libri della scuola e credo abbia contribuito a rendermi la lettrice compulsiva che sono oggi.</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>2. Hai mai letto un libro che abbia suscitato in te ribrezzo?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Non so se ribrezzo è inteso in questo senso, ma qualche anno fa ho letto il libro più trash nella storia dei libri trash (che Matteo Fumagalli levati). Ti porto via con me di Kristen Proby, una specie di young adult soft porno e il ribrezzo è scaturito in me pensando che quell'abominio è pensato per ragazzini di tredici/quattordici anni. </span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>3. Qual è il tuo autore preferito?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Niccolò Ammaniti e Salinger</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>4. Cosa provi quando osservi la tua libreria?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Molta malinconia. No, ok il fatto è che qua non ho una libreria. Solo una pila sbilenca sul comodino. Se penso alla mia libreria in Italia, invece, mi viene in mente il caos più totale, perché non c'è nessun tipo di ordine se non "infila i libri dove entrano totalmente a caso senza una qualsiasi logica". </span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>5. Sottolinei le frasi che ti colpiscono di più in un libro che stai leggendo?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Sì, mi capita spesso. Per un periodo me le segnavo anche su un quadernino, ma poi la mia incredibile pigrizia (leggi: completa mancanza di costanza) mi ha fatto desistere.</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>6. Trascrivi le citazioni da qualche parte? </b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ecco, appunto. Ci ho provato ma sono totalmente pigra. </span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>7. Hai delle particolari abitudini da lettore?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">No, nessuna in particolare. Che pessima lettrice, mamma mia. In generale però mi piace leggere con calma, non so se mi spiego. Cioè in momenti in cui so di avere tutto il tempo che voglio per rilassarmi e leggere con attenzione. Non mi piace leggere di fretta o in ambienti in cui mi distraggo troppo.</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>8. Che genere di romanzi coinvolge maggiormente la tua anima di lettore?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Romanzi di formazione e saghe familiari. </span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>9. Personaggio maschile che ammiri di più?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Personaggio letterario? In ogni caso, rispostona superprevedibile, Holden Caulfield del Giovane Holden.</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>10. Cosa cerchi in un nuovo libro?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Spunti di riflessione e una storia che mi coinvolga totalmente, uno di quei libri che quando lo finisci ti sembra di aver perso un amico.</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>11. Quale libro consiglieresti sempre?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ti prendo e ti porto via di Ammaniti, Superwoobinda di Aldo Nove, Norwegian Wood e Kafka sulla Spiaggia di Murakami, Il Giovane Holden e Frannie e Zoe di Salinger (AH, dovevo dirne uno?)</span></div>
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<span style="color: #38761d; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><br></b></span></div>
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<span style="color: #38761d; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Le domande di Lucia</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>1. Qual è il tuo gelato preferito?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Pistacchio e nocciola tutta la vita.</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>2. Sei mai stato/a all'estero? Se sì, dove?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Questa me la gioco facile, visto che ci vivo all'estero. Attualmente vivo a Singapore, sono stata in Thailandia, nelle Filippine e ho altre mete in programma a breve. In Europa sono stata solo in Francia, Irlanda, Londra e Barcellona (per ora, s'intende).</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>3. Un libro che hai in libreria da moltissimo ma che non riesci a leggere per vari motivi.</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Sono tanti, purtroppo (nella mia libreria italiana, ovviamente). Uno su tutti è il Petalo Cremisi e il Bianco di Faber, comprato una moltitudine imprecisata di anni fa e mai aperto (diciamo che la mole mattonesca non aiuta)</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>4. Ti piace la tua libreria? (libera interpretazione)</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ripeto ancora una volta... Quale libreria? Un giorno quando sarò ricca (??) e potrò spendere tutti i miei soldi in libri e librerie (??) avrò una stanza gigantesca solo per i libri. </span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>5. Utilizzi goodreads?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Sì e cerco di aggiornarlo costantemente. Lo utilizzo molto per leggere le recensioni di libri che vorrei leggere, ma senza prendere per oro colato quello che leggo, ovviamente.</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>6. Hai mai preferito un film al libro? Se sì, quale?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">La serie tv di tredici vale? Molto meglio del libro, secondo me. Lo so, l'avrò detto mille volte quindi mi taccio.</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>7. Hai mai pianto in pubblico per un libro?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Sicuramente sì, sono una pippa per queste cose, se poi capita il libro giusto nel momento sbagliato è la fine. L'ultima volta di cui ho memoria è stata con Stanza letto armadio specchio di Emma Donoghue, ero in biblioteca e ho pianto come una scema senza neanche controllare se qualcuno mi stesse guardando. </span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>8. Credi che la lettura sia principalmente per donne?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Interessante domanda. Ci sarebbe da parlarne in modo più approfondito. Comunque, no per me non è così.</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>9. Sei felice del tuo blog?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Abbastanza, sì. Vorrei essere più costante nella pubblicazione dei post, invece finisce sempre che ho diecimila cose da fare e capacità organizzativa zero. </span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>10. Qualche volta hai pensato di scomparire da tutti i social silenziosamente?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ho pensato più di una volta di cancellarmi da Facebook. A volte vedo o leggo di quelle cose che preferirei cavarmi gli occhi con un cacciavite. Però ecco, vivendo lontana da casa, dalla mia famiglia e dagli amici, alla fine i social sono utili per accorciare le distanze, in qualche modo. </span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>11. Sei mai riuscito a far appassionare qualcuno alla lettura?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Sì ma non volutamente e questa credo sia la cosa più bella. Trasmettere le proprie emozioni e la propria passione per i libri tanto da contagiare chi ti sta intorno è forse la soddisfazione più grande per un lettore (c'è anche la possibilità che l'altra persona, stremata dal sentirti blaterare, decida di leggere il libro per tapparti la bocca e non sentirti più, comunque da non sottovalutare)</span></div>
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<span style="color: #990000; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><br></b></span></div>
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<span style="color: #990000; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Le domande di Silvia:</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>1. Devi scegliere un solo libro da portare con te. Qual è?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Se dico il kindle vale? No eh? Comunque in questo momento direi Ti prendo e ti porto via di Ammaniti. </span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>2. Cosa ne pensi della lettura in digitale?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Che grazie al cielo esiste il mio E-reader. Leggo molto in digitale e credo sia un ottimo modo per risparmiare soldi, tempo e spazio. </span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>3. Il libro più divertente che hai letto?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Mi cogli alla sprovvista, forse non leggo libri particolarmente divertenti. I libri di Roald Dahl, probabilmente. </span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>4. Cosa ne pensi delle biblioteche? Ne fai uso?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">In Italia decisamente sì, tantissimo. Ci ho anche lavorato in Biblioteca quindi sì, tonnellate di libri in prestito per me. Ora che vivo all'estero utilizzo comunque la biblioteca digitale, prendendo in prestito gli ebook (cioè che figata eh?).</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>5. Preferisci leggere classici o narrativa contemporanea?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Assolutamente entrambi. Vado a momenti, dipende da cosa ho voglia di leggere.</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>6. Un libro che pensi possa piacere a chiunque.</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Oddio queste domande mi mettono sempre in crisi. In generale direi la letteratura per ragazzi o le graphic novel. Un qualsiasi libro o racconto di Roald Dahl o una graphic novel di Zerocalcare. </span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>7. Ti piace cambiare o preferisci leggere libri dello stesso genere letterario?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Mi piace variare, ma non me lo impongo. Leggo molto di "pancia", nel senso che leggo ciò che mi va in quel momento.</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>8. Un libro che non ti è piaciuto.</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Per fortuna non capita spesso, perché di solito non leggo un libro totalmente alla cieca. L'ultimo romanzo che ho letto e che non mi ha fatto impazzire è Maestra di Lisa Hilton </span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>9. Perché hai deciso di aprire un blog?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Perché mi piace scrivere e blaterare per ore di libri e non potevo di certo continuare a tormentare le persone che mi stanno intorno (ah quindi tormenti noi, direte voi. E c'avete ragione)</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>10. Ti sei mai pentita di averlo fatto?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">No, per ora nessuno mi ha ancora supplicato di chiudere questa bettola e farla finita di sproloquiare a caso, mi pare già un'ottima conquista.</span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>11. Ami fare liste con i libri da leggere? O scegli via via?</b></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ogni tanto ci ho provato a fare delle liste ma non è mai stata una grande idea. Sono troppo rebel e non seguo nemmeno quello che mi auto impongo. </span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ok, giuro che ho finito con le domande. So che è venuto fuori un post ipermega immenso ma fa niente. </span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Un pacca sulla spalla e un buffetto sulla guancia se siete arrivati fino in fondo o anche solo se avete letto un terzo di tutte le baggianate che ho scritto.</span></div>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br></span>
<div>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Adesso dovrei nominare altri 11 blog, il problema è che praticamente tutto il globo ha già fatto questo post quindi facciamo così. Nominerò alcuni blog che seguo e mi piacciono un saccherrimo, anche se sono già state nominate e han già fatto il post. Così, giusto perché sono proprio ribelle dentro (no, anche perché mi fa davvero piacere nominare blog che seguo e che ritengo iper validi, a parte le ragazze che mi hanno già nominato ovviamente)</span><br>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">C<a href="https://capitolozeroblog.blogspot.sg/">apitolo zero</a></span><br>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="https://virginiaeillabirinto.blogspot.sg/">Virginia</a><a href="https://virginiaeillabirinto.blogspot.sg/"> e il labirinto</a></span><br>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://steliderba.blogspot.sg/">Steli d'erba</a></span><br>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><a href="http://changeschances.blogspot.sg/">Changes. Chances</a></span><br>
<br>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Adesso dovrei anche propinarvi 11 domande, immagino. Ma ancora una volta faccio la super ribelle e visto che ho nominato solo 4 blog, vi infliggerò solo 6 domande. (Così, totalmente a caso). </span><br>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">1. Parliamo di musica. <span style="background-color: white; color: #19330c; text-align: justify;">G</span><span style="background-color: white; text-align: justify;">enere/gruppo/cantante preferito.</span></span><br>
<span style="background-color: white; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">2. C'è un libro, una serie tv o un film a cui, se potessi, cambieresti il finale?</span></span><br>
<span style="background-color: white; text-align: justify;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">3. Come hai scelto il nome del tuo blog? Ha un significato particolare?</span></span><br>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="background-color: white; text-align: justify;">4. </span>Hai un libro linus? (un libro che ogni tanto senti il bisogno di rileggere?)</span><br>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">5. Ridiamoci su. Racconta una figuraccia.</span><br>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">6. Ti piace il posto in cui vivi? Vorresti vivere da un'altra parte?</span><br>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br></span>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ok, il post più lungo nella storia dei post lunghi si conclude qua. Tra l'altro approfitto di questo post per annunciare, come le vere vip blogger, che finalmente anche io andrò in vacanza per una settimana (grande gioia e gaudio alla corte), quindi se sarò desaparecidos per qualche giorno è tutto nella norma. </span></div>
Violahttp://www.blogger.com/profile/11573134882296016341noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-4545482310971474178.post-67225672200914556262017-07-06T21:57:00.002-07:002022-05-18T02:04:53.186-07:00Uomini e Topi di John Steinbeck<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwU-r6m82hYnRRz8Fej7_Jat7hpZQ2On5l5tDlFvaRhVRIKjxvNBcrG0XidUBbkA4cZn-RdJ4cAqOYaGFY5b35jA1EZVUS6E0MBmKPEbiAqwqpzrkOCFpQf2xxH3IPmCgREiPpzCb5msQ/s1600/uomini.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1080" data-original-width="771" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwU-r6m82hYnRRz8Fej7_Jat7hpZQ2On5l5tDlFvaRhVRIKjxvNBcrG0XidUBbkA4cZn-RdJ4cAqOYaGFY5b35jA1EZVUS6E0MBmKPEbiAqwqpzrkOCFpQf2xxH3IPmCgREiPpzCb5msQ/s200/uomini.jpeg" width="142" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
E' possibile che romanzi brevi abbiano la potenza di sovrastare il più ciccione dei romanzi da oltre mille pagine? Ebbene, <b>Steinbeck</b> ce lo mostra con una disinvoltura imbarazzante. Probabilmente non avrà bisogno delle mie presentazioni considerando la fama che lo precede. <b>Uomini e Topi </b>è un libricino di appena cento pagine, tanto che potremmo tranquillamente definirlo un racconto lungo. Protagonisti, due lavoratori stagionali e inseparabili, George Milton e Lennie Small, un gigante con il cuore e la mente di un bambino, che il destino e la malizia degli uomini sospingono verso una fine straziante. </div>
<div style="text-align: justify;">
Lo scenario è un ranch in California, nel periodo appena successivo alla <b>Crisi del 29</b>. George e Lennie stanno per iniziare un nuovo lavoro, mettere da parte qualche dollaro e comprarsi finalmente una piccola fattoria tutto per loro dove allevare conigli, che sono la grande passione di Lennie. Mentre George è ben consapevole che sia solo una mera illusione priva di qualsiasi contatto con la realtà, Lennie si lascia cullare da questa dolce utopia paradisiaca. Nonostante la trama sia piuttosto semplice e venga sviluppata in appena cento pagine, Steinbeck riesce a impregnarla di tutto il realismo, il sentimento e l'intensità possibile. Il titolo Uomini e Topi deriva dal verso di una poesia del poeta scozzese <b>Robert Burns</b> ed è un'interessante chiave di lettura per comprendere la tragicità e la miseria della vicenda che coinvolge Lennie e George.<span style="color: #444444;"> </span>I nostri due protagonisti, seppur così diversi, condividono lo stesso destino. Il senso di solitudine e abbandono è così palpabile e concreto per la <i>gente come loro</i> che sembra non esserci un'alternativa, il fato sembra già aver preso una decisione per loro. </div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
"Gente come noi, che lavora nei ranches, è la gente più abbandonata del mondo. Non hanno famiglia. Non sono di nessun paese. Arrivano nel ranch e raccolgono una paga, poi vanno in città e gettano via la paga, e l’indomani sono già in cammino alla ricerca di lavoro e d’un altro ranch. Non hanno niente da pensare per l’indomani." </blockquote>
<div style="text-align: justify;">
Tutta l'ambientazione messa su da Steinbeck è vana, pervasa da questo senso di vacuità morale. Non c'è speranza, non c'è provvidenza, non c'è umanità. I piani degli uomini sono egoisti, inclini alle più abiette e sordide pulsioni sensoriali. <i>Gli uomini</i> di Uomini e Topi sono corrotti dalla cupidigia, dal <b>razzismo</b>, dalla <b>voluttà dei sens</b>i. Tale è l'empietà dell'essere umano da riuscire a corrompere anche l'animo più ingenuo. Infatti il destino di Lennie, l'unico personaggio puramente genuino, sarà segnato dall'aridità dell'animo umano. </div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
Ma topolino, non sei il solo, / A comprovar che la previdenza può esser vana: / I migliori piani dei topi e degli uomini, / Van spesso di traverso, / E non ci lascian che dolore e pena, / Invece della gioia promessa! </blockquote>
<div style="text-align: justify;">
Steinbeck ci trasmette tutto il senso di<b> straniamento</b> non solo dell'essere umano ma di un'intera società, offuscata dal <b>Sogno Americano</b> e intrisa di speranze e illusioni aleatorie. L'uomo deve lottare, come in una sorta di lotta al più forte, sgomitando tra sofferenza e desiderio della terra promessa. </div>
Violahttp://www.blogger.com/profile/11573134882296016341noreply@blogger.com22tag:blogger.com,1999:blog-4545482310971474178.post-56817498061035832802017-06-27T20:54:00.002-07:002022-05-18T02:05:35.449-07:00Exit West di Mohsin Hamid<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMP95vJr88jsJZBRixzHc2GJaiU_a7AYgUmwSrjhu1QlpEAkCPTGYMQ4pR5HJ5uPvxeXcXVUM08KdSSv0T4QT58KY76rLG5gtzbUCB2KDx0Ac1ATr822oxNvivS4VYIhapK99l9II9sp8/s1600/978880623388MED.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="221" data-original-width="140" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMP95vJr88jsJZBRixzHc2GJaiU_a7AYgUmwSrjhu1QlpEAkCPTGYMQ4pR5HJ5uPvxeXcXVUM08KdSSv0T4QT58KY76rLG5gtzbUCB2KDx0Ac1ATr822oxNvivS4VYIhapK99l9II9sp8/s1600/978880623388MED.jpg" /></a></div>
<b>Exit West</b>, edito da <b><a href="http://www.einaudi.it/libri/libro/mohsin-hamid/exit-west/978880623388">Einaudi</a></b> e uscito appena un paio di mesi fa, è l'ultima opera di <b>Mohsin Hamid</b>, scrittore di origine pakistane che ha vissuto a lungo in America e a Londra. E' assai conosciuto anche in Italia, dove i suoi libri hanno avuto un grande successo, tra cui <i>Il Fondamentalista riluttante</i>, finalista al<b> Booker Prize</b> nel 2012.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nel momento in cui ho finito di leggere questo libro mi è presa subito la smania di parlarne, ma al tempo stesso mi sono resa conto che non è proprio facilissimo parlare di questo romanzo. Non perché la trama sia particolarmente intricata o lo stile dell'autore sia ostico ma semplicemente perché è un romanzo estremamente attuale e si sa che quando si parla di questioni così "vive" c'è sempre il rischio di impelagarsi in qualche discussione (spesso infondata) o peggio scadere nel banale. In realtà il taglio di questo romanzo è tutt'altro che banale e tocca sagacemente diversi punti della nostra contemporaneità con estrema disinvoltura e consapevolezza.</div>
<div style="text-align: justify;">
«<i>In una città traboccante di rifugiati ma ancora perlopiù in pace, o almeno non del tutto in guerra, un giovane uomo incontrò una giovane donna in un'aula scolastica e non le parlò</i>", così si apre il romanzo. Siamo in una città di cui non conosciamo il nome, <b>Nadia e Saeed </b>si conoscono e cercano di tenere in vita il loro amore giovane e fragile mentre la guerra civile divora strade, case, persone. L'unica salvezza sono le<b> porte </b>di cui si ipotizza l'esistenza. Si dice infatti che esistano porte misteriose che conducono dall'altra parte del mondo, verso una nuova speranza. </div>
<div style="text-align: justify;">
Sicuramente la trama richiama molti aspetti della contemporaneità, a partire dalla società in cui vivono Nadia e Saeed. Nonostante non si faccia mai accenno a nomi né vengano fornite precise coordinate geografiche, possiamo facilmente intuire che si parli del Medio Oriente. Così come è estremamente contemporanea la presenza tecnologica: i cellulari, gli <b>smartphone</b> e <b>social network</b> costituiscono una preziosa fonte (in certi casi anche l'unica) di collegamento e comunicazione tra due parti del mondo così distanti tra loro. </div>
<div style="text-align: justify;">
In realtà questo romanzo è molto più letterario di quanto si possa pensare; la storia si sviluppa intorno a Nadia e Saeed, due personalità estremamente diverse ma unite da un forte sentimento, che sia passione o amore fraterno. Il punto è che sono due ragazzi normali, in tutte le loro particolarità. Saeed ha la barba ma non prega come dovrebbe, Nadia porta la tunica ma in testa mette il casco da motocicletta, non l’<i>hijab</i>. La loro condizione di viaggiatori nello spazio e nel tempo li metterà anche nella condizione di scoprirsi l'uno l'altro e comprendere a fondo chi sono, cosa vogliono e qual è la strada da percorrere. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il taglio veramente metaforico e più interessante di questo romanzo sta nell'affiancare e amalgamare alla perfezione elementi fantastici a elementi così reali e concreti. Nel descrivere la situazione politica in cui si trova il paese di Nadia e Saeed, infatti, non si fa riferimento a una precisa connotazione politica che possa in qualche modo richiamare la nostra realtà, sebbene emerga una situazione critica che fa pensare alle guerre civili che sconvolgono i paesi del Medio Oriente quotidianamente. Invece l'elemento chiave, del tutto fantastico, sono queste porte magiche che ti catapultano in un'altra parte del mondo. Nel costruire questa immagine allegorica, Hamid ha tratto spunto proprio dai <b>cellulari</b>: le porte riflettono l'esperienza emotiva e sensoriale del nostro tempo, permeato dalla tecnologia e dall'esperienza culturale. Gli schermi degli smartphone sono a tutti gli effetti come delle porte, ci passiamo attraverso con il nostri sensi e ci ritroviamo a esplorare un altro paese attraverso notizie, immagini, volti. Per non parlare di tecnologia come Skype o Whatsapp che a oggi ci permettono di connetterci con persone in altri continenti e vederle come se fossero di fronte a noi. Queste porte si adattano alla nuova necessità emotiva e culturale e, nonostante non obbediscano a nessuna legge della fisica (nel romanzo, infatti, il funzionamento delle porte non viene spiegato in modo scientifico) ipotizzano perfettamente quella che potrebbe essere una futura dimensione reale.</div>
<span style="text-align: justify;">Hamid profetizza che tutti <b>siamo migranti attraverso il tempo.</b> Paradossalmente non è migrante solo chi è costretto a spostarsi da un luogo all'altro, magari per fuggire da una realtà fatta di paura e distruzione, ma anche le persone che non hanno mai viaggiato sono dei migranti, perché è il paese intorno a loro ad essere cambiato. Siamo esseri umani costantemente soggetti a cambiamenti, che siano fisici che siano culturali o ambientali. Per questo siamo tutti migranti del tempo e le porte altro non sono che un mezzo per esplorare questa "<i>apocalisse migratoria" </i>e far sì che non si trasformi in un'ondata di distruzione ma in una fonte di speranza. </span>Violahttp://www.blogger.com/profile/11573134882296016341noreply@blogger.com12tag:blogger.com,1999:blog-4545482310971474178.post-89906875129589048072017-06-24T02:48:00.001-07:002022-05-18T02:05:49.729-07:00Quel fantastico peggior anno della mia vita di Jesse Andrews<br />
<div style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;">
<span>Questo mese di giugno è iniziato all'insegna di libri leggeri, non troppo</span> impegnativi. Un po' perché di impegni ne ho già abbastanza di mio e un po' perché sto sperimentando la lettura in lingua. Mi ero ripromessa di non comprare niente (NIENTE!) ma, perché c'è sempre un ma, entrare in libreria è un po' come entrare nel paese dei balocchi, per di più la maggior parte delle edizioni in lingua sono assolutamente irresistibili e quindi finisco sempre per cedere. </div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://d1w7fb2mkkr3kw.cloudfront.net/assets/images/book/lrg/9781/7423/9781742378343.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img alt="Me and Earl and the Dying Girl" border="0" height="200" src="https://d1w7fb2mkkr3kw.cloudfront.net/assets/images/book/lrg/9781/7423/9781742378343.jpg" width="133" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj81yk1vf14lYZkXC5Y9PbYVhxzcHo4b8PySDWb8yyU_ncykgvOayTLnZpTZjoJipibpYcVdbAzdIpxZoiVcs-8VsLAbc_gX3ISarOKBXl2naLNLv-XHev5S3u4-2siG2_56liasWMz6WU/s1600/download+%25286%2529.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="281" data-original-width="179" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj81yk1vf14lYZkXC5Y9PbYVhxzcHo4b8PySDWb8yyU_ncykgvOayTLnZpTZjoJipibpYcVdbAzdIpxZoiVcs-8VsLAbc_gX3ISarOKBXl2naLNLv-XHev5S3u4-2siG2_56liasWMz6WU/s200/download+%25286%2529.jpeg" width="127" /></a>Tutto questo preambolo (inutile direte voi) per parlare di<b> Me and Earl and the Diying girl</b> (che pare uno scioglilingua ben congegnato) di <b>Jesse Andrews</b>. E' uscito anche in Italia con il titolo <b>Quel fantastico peggior anno della mia vita, </b>edito da <b>Einaudi</b>. Greg Gaines è un adolescente giunto al fatidico ultimo anno di liceo. Ha trascorso tutta l'esperienza liceale cercando di evitare il più possibile rapporti sociali, nel tentativo di passare inosservato. Greg trascorre il suo tempo con l'amico Earl, con cui realizza dei film amatoriali, parodie di celebri classici (che molto spesso si rivelano solo delle enormi schifezze). Il suo progetto di rimanere il più anonimo possibile viene compromesso da sua madre, che lo costringe a stringere amicizia con Rachel, sua compagna di classe affetta da leucemia. So che visto così questo romanzo può sembrare il solito<b> young adult </b>come tanti altri (qualcuno ha detto <b>John Green</b>?) e in parte lo è. Ma non del tutto. Il richiamo <b>young adult</b> c'è, infatti la storia è molto semplice e lineare, così come la struttura e il linguaggio. Greg è un adolescente un po' sfigato e tratti quasi sociopatico. Il suo unico amico (o meglio, collaboratore) è Earl, con il quale realizza parodie di film celebri dal dubbio gusto. Greg negli anni ha messo a punto un metodo infallibile per sopravvivere all'ultimo anno di liceo: non stringere legami con nessuno, parola d'ordine profilo basso e poche chiacchiere. Sembrerebbe un piano a prova di bomba, se non fosse che sua madre ci mette lo zampino. Rachel, la sua compagna di classe, ha la leucemia. Che poi cos'è esattamente questa leucemia? Anche Greg se lo chiede e spinto dall'insistenza di sua madre comincia ad uscire con Rachel, coinvolgendo Earl in questa bizzarra amicizia forzata. Ora, se questo fosse un classico young adult probabilmente Greg e Rachel si innamorerebbero, sconvolgendo le vita l'uno dell'altra, con tanto di frasi strappalacrime e aforismi sull'ingiustizia della vita, dell'amore e della morte. Ma, per l'appunto, in questo romanzo non troverete niente di tutto questo. Ovviamente rimane sempre un libro per ragazzi, quindi qualche sospiro di sgomento ci sarà, soprattutto se siete dalla lacrima facile (o sotto esami o in pre ciclo o tutti e due) ma l'atmosfera generale di tutto il romanzo è molto ironica, scanzonata e divertente. Infatti, nonostante il romanzo tratti un tema delicato come quello della malattia, non c'è mai pietismo o vittimismo nei personaggi. </div>
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Insomma, sicuramente non è uno young adult che vi farà sciogliere in lacrime o una storia romantica che vi farà sognare ad occhi aperti, semplicemente il racconto semi-serio di<b> Greg, Earl and Rachel-the-dying-girl </b>e della loro amicizia forzata, eppure, estremamente sincera. </div>
Violahttp://www.blogger.com/profile/11573134882296016341noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-4545482310971474178.post-40022882178774222582017-06-10T23:22:00.003-07:002022-05-18T02:06:21.456-07:00I Dare You Book Tag <div>
<span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Sono pessima, veramente. Avevo iniziato a scrivere questo tag giorni or sono e poi non so cos'è successo, è rimasto a vagare nell'etere. Nell'ultima settimana non sono stata troppo bene fisicamente (stupidi singa-cinesi e la vostra aria condizionata) per di più tra pochi giorni sarà il mio compleanno e io non sono assolutamente pronta ad avere 25 anni (volevo dire 18, ovviamente) quindi, giusto per distrarmi e cincischiare al meglio (cosa che mi riesce benissimo tra l'altro) ecco l'ennesimo tag sui libri con domande totalmente a caso, di dubbio interesse culturale. </span></span></div>
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<span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkIr5oOLF6FxvfBVEST0yrl_r3a5-VXPYHKBUaxsVxrGYzrW_WtnXc2ejtnKv5IMNxIodo3knnQkFxVza6Rl1cE31ZLM91I_mo3u_pBytfOl5CnSmzZu81LhMS9szr-HUaH2AKKRS_DM0/s1600/barone.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="179" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkIr5oOLF6FxvfBVEST0yrl_r3a5-VXPYHKBUaxsVxrGYzrW_WtnXc2ejtnKv5IMNxIodo3knnQkFxVza6Rl1cE31ZLM91I_mo3u_pBytfOl5CnSmzZu81LhMS9szr-HUaH2AKKRS_DM0/s200/barone.jpg" width="119" /></a><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">1. Quale libro è nella tua libreria da più tempo?</span></b></span></div>
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<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Perfetto iniziamo bene, prima domanda a cui non so rispondere. Il punto è che qua non ho una vera e propria libreria, quindi il problema non sussiste. Per quanto riguarda la mia libreria in Italia non saprei assolutamente, però così di getto mi è venuto in mente <b>C'era due volte il Barone Lamberto</b> di <b>Gianni Rodari</b>. Non so se sia lì da più tempo rispetto a tutti gli altri, ma ricordo che mi fu regalato per il mio compleanno alle elementari dalla mia amica Aurora (e poi il titolo mi ha sempre fatto sghignazzare assai)</span></span></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">In questo momento sto leggendo </span><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><b>Me and Earl and the Dying Girl</b></span><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"> (credo che in Italia sia uscito con il titolo </span><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><b>Quel fantastico peggior anno della mia vita</b></span><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">, edito da Einaudi) . Una lettura simpatica e non troppo impegnativa. Ho finito di leggere (rullo di tamburi) </span><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><b>Diario di una schiappa.</b></span><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"> Sì lo so, ho appena detto che tra qualche giorno avrò 25 anni e allora? A dire la verità sono molto curiosa riguardo ai libri per ragazzi, specialmente se sono (o almeno sono stati) casi editoriali. Non so cosa leggerò dopo, non programmo mai le letture anche perché tanto cambio idea ogni dieci minuti, quindi. </span><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">E poi sono una bastian contraria nell'animo, se ho in mente di leggere un determinato libro, alla fine non lo faccio, così di proposito, per principio. </span></span></div>
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<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">3. Quale libro è piaciuto a tutti ma tu hai odiato?</span></b></span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2YsK585PbaZh3TY9GTmrtl-Mrj7A5Wp_tuYOrcPQ1pvR6bOtPby_-sZX28PMbk123DN3nasdxqdo0EbkIA7m6Gzku23tQRHNh6QUXYW69oewzZLQirgySUqknLqJ_OJpsqisgUbnoZzI/s1600/download+%25287%2529.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="274" data-original-width="184" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2YsK585PbaZh3TY9GTmrtl-Mrj7A5Wp_tuYOrcPQ1pvR6bOtPby_-sZX28PMbk123DN3nasdxqdo0EbkIA7m6Gzku23tQRHNh6QUXYW69oewzZLQirgySUqknLqJ_OJpsqisgUbnoZzI/s200/download+%25287%2529.jpeg" width="134" /></a><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Forse<b> Io prima di te</b>. Cioè a dire il vero non l'ho odiato, però mentre tutti lo osannano e si scioglievano in lacrime amare durante la lettura, io ero impassibile, come la donna di ghiaccio. Il problema è che l'ho trovato un po' forzato. Sicuramente affronta un tema interessante ma non mi ha convinto in pieno. Ecco, diciamo che se da molti è stato definito un capolavoro, per me è carino ma niente di che.</span></span></div>
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<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">4. Quale libro continui a ripeterti di dover leggere ma probabilmente non lo farai mai?</span></b></span></div>
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<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Un sacco di classici a dire il vero. Il primo che mi è venuto in mente è <b>Cime Tempestose</b>. Non so perché, non che io non possa vivere senza eh, ma continuo a dirmi 'prima o poi...' 'magari un giorno..' e poi non so cosa accade, trovo sempre il modo di distrarmi dal mio obiettivo (della serie, capacità di concentrazione bambina di 5 anni. 'Ok iniziamo Cime Tempest...Oh guarda una farfalla')</span></span></div>
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<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>5. Quale libro stai conservando per la pensione</b>?</span></span></div>
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<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Sì certo la pensione, che tag ottimista, come se ci arrivassi. Comunque a parte questo, considerando un ipotetico roseo futuro in cui arriverò alla pensione, direi tutti i classici che vorrei leggere e che continuo a procrastinare (ecco, appunto Cime Tempestose) oppure Proust. <b>Alla ricerca del tempo perduto</b> e sto apposto per il resto dei miei giorni. </span></span></div>
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<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">6. L'ultima pagina: la leggi per prima o aspetti fino alla fine?</span></b></span></div>
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<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">C'è stato un periodo oscuro della mia vita in cui leggevo non l'ultima pagina, bensì l'ultima parola. Solo ed esclusivamente l'ultima parola. Sì,non so perché lo facessi o quale mistica rivelazione speravo di trovare. Comunque adesso sono rinsavita, ho smesso e aspetto pazientemente la fine. </span></span></div>
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<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">7. Prefazioni e postfazioni, una perdita di tempo e di inchiostro o un'aggiunta interessante?</span></b></span></div>
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<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Credo di aver già risposto a questa domanda da qualche parte, comunque di solito le leggo ma tendenzialmente lettura ultimata, così da chiarire alcuni concetti o approfondire certi aspetti (in particolare se si tratta di classici, capire bene in contesto storico mi è fondamentale, anche perché sono una pippa e poi sai che casino)</span></span></div>
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<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">8. Con quale personaggio dei libri faresti ti scambieresti di posto?</span></b></span></div>
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<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Oddio così su due piedi direi che va benissimo un personaggio qualsiasi di un libro qualsiasi di Roald Dahl. </span></span></div>
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<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">9. Quale libro ti ricorda un momento specifico della tua vita? (Un luogo, un momento o una persona?)</span></b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhERlrHz9srB3QXBL2QsMh9853Yq5TH7HlMz7b24RKC51KgQfBJSFAhrtw-CrWSAG5nei0e2QVINIXQe7jm1lj2hE7Ob6-tH0NSfKHAXWBjYv6htJwYKBNZ-liAJdh50tZRn_gc1phTJkw/s1600/download+%25288%2529.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="282" data-original-width="179" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhERlrHz9srB3QXBL2QsMh9853Yq5TH7HlMz7b24RKC51KgQfBJSFAhrtw-CrWSAG5nei0e2QVINIXQe7jm1lj2hE7Ob6-tH0NSfKHAXWBjYv6htJwYKBNZ-liAJdh50tZRn_gc1phTJkw/s200/download+%25288%2529.jpeg" width="126" /></a></div>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="color: #333333;">Ce ne sono diversi in realtà, ogni libro a suo modo mi ricorda qualcosa. Uno tra i tanti è <b>Sulla Strada di Kerouac</b>. </span>Quando era alle superiori, soprattutto in quarta e quinta ginnasio, ero una ragazzina particolarmente rebel rebel (e non mi riferisco solo alla canzone di David Bowie). Indossavo magliette improbabili di gruppi metal e avevo i capelli rossi, viola, rosa (ancora più improbabili). Insomma mi sentivo una vera rebel combatti il sistema e tutte quelle robe lì. Fatto sta che come avrete capito non andavo molto d'accordo con il greco e il latino e una volta, forse per scampare a qualche interrogazione, mi nascosi in biblioteca e lessi praticamente tutto Sulla Strada di Jack Kerouac. </span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWUVSTlMO2mF4ifzi_I_l2k6814zGayrk5rxUED4gb18GyC9scPgn8yEpbGKhTGGZ-l6_PzuM6Vdq3TgtBZgH4SgXL6nusKyWrX02eiDLfMFHNYj4hJS292-sUzHcXn2VvEcx56oRWdP4/s1600/OSSESSIONE.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="250" data-original-width="160" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWUVSTlMO2mF4ifzi_I_l2k6814zGayrk5rxUED4gb18GyC9scPgn8yEpbGKhTGGZ-l6_PzuM6Vdq3TgtBZgH4SgXL6nusKyWrX02eiDLfMFHNYj4hJS292-sUzHcXn2VvEcx56oRWdP4/s200/OSSESSIONE.jpg" width="128" /></a><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">10. Nomina un libro di cui sei entrato in possesso in maniera interessante. </span></b></span></div>
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<span style="background-color: white;"><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">La mia vita non è particolarmente interessante. Una storiella carina riguarda <b>Ossessione</b> di <b>Stephen King</b>. Praticamente fino all'anno scorso lavoravo in Biblioteca e sistemando in magazzino vennero fuori questi scatoloni di libri regalati alla Biblioteca anni e anni prima. Ovviamente se i libri regalati erano già posseduti dalla Biblioteca venivano semplicemente messi in una cesta all'ingresso e donati agli utenti. Io chiaramente avevo la possibilità di arraffarmi per prima qualche titolo interessante e infatti tra questi c'era proprio Ossessione di Stephen King. Essendo già posseduto dalla Biblioteca me lo sono portato a casa senza sapere manco cosa fosse (sì lo so, non sono una grande fan di Stephen King). Cercando poi qua e là ho scoperto che in realtà è uno dei primi libri scritti da Stephen King sotto pseudonimo. La cosa curiosa e affascinante è adesso è fuori catalogo e cercando sui vari mercatini ho scoperto che lo rivendono a cifre esorbitanti. Quindi praticamente senza volerlo sono entrata in possesso di un libro semi raro. Affascinante eh. </span></span></span></div>
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<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">11. Hai mai dato via un libro per un motivo speciale o per una persona speciale? </span></b></span></div>
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<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Prestato sì, regalato no non credo. Ad esempio prima di partire ho prestato una miriade di libri a una mia amica ma insomma, li rivoglio. (Se stai leggendo Sara, sì li rivoglio). </span></span></div>
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<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">12. Quale libro è stato con te in più posti?</span></b></span></div>
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<span style="background-color: white;"><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Probabilmente il <b>Giovane Holden di Salinger</b>, come tutte le adolescenti che si rispettino.</span></span></span></div>
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<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">13.Quale lettura obbligatoria hai odiato al liceo ma che qualche anno dopo hai rivalutato?</span></b></span></div>
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<span style="background-color: white;"><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Il Gattopardo</b>! Assolutamente il Gattopardo! Maledetto, quanto l'ho odiato, poi con gli anni l'ho un po' rivalutato, ma comunque uno delle letture che odiai di più al liceo </span></span></span></div>
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<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">14. Libri usati o nuovi?</span></b></span></div>
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<span style="background-color: white;"><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Entrambi ovviamente. </span></span></span></div>
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<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">15. Hai mai letto un libro di Dan Brown? </span></b></span></div>
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<span style="background-color: white;"><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Mi sfugge il senso di questa domanda, Dan Brown sei tu per caso? Comunque no, se proprio lo vuoi sapere no, non ho mai letto niente di Dan Brown (ciao Dan, mi dispiace)</span></span></span></div>
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<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">16. Hai mai visto un film che ti è piaciuto più del libro?</span></b></span></div>
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<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Se può valere dico13 di Jay Asher, anche se è una serie tv. Giuro non ne parlerò più e</span></span></div>
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<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">non aggiungo altro (se comunque volete farvi del male qui trovate un post in cui blatero a caso)</span></span></div>
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<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">17.Hai mai letto un libro che ti ha fatto venire fame, libri di cucina inclusi?</span></b></span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGZr6JRGfBAWzsSvGulOeJaATfarq1Dehrid_GQKRkRu8hN4W7qRDXDmtBTE18xiiQYFL5GEE1E4sAE8rI8gYaQBpKbbbAazlveWmfQXY6fcRHi6cHdx5MoEJPmuqITqc3LcAwBkGYmi0/s1600/download+%25289%2529.jpeg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="276" data-original-width="183" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGZr6JRGfBAWzsSvGulOeJaATfarq1Dehrid_GQKRkRu8hN4W7qRDXDmtBTE18xiiQYFL5GEE1E4sAE8rI8gYaQBpKbbbAazlveWmfQXY6fcRHi6cHdx5MoEJPmuqITqc3LcAwBkGYmi0/s200/download+%25289%2529.jpeg" width="132" /></a><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Tralasciando il fatto che non credo mi serva un libro per farmi venir fame, al momento direi Murakami. Ho finito da poco di leggere Kafka sulla Spiaggia e niente oh, questi stanno sempre a mangiare. </span></span></div>
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<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">18. Qual è la persona di cui segui sempre i consigli in ambito letterario?</span></b></span></div>
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<span style="background-color: white;"><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Non c'è una singola persona che incarna questa figura di guru letterario, in generale spilucchio molto vari blog e canali youtube. </span></span></span></div>
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<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">19. C'è un libro che hai iniziato nonostante fosse fuori dalla tua zona di comfort e che hai finito per amare?</span></b></span></div>
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<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">In generale thriller o gialli. Ad esempio <b>Gone Girl l'amore bugiardo</b>. Non l'avrei mai detto e invece mi è piaciuto un sacco. Che poi non lo so, finiscono sempre per piacermi i thriller un po' psicologici, quindi la domanda è perché non li leggo più spesso? Bella domanda. </span></span></div>
<br />
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<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></span></div>
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<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Bene, credo di aver sproloquiato abbastanza, un buffetto sulla guancia a chi ha avuto il coraggio di leggere tutto. </span></span></div>
Violahttp://www.blogger.com/profile/11573134882296016341noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-4545482310971474178.post-20261504754245163732017-06-03T23:02:00.001-07:002022-05-18T02:06:33.909-07:00May Wrap Up | Le cose di Maggio <div>
<span>Maggio è finto. E ancora una volta io assisto passivamente allo scorrere del tempo per poi esordire come sempre con un banale "qualcuno fermi il tempo, perdio!". La cosa buona è che ci siamo tolti maggio dalle scatole e adesso possiamo finalmente accogliere giugno, nonché il mese del mio compleanno (sì, ho delle manie di protagonismo non da poco). Ma comunque, siamo qua per parlare delle robe del mese di Maggio, non certo per cincischiare come al solito. Nel mese di Maggio non ho letto tantissimo o almeno forse un po' sottotono rispetto ai miei standard. Tra consegne varie e una febbre micidiale che mi ha inchiodata al letto per una settimana (vogliamo parlare di come sia possibile ammalarsi con 50 gradi all'ombra? Ma soprattutto di quanto sia tremendo avere la febbre con 50 gradi all'ombra?) sono riuscita comunque a leggere un sacco di roba niente male.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3UQpx-LAn7VGFkRofFkQX6mN96nIk5J7VLakRqnwwgs2MAzndjUuMqj3_NZmQPjvRQmAdr_PuDTOM9imXZdVAc87QqL70ENgrPSCmGtOJp1GBcXuH0ay8H16hrLe5v5EsdTlTjtOYai4/s1600/images.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="950" data-original-width="600" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3UQpx-LAn7VGFkRofFkQX6mN96nIk5J7VLakRqnwwgs2MAzndjUuMqj3_NZmQPjvRQmAdr_PuDTOM9imXZdVAc87QqL70ENgrPSCmGtOJp1GBcXuH0ay8H16hrLe5v5EsdTlTjtOYai4/s200/images.jpeg" width="126" /></a></div>
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Il primo libro che ho letto è <b>Melody </b>di <b>Sharon M. Draper</b> (il titolo originale dovrebbe essere <b>Out of My Mind </b>o qualcosa del genere). Melody è una bambina speciale: è l'alunna più intelligente della scuola, ma nessuno lo sa. Quasi tutti - compresi i suoi insegnanti e i medici - ritengono che lei non abbia alcuna capacità di apprendimento, e fino a oggi le sue giornate a scuola sono state scandite da noiosissime lezioni inutili, roba da prima elementare. Se solo lei potesse parlare, se solo potesse dire che cosa pensa e tutte le cose che sa... Ma non può. Perché Melody non può parlare. Non può camminare. Non può scrivere. Melody sente scoppiare la propria voce dentro la sua testa: questo bisogno di comunicare la farà impazzire, ne è certa. Finché un giorno non scopre qualcosa che le permetterà di esprimersi. Dopo undici anni, finalmente Melody avrà una voce. Questo è un romanzo per ragazzi davvero carinissimo. Melody è una bambina estremamente intelligente ma la sua voce è intrappolata nella sua testa. Non può parlare e non si può muovere, non può esprimere la miriadi di colori e sfumature dentro di lei, il suo stesso corpo è una gabbia, una prigione da cui non sa come uscire. Ma grazie ai suoi genitori e alle insegnanti di sostegno, che in qualche modo riescono sempre a comprenderla veramente, riuscirà ad avere le sue piccole rivincite, lottando contro i pregiudizi, i compagni di scuola insopportabili e la cattiveria della gente. E' stata una lettura davvero piacevole. Temi come la malattia e il bullismo sono affrontanti senza nessun tipo di pietismo, anzi, la diversità è vista come una fonte preziosa di arricchimento, una verità che tutti, ragazzini ma anche (o soprattutto) adulti, dovrebbero imparare.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIZ4RQ1fryblvt3EP265ok6o2tbrr5_KwRHV4WJcQALUfTvVXEkvaKRtTXz42n-hQW65n4Ka_c9Rg11OfPCndOzQv26pcVVNXKBSQV1ac5wY-6wffwueXo73xNP5g4YAxR5o5BVWALAQM/s1600/images+%25284%2529.jpeg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="998" data-original-width="640" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIZ4RQ1fryblvt3EP265ok6o2tbrr5_KwRHV4WJcQALUfTvVXEkvaKRtTXz42n-hQW65n4Ka_c9Rg11OfPCndOzQv26pcVVNXKBSQV1ac5wY-6wffwueXo73xNP5g4YAxR5o5BVWALAQM/s200/images+%25284%2529.jpeg" width="128" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQk5xBnb8TbJ8LAbfbppxbSFnr6kRuWYPYqBbSVn_1IFz8XaXE4mNyhI6j6sTtsulswLq10Cb0kepLrwD6GNPWusXE-8upXIuFCS-VI86bHYlWmykFMGXvzU62KuIzvPIKdII6YHRypb0/s1600/9788804487715_0_0_1833_80.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1027" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQk5xBnb8TbJ8LAbfbppxbSFnr6kRuWYPYqBbSVn_1IFz8XaXE4mNyhI6j6sTtsulswLq10Cb0kepLrwD6GNPWusXE-8upXIuFCS-VI86bHYlWmykFMGXvzU62KuIzvPIKdII6YHRypb0/s200/9788804487715_0_0_1833_80.jpg" width="128" /></a>Il secondo romanzo che ho letto è <b>Cecità </b>di <b>Josè Saramago</b>. Ne ho parlato abbastanza <a href="http://laquasiadatta.blogspot.sg/2017/05/ti-racconto-cecita-di-jose-saramago.html">qui</a>, quindi non mi dilungherò. Diciamo solo che se Saramago ha vinto un Nobel per la letteratura un motivo ci sarà. Un romanzo potente ed evocativo, un a sorta di distopia claustrofobica in cui l'umanità perde la vista e con essa qualsiasi tipo di morale. </div>
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Altro libro letto nel mese di maggio è<b> Fahrenheit 451</b> di <b>Ray Bradbury. </b>Grande classico distopico strafamoso. Anche di questo ne ho già sproloquiato<a href="http://laquasiadatta.blogspot.sg/2017/05/ti-racconto-fahrenheit-451-di-ray.html"> qu</a>i. Romanzo meraviglioso mi è piaciuto tantissimo. Lo stile di Ray Bradbury è particolare, a tratti poetico e mi ci è voluto un po' per entrare nel meccanismo ma una volta capito è pienamente apprezzabile.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYrDpUaBxdqIhYLDaBf9OmMtafcyYC3x4XY7x3BegxZ1utBZ9ox7_p6mrN1vcSrFyZ4Qj7Si6UNynIR0W9FEvFnmeKY_MONdXJDTZaUbVU9vPdkmd6TLX7VnsyOJC3FkScFQ7bHBXEZY8/s1600/1083_HarukiMurakami_1204622153.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="311" data-original-width="200" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYrDpUaBxdqIhYLDaBf9OmMtafcyYC3x4XY7x3BegxZ1utBZ9ox7_p6mrN1vcSrFyZ4Qj7Si6UNynIR0W9FEvFnmeKY_MONdXJDTZaUbVU9vPdkmd6TLX7VnsyOJC3FkScFQ7bHBXEZY8/s200/1083_HarukiMurakami_1204622153.jpg" width="128" /></a>Ultimo romanzo, ma non per importanza, grandissimo ritorno di un autore che a me piace molto e di cui era molto che non leggevo qualcosa. Sto parlando di<b> Haruki Murakami </b>e il romanzo in questione è <b>Kafka sulla Spiaggia</b>. Sì, lo so che in questo momento molti staranno storcendo il naso e lo capisco, perché Murakami è un autore che è un mondo sé e la maggior parte delle volte o lo ami o lo odi. A me piace un sacco, nonostante riconosca che molte sue opere non siano perfette e abbia fatto qualche scivolone sostanzioso (vogliamo parlare di quanto era tremenda la terza parte di <b>1Q84</b>? Ancora me lo sogno la notte). Kafka sulla Spiaggia mi è piaciuto tantissimo, non saprei dire se è il migliore che abbia letto tra i suoi romanzi ma sicuramente c'è qualcosa di magnetico nella scrittura di Murakami. Un ragazzo di quindici anni, maturo e determinato come un quarantenne, e un vecchio con l'ingenuità e il candore di un bambino, si allontanano dallo stesso quartiere di Tokyo diretti allo stesso luogo, Takamatsu, nel Sud del Giappone. Il ragazzo, che ha scelto come pseudonimo Kafka, è in fuga dal padre e dalla sua strana profezia, che riecheggia quella di Edipo. Il vecchio, Nakata, fugge invece dalla scena di un delitto sconvolgente nel quale è stato coinvolto contro la sua volontà. Nel corso del viaggio, Nakata scopre di essere chiamato a svolgere un compito, anche a prezzo della propria vita. Seguendo percorsi paralleli, che non tarderanno a sovrapporsi, il vecchio e il ragazzo avanzano schivando numerosi ostacoli, ognuno proteso verso un obiettivo che ignora ma che rappresenterà il compimento del proprio destino. Diversi personaggi affiancano i due protagonisti: Hoshino, un giovane camionista di irresistibile simpatia; l'affascinante signora Saeki, ferma nel ricordo di un passato lontano; Òshima, l'androgino custode di una biblioteca, gatti parlanti. E infine Kafka. "Uno spirito solitario che vaga lungo la riva dell'assurdo". </div>
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<span>Un romanzo in pieno stile Murakami, per questo se non si ama questo autore capisco bene che questo romanzo possa dare ai nervi. E' un ponte sospeso tra onirico e reale, in cui il lettore non riesce mai a comprendere fino in fondo quanto sia sogno e quanto sia effettivamente reale. I due mondi si fondono inesorabilmente e il lettore si trova sospeso a galleggiare in questo limbo di immagini assurde, gatti che parlano e spiriti vaganti in biblioteca. Ovviamente la penna di Murakami è assolutamente magnetica; ti incolla alle pagine con le sue infinite e minuziose descrizioni e la sua sconfinata immaginazione. Insomma, se vi piace Murakami o se vi piacciono le storie in cui non bisogna farsi troppe domande e lasciare spazio al surreale, sicuramente questo romanzo fa per voi. C'è tutto: sogno, realtà, gatti parlanti e prostitute che fanno sesso citando Hegel. </span></div>
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<span><br /></span></div>
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<span><b>Musica</b></span></div>
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Niente di interessante sul fronte musicale. In realtà (e qui mi vergogno, mi pento e mi dolgo) nelle ultime settimane c'è stata una sola canzone che mi ha definitivamente mandato in pappa il cervello: <b>Senza pagare</b> di<b> J-Ax</b> e <b>Fedez</b>. Sì, lo so. Mai visto tanto trash tutto insieme e più la ascolto più sento il trash trasudare da ogni singola nota e parola, ma non ci posso fare niente. Una parte di me brama e bramerà sempre canzoni trash. </div>
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<span><br /></span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLgCgxoQi3IAGbvbP2y53ly59tIhzQF_CTQD47i7qPI0W-ZdQ2tTwSj8XntMGnvkFzm_c-7fgbLWm3PdjLH0hPf1XzjKKXsWT1jjQiiMORo5WS4wxePHcm5XZloXJsb3m4vVUi7GCnZ_k/s1600/locandina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="420" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhLgCgxoQi3IAGbvbP2y53ly59tIhzQF_CTQD47i7qPI0W-ZdQ2tTwSj8XntMGnvkFzm_c-7fgbLWm3PdjLH0hPf1XzjKKXsWT1jjQiiMORo5WS4wxePHcm5XZloXJsb3m4vVUi7GCnZ_k/s200/locandina.jpg" width="140" /></a><span><b>Film</b></span></div>
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Ho cercato di fare mente locale ma credo proprio di aver visto un solo film questo mese (sono un'ignava estremamente pigra). Ho - finalmente - visto <b>Smetto quando voglio masterclass</b>. Avevo adorato il primo film e quando ho saputo che usciva il seguito ero super felice. Ovviamente non l'ho potuto vedere al cinema a suo tempo (non capisco proprio perché qua non l'abbiano trasmesso, stolti) ma finalmente me lo sono gustato. Davvero molto carino, il primo forse mi aveva fatto sganasciare un po' di più ma anche qua ci sono state due o tre battute che mi hanno steso (e sì, lo so ho un umorismo sottile come un baobab mi rendo conto). </div>
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Credo che il mio delirio possa concludersi qui e spero che il mese di giugno porti a tutti tante robe belle.</div>
Violahttp://www.blogger.com/profile/11573134882296016341noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-4545482310971474178.post-25022993609459627172017-05-30T19:47:00.001-07:002022-05-18T02:06:50.587-07:00Ti racconto | Fahrenheit 451 di Ray Bradbury<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhok8plKccwRMHogj8FhFnPNIbeEdS3n_iEDg5b8CBUYP6h4vCCV-7Edn1fdNFNnhTvf8hmqnD9m4YnU6CyqjCI3fSiNc0FL4YKdfb2mTkknReJDxeAJI9__RRIw7luiwT3VUhACTp5HzY/s1600/9788804487715_0_0_1833_80.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhok8plKccwRMHogj8FhFnPNIbeEdS3n_iEDg5b8CBUYP6h4vCCV-7Edn1fdNFNnhTvf8hmqnD9m4YnU6CyqjCI3fSiNc0FL4YKdfb2mTkknReJDxeAJI9__RRIw7luiwT3VUhACTp5HzY/s200/9788804487715_0_0_1833_80.jpg" width="128" /></a></div>
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<span style="font-size: 15px;"><span style="background-color: white; color: #222222; display: inline; float: none; font-style: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; text-align: left; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">"Era una gioia appiccare il fuoco. Era una gioia speciale vedere le cose divorate, vederle annerite, diverse." Uno degli incipit più famosi e anche uno dei più evocativi. </span><span style="background-color: white; color: #222222; display: inline; float: none; font-style: normal; letter-spacing: normal; text-align: left; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><b>Farhenheit 451</b></span><span style="background-color: white; color: #222222; display: inline; float: none; font-style: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; text-align: left; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"> è un romanzo famosissimo, possiamo dire di culto e praticamente mancavo solo io all'appello delle persone che lo hanno letto, apprezzato e annoverato come un grande classico da leggere una volta nella vita. Anche perché descrive una realtà distopica che è un po' l'inferno di tutti noi lettori accaniti: una società in cui i libri sono proibiti, esattamente un vero e proprio incubo. Non è un romanzo perfetto ma sicuramente mi è piaciuto moltissimo.<span style="color: #333333;"> </span></span></span><span style="font-size: 15px;"><span style="background-color: white; color: #333333; display: inline; float: none; font-style: normal; font-weight: 300; letter-spacing: normal; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">Partiamo dall'inizio anche se la storia credo sia nota più o meno a tutti.</span></span></div>
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<span style="font-size: 15px;"><span style="background-color: white; color: #333333; display: inline; float: none; font-style: normal; font-weight: 300; letter-spacing: normal; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">Il romanzo è diviso in tre parti e il nostro protagonista, </span><strong style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; box-sizing: border-box; color: #333333; font-style: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">Guy Montag</strong><span style="background-color: white; color: #333333; display: inline; float: none; font-style: normal; font-weight: 300; letter-spacing: normal; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">, è un “pompiere” che, anziché prevenire gli incendi, brucia libri nel rispetto della legge che proibisce la lettura o il possesso di qualsiasi materiale cartaceo. In questa società del futuro, infatti, coloro che n<span style="font-weight: normal;">ascondono libri nelle loro case</span></span><span style="color: #333333;"> sono </span><span style="color: #333333;">sovversivi</span><span style="color: #333333;">, mentre gran parte della popolazione è </span><span style="box-sizing: border-box; color: #333333;">succube della televisione</span> <span style="color: #333333;">e dell’</span><span style="box-sizing: border-box; color: #333333;">apparecchio radio</span><span style="color: #333333;"> che ciascuno porta all’orecchio, che costituisce il mezzo con cui la dittatura diffonde la propria ideologia allontanando le preoccupazioni per </span><span style="box-sizing: border-box; color: #333333;">una guerra che pare imminente</span><span style="color: #333333;"> contro un nemico imprecisato. Ad aiutare il gruppo di incendiari cui Guy fa parte, c'è il Segugio Meccanico</span> <span style="background-color: white; color: #333333; display: inline; float: none; font-style: normal; font-weight: 300; letter-spacing: normal; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;">che avverte la presenza di sovversivi ed è progettato per sbranarli. </span><span style="color: #333333;">Guy all'inizio adora il suo lavoro, per la </span><span style="box-sizing: border-box; color: #333333;">sensazione di potere e controllo</span><span style="color: #333333;"> che gli trasmette, ma la sua vita è tutt'altro che felice. Sua moglie </span><span style="box-sizing: border-box; color: #333333;">Mildred</span><span style="color: #333333;">, profondamente infelice, non ha praticamente alcun tipo di comunicazione con lui e vive davanti ai megaschermi che coprono gran parte delle pareti di casa, succube della tv e delle poche informazioni filtrate che il Governo trasmette.</span></span></div>
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<span style="font-size: 15px;"><span style="color: #333333;">Fahrenheit 451 è uno di quei romanzi distopici tanto potenti quanto spaventosi, proprio perché designano mondi irreali e fantastici ma allo stesso tempo tremendamente vicini alla nostra contemporaneità e non poi così astrusi come invece dovrebbero essere. </span></span></div>
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<span style="font-size: 15px;"><span style="color: #333333;">E' una critica dissacrante alla società e una profonda riflessione sul valore dei libri, della cultura e, più in generale, del libero pensiero contro le imposizioni dei regimi. </span></span></div>
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<span style="color: #333333;"><span style="font-size: 15px;">Al centro del romanzo vi è anche il ruolo invasivo giocato dai mass-media, il cui potere acquista sempre maggiore forza, spazzando via qualsiasi altro mezzo di informazione. In particolare la televisione, il cui mega schermo occupa praticamente tutte le pareti di casa, è il mezzo principale di comunicazione, attraverso cui il regime trasmette solo le informazioni che vuole far trapelare. Le immagini trasmesse, prive di un qualsiasi spessore contenutistico, si riflettono perfettamente nelle menti vacue degli spettatori, succubi di riflessi illusori di una vita reale. Alla superficialità dei contenuti televisivi si contrappone la creatività e l'immaginazione contenuta nei libri. La lettura è un mezzo per elevarsi, creare un proprio pensiero libero e critico e per questo deve essere eliminato, bruciato. Lo scopo è debellare qualsiasi pensiero indipendente, personale, considerato diverso, in quanto ritenuto nocivo per la società. </span></span></div>
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<span style="font-size: 15px;"><span style="color: #333333;">La stessa contrapposizione la troviamo nei personaggi. Clarisse, la giovane vicina di casa di Guy, personifica l'immaginazione e l'originalità, andando contro l'ordine costituito, scombussolando le regole e mostrando a Guy un'altra chiave di lettura della propria vita. </span></span></div>
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<span style="color: #333333;"><span style="font-size: 15px;">La figura di Clarisse fa da specchio a quella di Mildred, moglie di Guy. Mildred rappresenta l'infelice assuefazione alle imposizioni del regime. E' soffocata da una quotidianità in cui la presenza morbosa dei media la rende impassibile e apatica nei confronti della realtà che la circonda, infatti non prende mai coscienza della sua esistenza basata su una realtà virtuale fittizia e, anzi, continua a condannare i libri in favore di quei mega schermi che le offuscano la mente e la intrappolano nei suoi stessi limiti.</span></span></div>
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<span style="color: #333333;"><span style="font-size: 15px;">Il comandate della squadra di incendiari, Beatty, è poi è il personaggio negativo per eccellenza. E' un personaggio pericoloso ma anche un oratore straordinario, per questo Guy ha un timore reverenziale nei suoi confronti. Il ruolo opposto a quello di Beatty è occupato da Faber, professore di inglese che assume il ruolo di mentore per Guy, guidandolo verso la conoscenza. Questa coesistenza di personaggi positivi e negativi costituisce una società in cui è estremamente difficile scegliere di andare contro l'ordine prestabilito e ribellarsi alle assurde imposizioni di regime.</span></span></div>
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<span style="font-size: 15px;"><span style="color: #333333;">E' un romanzo molto bello e sicuramente sa toccare le corde giuste per smuovere qualcosa nel lettore. Non è perfetto, secondo il mio gusto personale ovviamente, sia per lo stile in certi casi fin troppo poetico, sia per alcuni passaggi che mi sono apparsi troppo caotici. Resta senza dubbio un classico intramontabile e soprattutto per la potenza del messaggio: leggere crea indipendenza.</span></span></div>
Violahttp://www.blogger.com/profile/11573134882296016341noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-4545482310971474178.post-88435970550614472682017-05-12T03:36:00.001-07:002022-05-18T02:07:04.487-07:00Ti racconto | Cecità di José Saramago<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLc_NUqHQtEiu0g7DkuBV-mhJe7PQAbalz173gRVGDScnO07IAvetqEufD9y2T5ozpiJ4M57VXbqikMGYWAMbytFhh0ttL0hcldXBg8VgAax0CYATruS_PKB-88w5-Vsb6VqGptC99OKo/s1600/images+%25284%2529.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLc_NUqHQtEiu0g7DkuBV-mhJe7PQAbalz173gRVGDScnO07IAvetqEufD9y2T5ozpiJ4M57VXbqikMGYWAMbytFhh0ttL0hcldXBg8VgAax0CYATruS_PKB-88w5-Vsb6VqGptC99OKo/s200/images+%25284%2529.jpeg" width="128" /></a></div>
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Stavo fissando la pagine bianca prima di iniziare a scrivere questo post e ho pensato che è proprio buffo il collegamento che il mio cervello ha istintivamente fatto. Il bianco latte che pervade gli occhi, la mente e qualsiasi senso è accecante. Un gioco di parole infelice, forse, che dopo la lettura di questo romanzo non avrà nemmeno più senso. Sto già divagando e svarionando peggio del solito ma sapevo che sarebbe accaduto. Il punto è che <b>Cecità</b> di <b>José Saramago</b> non solo è un romanzo bellissimo e intenso, ma è proprio uno schiaffo ben piazzato all'ego umano. </div>
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<span>Quindi, riavvolgiamo e partiamo daccapo. </span></div>
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<span>Siamo i<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: justify; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">n un tempo e un luogo imprecisati, all'improvviso l'intera popolazione diventa cieca per un'inspiegabile epidemia. Chi è colpito da questo male si trova come avvolto in una nube lattiginosa e non ci vede più. Le reazioni dei protagonisti sono, ovviamente, devastanti, con un'esplosione di terrore e violenza e gli effetti di questa patologia sulla convivenza sociale risulteranno drammatici. I primi colpiti dal male vengono infatti rinchiusi in quarantena all'interno di un ex manicomio per la paura del contagio, e qui si manifesta tutto l'orrore di cui l'uomo sa essere capace. Tra la violenza e la lotta per la sopravvivenza si inserirà la figura di una donna che, con un gesto d'amore, ridarà speranza all'umanità. </span></span></div>
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Chiudete gli occhi e pensate per un secondo di vedere solo bianco, tutto bianco e nient'altro che bianco intorno a voi. Pensate ora all'orrore che provereste se aprendo gli occhi questo bianco persistesse, insinuandosi nella vostra mente, nei vostri incubi. Magari capiterà mentre siete fermi al semaforo ad aspettare il verde, dopo una lunga giornata di lavoro o mentre siete in fila alla cassa al supermercato o mentre fate l'amore. Saramago ci trascina in un vortice senza uscita, una sorta di universo parallelo irreale e spaventoso. Ma la cosa più spaventosa, la cosa veramente grottesca, è che la realtà distopica messa su da Saramago è tremendamente vicina alla nostra contemporaneità. <span style="background-color: white;">Se è vero che l'uomo si distingue dagli animali grazie all'uso cosciente della ragione, qua assistiamo a un rovesciamento dei ruoli</span><span style="background-color: white; color: #3e3e3e; font-family: Arial, "Helvetica CY", "Nimbus Sans L", sans-serif; font-size: 16px;">. </span>L'uomo per<span style="font-family: Calibri;">d</span>e la vista e con essa qualsiasi tipo di moralità. Il raziocinio viene spazzato via, sostituito dall'egoismo, bestia nera che cova e si rafforza nell'animo umano. I personaggi sono ciechi non solo nel senso letterale del termine, ma sono accecati dall'odio, dall'irrazionalità, prostrati a schiavi dei più gretti e rudi impulsi carnali, animaleschi. Non c'è nessuna volontà di opporsi, l'uomo si rivela per quello che realmente è, una bestia egoista incline alle più abiette decisioni pur di salvaguardare se stesso. Non c'è nessuna volontà di appellarsi a una qualsiasi etica morale, <i>per non trascorrere la vita nell'oscurità simili alle bestie che natura volle chine a terra e schiave del ventre,</i> come diceva Sallustio. E' come se perdendo la vista, l'uomo perdesse il senso critico, la ragione capace di distinguere tra giusto e sbagliato, bene e male. Non a caso, nel linguaggio comune si usa l'espressione "lume della ragione", che si confà ai pilastri dell'Illuminismo, usare i lumi della ragione contro il buio dell’ignoranza. Ed è proprio da questo vortice di buia ignoranza che l'uomo deve uscire facendo leva sulla sua coscienza, sulla sua moralità. A un certo punto della narrazione mi è venuta in mente quella frase del film Nuovo Cinema Paradiso (di Tornatore, 1988) che dice proprio "<i>ora che ho perso la vista ci vedo di più</i>". Ma in questo caso, quello che si vede altro non è che la vera natura umana: egoista, abietta, prepotente. </div>
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Saramago è un incantatore; la sua prosa, sospesa tra il filosofico e il profetico, è lirica ed allegorica. Tutto ha una seconda chiave di lettura, da inserire in un contesto più grande. Ad esempio nella seconda parte quando entrano in una chiesa e le figure hanno gli occhi bendati o ancora quando incontrano lo scrittore cieco (che per quanto mi riguarda, potrebbe essere Saramago stesso) che sta scrivendo un libro sull'epidemia, anche se non può vedere (la letteratura può salvarci o è anch'essa speranza vana?). </div>
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Lo stile narrativo di Saramgo è potente; ti spezza il fiato. Ad esempio nei dialoghi vengono omessi i caporali e questo contribuisce a creare quel senso di oppressione, claustrofobia, vertigine e sofferenza in cui vivono gli internati. Riesce a creare tutto questo senza connotazioni temporali o fisiche, senza nomi o volti. A cosa servono? A cosa serve un nome? Siamo tutti uguali. </div>
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Il finale è uno squarcio di speranza, come un pallido sole che fa capolino in un mare lattiginoso. Potrà tornare tutto come prima, dopo aver visto e sperimentato sulla propria pelle di cosa è capace l'avarizia umana? E' la sfida umana, fuggire al mare lattiginoso che ci ottenebra la mente. </div>
Violahttp://www.blogger.com/profile/11573134882296016341noreply@blogger.com14tag:blogger.com,1999:blog-4545482310971474178.post-10831784057208798012017-05-05T07:01:00.002-07:002022-05-18T02:07:17.986-07:00April wrap up | Le cose di Aprile<div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ma Aprile è già finito? Cosa è successo? Qualcuno fermi il tempo, perdio.</span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Aprile se n'è andato piuttosto in fretta e come ogni mese raccolgo le idee su tutte le robe che ho letto, sentito, visto e ascoltato e ne sproloquio abbondantemente. Sono soddisfatta perché districandomi tra mille consegne, esami e lezioni sono incredibilmente riuscita a leggere un sacco di robe belle.</span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Libri</b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioUgEMfJLg3ac7_Hrwk4cmjxHx4hgI6MKqKRWfhO-nmB6YfSMkZDkLyhp4TriSaO6SD4-dYD4OcISCmZzyCepgtnmDBCW9OTiYko-Ui7195bHvp8kcgXE2U0vVnsor3q4xdclBmqcWsSY/s1600/elementares.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioUgEMfJLg3ac7_Hrwk4cmjxHx4hgI6MKqKRWfhO-nmB6YfSMkZDkLyhp4TriSaO6SD4-dYD4OcISCmZzyCepgtnmDBCW9OTiYko-Ui7195bHvp8kcgXE2U0vVnsor3q4xdclBmqcWsSY/s200/elementares.jpeg" width="135" /></a></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Ho iniziato alla grande con <b>Elementare Cowboy</b> di <b>Steve Hockensmith</b> edito per<b><a href="http://www.casasirio.com/"> Casa Sirio Editore</a></b>. Non conoscevo assolutamente questo autore, ma seguendo la casa editrice sulla loro pagina Facebook, questo titolo mi era saltato all'occhio. Tra l'altro presi questo libro al Pisa Book Festival a Novembre, quindi già molti mesi fa, ma solo ad Aprile mi sono decisa ad immergermi tra cowboy e fuorilegge.</span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Siamo nel <span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: justify; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">Montana. I due fratelli Old Red e Big Red sono cowboy in cerca di fortuna. Old Red è riflessivo,silenzioso, intelligente e soprattutto fanatico di Sherlock Holmes. Big Red è scanzonato, ha una passione per alcool e donne (e non fa niente per nasconderlo). Giunti al ranch "Dollaro Barrato" per qualche mese di lavoro, si imbattono nel cadavere dell'amministratore. Big Red prega suo fratello di non intromettersi nella vicenda ma, quando anche un loro compagno viene ritrovato con una pallottola in testa, Old Red decide di emulare il maestro Sherlock Holmes e risolvere il caso. Tra cowboy, fuorilegge, e assassini la ricerca del colpevole porterà i due protagonisti in un vortice di segreti e omicidi da cui solo l'arguzia del grande maestro inglese potrà salvarli. </span></span><span style="background-color: white; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">E' stata una lettura davvero piacevole. La trama è rocambolesca, un sacco di avvenimenti si susseguono l'uno all'altro e seguiamo il corso delle indagini partecipando </span><span style="background-color: white; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">a tutti gli snodi più improbabili, dalle piste cieche, ai colpi di scena fino alla risoluzione dell'enigma. ll personaggio di Old Red, un novello Sherlock Holmes nei panni di cowboy, mi è piaciuto tantissimo. Sulle orme del suo beniamino cerca di riscattarsi mostrando le sue abili doti investigative. Senza contare che con il fratello formano una coppia vincente ma soprattutto esilarante. La nota piacevole di questo romanzo secondo me sono proprio i dialoghi, botte e risposte pungenti e davvero divertenti, proprio come in un duello tra cowboy. </span><span style="background-color: white; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Se poi siete fan di Sherlock Holmes è da leggere sicuramente. </span></div>
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<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjsxNIGM5w7V7ikQkLfK8OHIDyC7Ja3nVbUvPTsoFkrUKfO3PKfU5BZiPCLFgixSCH131qeIBBLWCT6sY6xbUh9TvEQKbE14ASfB8KOlubysSGpXGwSPdd-GJH4DoF6a9C4WBE0FDk770/s1600/download.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjsxNIGM5w7V7ikQkLfK8OHIDyC7Ja3nVbUvPTsoFkrUKfO3PKfU5BZiPCLFgixSCH131qeIBBLWCT6sY6xbUh9TvEQKbE14ASfB8KOlubysSGpXGwSPdd-GJH4DoF6a9C4WBE0FDk770/s200/download.jpg" width="131" /></a></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="background-color: white;">Il secondo libro che ho letto è <b>Tredici</b> di <b>Jay</b></span></span><span style="background-color: white; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b> Asher</b>. Nel corso dello scorso mese (e di questo e anche di quelli che verranno, temo) non si è praticamente parlato d'altro, complice la serie tv lanciata da Netflix si è discusso di Tredici praticamente ovunque. Io per prima ne ho già parlato in un post specifico (ne blatero a volontà <a href="http://laquasiadatta.blogspot.sg/2017/04/ti-racconto-tredici-di-jay-asher.html">qui</a>) quindi non mi ripeterò. In breve non mi è piaciuto, l'ho trovato superficiale e a tratti veramente fastidioso. Ho visto anche la serie tv e mi è piaciuta sicuramente più del libro, soprattutto dal punto di vista "estetico". Sono state cambiate diverse cose rispetto al romanzo </span><span style="background-color: white; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">che hanno cercato di dare un po' di spessore alla trama, enfatizzando certe scene o certe decisioni dei personaggi ma, nonostante tutto questo, ci sono troppe cose che non mi convincono appieno. Secondo me manca tutto un approfondimento della parte psicologica che, se vuoi parlare di suicidio, è fondamentale. Il messaggio alla base resta comunque importante e imprescindibile, ovviamente è sempre bene che si parli di bullismo e si crei un senso di responsabilizzazione, soprattutto nei più giovani. </span></div>
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<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Per rimanere in tema bullismo, nel mese di Aprile ho deciso proprio di fare una full immersion nel mondo dei più giovani (sarà che i 25 si avvicinano e faccio di tutto per credermi più giovane? Chissà). Ho letto <b>Lo Sfigato</b> di </span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfuEH9zEhw7PLH6OaON7dEB8v3XI6lRv8fQn-NMOA4izcUL3vfzT6N_RdVgzKUkCy2xirRhSV73-IEDVezVxCU9ldoqpw_ekyoxzFYKgCEVQIGy_LyvyhIgEUfquElK3NE3iHhwgeC45E/s1600/images.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfuEH9zEhw7PLH6OaON7dEB8v3XI6lRv8fQn-NMOA4izcUL3vfzT6N_RdVgzKUkCy2xirRhSV73-IEDVezVxCU9ldoqpw_ekyoxzFYKgCEVQIGy_LyvyhIgEUfquElK3NE3iHhwgeC45E/s200/images.png" width="126" /></a></span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">
<b>Susin Nielsen</b>, un libricino che nella sua semplicità mi ha conquistata totalmente. </span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: justify; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">Ambrose Bukowski ha dodici anni ed è, per sua stessa ammissione, uno sfigato,cioè il bersaglio preferito di tutti i bulli della scuola. Ma non per questo si lascia scoraggiare: prende le cose con filosofia e vive la solitudine coltivando quella che è la sua vera passione, nonché l'unica cosa in cui veramente eccelle: lo Scarabeo</span><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: justify; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">. Quando per uno scherzo stupido dei compagni rischia di morire, la sua ultraprotettiva mamma decide di ritirarlo da scuola e farlo studiare a casa. È così che Ambrose si imbatte in Cosmo, il figlio venticinquenne della coppia greca che vive nell'appartamento sopra il suo. Il ragazzo è appena uscito di galera e per questo, ovviamente, la mamma di Ambrose gli proibisce anche solo di avvicinarsi a lui. Ma </span><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: justify; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">Cosmo ha l'età giusta per accompagnare Ambrose di nascosto al club di Scarabeo a cui sua madre gli ha vietato di iscriversi, ma non andrà tutto secondo i piani. </span></span><span style="background-color: white; font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">E' un romanzo per ragazzi e nonostante sia piuttosto semplice mi è piaciuto molto. Attraverso gli occhi del ragazzino si affrontano il bullismo, l'amicizia, i pregiudizi e anche la crescita in modo sì serio ma allo stesso tempo anche scanzonato, proprio come farebbe un adolescente. </span></div>
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<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Infatti, sempre per rimanere in ambito romanzi per ragazzi, ho letto <b>Danza sulla mia tomba </b>di <b>Aidan </b></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyqsDPk3c6WdNVBjQo_xzB5Bw5-e7B5HY_9aqxRz3UrCzFt3u6Uh02I2vVL9Imfm7ZKHUSRn3BkWGfm_DfQ5vtOp-ZOm6Pzg3TPz0kjcCt4ll1Pt9yZJ_S-7K-4DBKZ8SKO683sMbkPH4/s1600/images+%25283%2529.jpeg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyqsDPk3c6WdNVBjQo_xzB5Bw5-e7B5HY_9aqxRz3UrCzFt3u6Uh02I2vVL9Imfm7ZKHUSRn3BkWGfm_DfQ5vtOp-ZOm6Pzg3TPz0kjcCt4ll1Pt9yZJ_S-7K-4DBKZ8SKO683sMbkPH4/s200/images+%25283%2529.jpeg" width="130" /></a></b></span></div>
<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>
Chambers</b>. Questo autore mi attrae molto, avevo letto Cartoline dalla Terra di nessuno con cui già mi aveva conquistata e piano piano voglio recuperare tutto. Aidan Chambers è noto per essere un grande scrittore per ragazzi, ma questo romanzo, nonostante venga appunto classificato sotto la letteratura per ragazzi, secondo me non ha età non ha target. <span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">Hal viene sorpreso a ballare sulla tomba di Barry Gorman, suo amico morto in un incidente di moto. L'assistente sociale chiamato a indagare sullo stato di salute mentale di Hal redige un rapporto. A questo s'intreccia il racconto del ragazzo, che ripercorre gli avvenimenti dell'estate: come ha conosciuto Barry e la relazione che è nata tra loro. Tutti i pensieri, le insicurezze, l'estasi e l'incertezza di ogni amore nascente, l'attrazione e lo scontro di due personalità opposte. La trama di per sé appare piuttosto semplice ma quello che rende questo romanzo unico sono proprio i personaggi, con tutte le loro paranoie, le loro insicurezze e tutto il vortice di emozioni che ne consegue. I personaggi sono caratterizzati nella loro interezza; si va a esplorare la loro sfera emotiva e sentimentale, che li mostra per quello che sono, cioè adolescenti fragili e insicuri alle prese con i primi dubbi esistenziali. Ma la cosa che più li rende reali è la presenza di una sfera sessuale. Di solito negli young adult è difficile trovare riferimenti espliciti (ma mai volgari eh) alla sessualità dei personaggi, come se questi non avessero impulsi o desideri. Aidan Chambers, attribuendo finalmente una dimensione sessuale a questi personaggi, fa sì che siano più veri, più concreti. Un bellissimo romanzo di formazione veramente per qualsiasi età. </span></span></div>
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<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmAxDcmSelL_uKP6Fc2GPsdHlIsi_cmjFpiTBXIE_LqVgblRErsm7QdBwEnQk78pEwPrGgRehnuo62JXqIRI_44BA3eWWutYnTYnR948lEhC7OakOS8gCTieghp23C-ZJJsljqfQQV4jU/s1600/download+%25285%2529.jpeg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmAxDcmSelL_uKP6Fc2GPsdHlIsi_cmjFpiTBXIE_LqVgblRErsm7QdBwEnQk78pEwPrGgRehnuo62JXqIRI_44BA3eWWutYnTYnR948lEhC7OakOS8gCTieghp23C-ZJJsljqfQQV4jU/s200/download+%25285%2529.jpeg" width="132" /></a> <span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Cambiando totalmente genere, due romanzi che ho letto (appartenenti allo stesso "genere", diciamo così) sono <b>Superwoobinda </b>di Aldo Nove e <b>Zoo</b> di<b> Isabella Santacroce. </b>Ne ho sproloquiato nel post precedente quindi non mi dilungherò oltre.</span><br />
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Superwoobinda mi è piaciuto tantissimo. E' una raccolta di racconti assolutamente folle e fuori di testa, in cui trash e pulp si fondono e creano un'aspra e cruenta critica alla società della televisione e del consumismo. Capisco che possa non piacere a tutti, sia per le scene cruente che per il linguaggio sboccato ma per me rimane un qualcosa di meraviglioso. Sulla stessa lunghezza d'onda ho letto Zoo di Isabella Santacroce. Questo romanzo in realtà non fa un uso del linguaggio particolarmente volgare ma è veramente un pugno allo stomaco. Una storia che trasuda odio e rabbia al punto di far venire una morsa allo stomaco per il dolore. In generale, se siete impressionabili o deboli di stomaco non consiglio particolarmente queste filone narrativo. </span></div>
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<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFt34GqiahzBQ2dJ-L_Sl9TE_uYzhNCUkU_ECAETh8XqBahbcFq6KF8_N2IuiUqV3rJ1QwcQXt_E4uZQCY_fkFBnR3ko8VIKvWsWtLUFx6qbEYKlesR_mJQqAihCOE5obdH7Gb36gNJ-w/s1600/_lacampanadivetroWinCE_1306140694.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFt34GqiahzBQ2dJ-L_Sl9TE_uYzhNCUkU_ECAETh8XqBahbcFq6KF8_N2IuiUqV3rJ1QwcQXt_E4uZQCY_fkFBnR3ko8VIKvWsWtLUFx6qbEYKlesR_mJQqAihCOE5obdH7Gb36gNJ-w/s200/_lacampanadivetroWinCE_1306140694.jpg" width="130" /></a></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="background-color: white;">Ultimo romanzo del mese è<b> La Campana di vetro </b>di <b>Sylvia Plath</b>. Unico romanzo di quest'autrice, fortemente autobiografico. Esther è una diciannovenne di provincia e una studentessa brillante, tanto che</span> <span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">ottiene una borsa di studio a </span><a href="https://it.wikipedia.org/wiki/New_York" style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; background-image: none; font-style: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-decoration: none; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;" title="New York"><span style="color: black;">New York</span></a><span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"> per lavorare in un'importante rivista. Nonostante si prospetti davanti a lei un futuro dalle più ampie aspettative, Esther accusa un malessere interiore, una forma di depressione silenziosa e subdola che piano piano la trascina a fondo. E' un romanzo che mi è piaciuto molto, in tutta la sua intensità e crudezza. Si traccia un quadro critico della società, della condizione della donna e delle convenzioni sociali. La campana di vetro a cui si fa riferimento rappresenta un guscio soffocante in cui la protagonista vive e attraverso cui filtra la sua cognizione del mondo esterno. L'io individuale è continuamente sottoposto a continue pressioni riguardo codici di comportamento, aspettative, comportamenti ben precisi di fronte a cui si può accettare un compromesso o forzare un distacco rischioso e potenzialmente traumatico. Il senso di inadeguatezza e di insicurezza è palpabile e soffocante, come una mano invisibile che ti stringe alla gola e ti trascina sotto la campana di vetro, lasciandoti indifeso e inerme. </span></span></div>
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<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></span></div>
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<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Film & Serie Tv</b></span></span></div>
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<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Per quanto riguarda i film, nel mese di Aprile ho visto solo La Bella e la Bestia, al cinema. Carino ma niente di eclatante. Non ho ben capito la diatriba per quanto riguarda le canzoni, io l'ho visto in inglese (sottotitolato in cinese, mi pare giusto) e carino, una bella trasposizione, ma non mi ha emozionato particolarmente. </span></span></div>
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<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Di serie tv ho visto solo Thirteen Reasons Why su Netflix, di cui basta giuro non parlerò più. </span></span></div>
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<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span></span></div>
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<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><b>Musica</b></span></span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Nel mese di aprile e in questo ultimo periodo in generale sono regredita alla mia fase adolescenziale più torbida, quindi come una vera teenager ecco la mia top five super giovane.</span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">L'Anima non conta degli Zen Circus</span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Viva sempre degli Zen Circus</span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">How Soon Is Now? degli Smiths</span></div>
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<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Asleep sempre degli Smiths</span></div>
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<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">I Luv The Valley Oh degli Xiu Xiu </span></span></div>
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<span style="background-color: white;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">E dopo questa mini playlist posso sentirmi un po' più giovane dentro e dormire se</span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">rena. </span></span></div>
Violahttp://www.blogger.com/profile/11573134882296016341noreply@blogger.com10tag:blogger.com,1999:blog-4545482310971474178.post-4212280826276084642017-05-03T05:23:00.001-07:002022-05-18T02:07:33.003-07:00Sui Giovani Cannibali e altre cose Pulp<div>
Negli anni Novanta del XX secolo assistiamo a un cambiamento nella letteratura italiana. Per la prima volta, infatti, proliferano testi estremamente violenti e aggressivi caratterizzati da uno stile vorace completamente diverso rispetto a quello cui eravamo abituati in Italia. Proprio in questi anni assistiamo anche alla nascita di un esiguo gruppo di giovani scrittori che fanno capolino nel panorama letterario italiano. Molteplici sono le etichette che gli vengono affibbiate, alcune più appropriate come "<i>scrittori dell'eccesso</i>" o "<i>neo-avanguardisti</i>", altre più visionarie come "<i>narrative invaders</i>" o, per l'appunto, "<b>cannibali</b>". I protagonisti principali di questa nuova corrente letteraria sono Niccolò Ammaniti, Tiziano Scarpa, Aldo Nove e Isabella Santacroce. </div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVYUOGIjV54pP0XXWYOzMzS9vHOpr9tU4dM3eI3YKqKSfCYeMytIq65cJBEclKYVtqd2dV5xHVX-1DK2ihiL8SQBJjaWaaVaAV0GE2Lb3Q0qiPWoI8SV8x8aJ7WqSvzY802s7BSqlRSLg/s1600/31%252B1B5sQF3L._BO1%252C204%252C203%252C200_.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVYUOGIjV54pP0XXWYOzMzS9vHOpr9tU4dM3eI3YKqKSfCYeMytIq65cJBEclKYVtqd2dV5xHVX-1DK2ihiL8SQBJjaWaaVaAV0GE2Lb3Q0qiPWoI8SV8x8aJ7WqSvzY802s7BSqlRSLg/s200/31%252B1B5sQF3L._BO1%252C204%252C203%252C200_.jpg" width="120" /></a></div>
L'appellativo di Cannibali ricade addosso a questi autori, come un abito che li calza a pennello, grazie alla "prima antologia italiana dell'orrore estremo", intitolata appunto <b>Gioventù Cannibale</b>. Questo volume, a cura di Daniele Brolli, venne pubblicato a per la prima volta nel 1996 da Einaudi editore. Si tratta di una raccolta di racconti, in cui “undici sfrenati, intemperanti, cavalieri dell’Apocalisse” (come vengono definiti dallo stesso Brolli), inscenano situazioni visionarie, deliranti e al limite del paradossale. Gli autori in questione sono Niccolò Ammaniti, Aldo Nove, Luisa Brancaccio, Alda Teodorani, Daniele Luttazzi, Andrea I. Pinketts, Massimiliano Governi, Matteo Curtoni, Matteo Galiazzo, Stefano Massaron e Paolo Caredda. Il termine "Cannibali" gli viene definitivamente cucito addosso dai media dopo l'uscita della raccolta, a sottolineare una serie di caratteristiche che li accomuna, come il desiderio di liberarsi dai vincoli delle convenzioni letterarie e dalle teorie manieristiche dei loro predecessori. Questo filone viene definito anche<b><i> narrativa pulp</i></b>; bisogna pensare, infatti, che nel 1996 in Italia arriva anche la famosa pellicola Pulp Fiction di Quentin Tarantino a stravolgere la percezione della narrazione e le modalità del racconto. Il termine pulp letteralmente significa "polpa" e porta subito la mente a pensare a qualcosa di viscido, vischioso come una poltiglia. Anche se in letteratura questa definizione si era già vista (basti pensare a Charles Bukowski e alla sua famosa opera chiamata appunto Pulp), nel caso dei Cannibali mantiene sì la stessa accezione, ma con una sfumatura diversa. I racconti dei Cannibali si distinguono per la presenza di storie terribili, assurde, paradossali ma, soprattutto, esasperate. Partendo da una realtà verosimile o quantomeno fittizia, si creano storie basate su paradossi tragicomici (a volte anche solo tragici) e si esaspera questa realtà fino a renderla la brutta copia di se stessa, un grottesco e macabro universo parallelo. Da un primo sguardo in superficie lo scopo della scrittura è provocare brividi di repulsione, mostrare un <i><b>mondo pulp</b></i> che gronda crudeltà e terrorizza con la sua mancanza di qualsiasi tipo di moralità. L'orrore, la violenza e il grottesco narrati dai Cannibali sono una vera e propria "testimonianza ieratica del male" (<i>Emanuele Trevi, Spazzatura e violenza: sull’estetica cannibale</i>).</div>
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Leggendo il tutto in chiave critica o cercando almeno di scavare più a fondo, vediamo chiaramente come il fine ultimo della scrittura dei Cannibali resta sì sconvolgere il lettore, cercando di scuoterlo dal suo intorpidimento, ma va ben oltre. Mostrano una realtà talmente esasperata da essere la parodia di se stessa. Le vicende narrate, che sembrano così astruse e paradossali tanto sono estreme non sono altro che una feroce satira verso la realtà che ci circonda. Il critico Marino Sinibaldi paragona il loro atteggiamento al “civettare con l’orrore", perché le disgrazie e la violenza vengono narrate con disincantata allegria. La scrittrice Julia Kristeva sottolinea come la realtà messa in scena dai Cannibali sia sdoppiata "tra il disgusto e il riso, l’apocalisse e il carnevale". A proposito dell'antologia Gioventù Cannibale, Daniele Luttazzi sostiene che "fu un'antologia profetica: intellettuali come Mauri e Guglielmi la criticarono perché secondo loro conteneva una narrativa lontana dalla realtà italiana. Dopo qualche mese, l'Italia conobbe i casi del mostro di Firenze, del serial killer ligure, di Erika e Omar, dei satanisti lombardi eccetera. Gli artisti hanno le antenne e sentono in anticipo quello che sta per arrivare". Dei veri e propri visionari dell'assurdo.</div>
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Tutto questo entusiasmo per questa "corrente letteraria" è riemersa in me nell'ultimo periodo. Niccolò Ammaniti è uno dei miei scrittori preferiti in assoluto e avevo letto la raccolta Gioventù Cannibale un <br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpL1wBmUeirMuWA78Bso05J4PW6nR1Ara1MtL8OrFfGB1KZZMEc3528dCPyDwlgeAhuVcms9gLoQY92oouzU8ONMA_5W1I74QNiv4ZFYdFqLMsgtR2P0sjxgB2nNnv5RsVC8PEzRmOOo4/s1600/download.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpL1wBmUeirMuWA78Bso05J4PW6nR1Ara1MtL8OrFfGB1KZZMEc3528dCPyDwlgeAhuVcms9gLoQY92oouzU8ONMA_5W1I74QNiv4ZFYdFqLMsgtR2P0sjxgB2nNnv5RsVC8PEzRmOOo4/s200/download.jpeg" width="123" /></a></div>
bel po' di anni fa. E' un filone che mi stuzzica particolarmente e proprio per questo lo scorso mese ho deciso di recuperare un paio di chicche che mi ero persa per la via. Il primo libro è <b>Superwoobinda di Aldo Nove. </b>Conoscevo già l'autore, di cui avevo già letto "Amore mio infinito" (tra l'altro letto in seconda o terza media e l'avevo adorato, meraviglioso) e "Fuoco su Babilonia" (una raccolta di poesie che invece non mi aveva entusiasmato particolarmente). Superwoobinda è una raccolta di racconti che, detto senza mezzi termini, o si ama o si odia (come del resto un po' tutti i Cannibali). Io, manco a dirlo, l'ho adorato. Sono racconti assolutamente folli e allucinanti ma secondo me incarnano perfettamente il "modello cannibale" secondo cui, partendo da una realtà apparentemente normale, si snodano risvolti inaspettati, talvolta violenti e disturbanti, tanto da rendere il tutto un enorme caricatura grottesca e bizzarra. I racconti di Superwoobinda sono brevi (una media di due pagine e mezzo), immediati, si interrompono con parole tronche lasciate sospese lì a mezz'aria, spesso senza punteggiatura. Sono stati paragonati a trasmissioni televisive, o meglio, al risultato che si ottiene quando una persona, seduta in poltrona, fa zapping con il telecomando, scorrendo tra le migliaia di notizie, telegiornali, stragi, volti, nomi, pubblicità. Una sfrenata satira nonché una lucida critica verso il mondo della televisione, del consumismo, delle stragi folli, del trash tracotante. Mi rendo conto che sia estremo (a tratti esageratamente volgare) e che quindi si sia portato dietro commenti non troppo entusiastici da parte della critica ma, secondo me, resta comunque uno specchio sulla cruda realtà della nostra contemporaneità (in questo caso in realtà parliamo degli anni 90, popolati dalle varie Ambra Angiolini e Spice Girls, ma cambiando i nomi con qualcosa di attuale, il risultato non cambia), in cui situazioni che sembrano così cruente e mostruose siano invece estremamente (e tragicamente) realistiche. </div>
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<blockquote class="tr_bq">
"<b>La vita è praticamente un concerto delle All Saints, qualcosa di brutto. Le Spice, sono qualcosa di superiore."</b></blockquote>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3JZj7Hnj517ForO4NPbf7cNuFo3qwEwf5zdWtR3jR7cRAbxcyJ5ugl9fGz2N2gx2KducKg37QJeYJReNMc3BPnedpFaHy34qXrA26b7-lY-VXkTqUpB3-dPcMgq_yeJ6cJpPTcnGNVy8/s1600/download+%25285%2529.jpeg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3JZj7Hnj517ForO4NPbf7cNuFo3qwEwf5zdWtR3jR7cRAbxcyJ5ugl9fGz2N2gx2KducKg37QJeYJReNMc3BPnedpFaHy34qXrA26b7-lY-VXkTqUpB3-dPcMgq_yeJ6cJpPTcnGNVy8/s200/download+%25285%2529.jpeg" width="132" /></a></div>
L'altro libro è<b> Zoo di Isabella Santacroce</b>, un'autrice di cui non avevo mai letto niente. Per descriverlo veramente in tre parole, direi che questo libro è un pugno allo stomaco. Di quelli dati bene, con forza. Un padre remissivo, una madre esuberante, una figlia candida (che non lo è poi così tanto) e lo zoo intorno a loro. Una gabbia che loro stessi hanno costruito intorno a loro, con sbarre fatte di odio mascherato da amore, ricatti e sentimenti repressi. Il fulcro fondamentale di questo romanzo non è tanto la trama di per sé (di cui non voglio svelare troppo, è una piacevole agonia scoprirla piano piano, con estrema cautela), quanto le sensazioni e le emozioni imprigionate nello zoo. Questo romanzo trasuda rabbia, rancore, cattiveria e vi farà venire un nodo alla bocca dello stomaco e corrucciare la fronte per il dolore che sprigiona. Dal rapporto padre-figlia morboso e indissolubile a quello madre-figlia che causerà un vortice di odio e risentimento tanto potente da spazzare via qualsiasi sentimento vero, puro. Tutto è corrotto dalla rabbia, da quel bisogno primitivo che ci rende tanto simile a bestie che seguono l'istinto, gli impulsi primordiali. Meraviglio e massacrante, per lo stomaco e per l'anima. </div>
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Violahttp://www.blogger.com/profile/11573134882296016341noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-4545482310971474178.post-52538031002281882792017-04-29T00:45:00.001-07:002022-05-18T02:07:48.126-07:00Book Tag 25 domande sui libri <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdsWYT_7tQLSEpd6gnKFIi6X9PIl9c7kO5W-x8OPuagXcjKin3ZH38uMYGMgMdWWu5uR2kfJ0y8qnwMipffgMvjjeTDzm1wXTkDd7UHIEm_dkZCvuyQxvRVgyhXU14UJ2DCJbUVmuU84I/s1600/25domandesuilibri.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdsWYT_7tQLSEpd6gnKFIi6X9PIl9c7kO5W-x8OPuagXcjKin3ZH38uMYGMgMdWWu5uR2kfJ0y8qnwMipffgMvjjeTDzm1wXTkDd7UHIEm_dkZCvuyQxvRVgyhXU14UJ2DCJbUVmuU84I/s1600/25domandesuilibri.jpg" /></a></div>
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Dunque dunque, sono stata taggata da Maria del blog <a href="https://capitolozeroblog.blogspot.sg/">Capitolo Zero</a> in questo tag troppo carino. Tra l'altro casca proprio a pennello, perché ho appena finito di leggere dei libri veramente belli, tanto che son tre giorni che ci giro intorno e non trovo le parole per parlarne. Quindi, mentre raccolgo le idee mi sembra giusto trastullarmi con i tag troppo carini. Come in tutti i tag che si rispettino ci sono delle regole da seguire, vediamo di non fare casino come al solito. Le regole sono:<br />
1. Nomina almeno 5 blog a cui fare le domande<br />
2. Cita sempre chi ha creato il tag, in questo caso<a href="https://raccontidalpassato.wordpress.com/"> Racconti dal passato</a><br />
3. Nomina e ringrazia il blog che ti ha nominato. Come ho detto la carinissima <a href="https://capitolozeroblog.blogspot.sg/">Maria di Capitolo Zero Blog</a><br />
4. Usa come immagine quella in cima a questo post<br />
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<b>1.Come scegli i libri da leggere?</b><br />
Di solito mi affido alle recensioni che trovo in giro su youtube, blog, goodreads anobii et similia (quanto sono social). Credo veramente siano una fonte preziosissima nonché una miniera di titoli e autori da scoprire. Difficilmente scelgo un libro totalmente a scatola chiusa e se lo faccio mi affido al mio sesto senso e mezzo (che ovviamente non sempre ci prende). Comunque solitamente sono molto testarda e se mi viene in mente che devo leggere esattamente quel libro esattamente in quel momento deve essere così o qualcuno ne pagherà le conseguenze.<br />
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<b>2.Dove compri i libri: in libreria o online?</b><br />
Preferisco comprarli in libreria per una serie di motivi che qualsiasi lettore potrà facilmente comprendere. C'è tutto un rituale sacrosanto nell'andare in libreria, guardare i libri, sfogliarli e contemplarli giusto per quelle 4-5 ore assolutamente necessarie (roba che il malcapitato che vi accompagna cerca modi meno dolorosi di uccidersi). Però devo dire che da quando mi sono trasferita all'estero compro soprattutto online. Sia perché acquisto principalmente ebook, sia perché fanno sempre queste fantastiche offerte a pochi euro, che scatenano il mio desiderio di comprare cose totalmente a caso (trattato sulla condizione dei Bonobo in Congo a 2 euro? Mio assolutamente)<br />
<br />
<b>3.Aspetti di finire la lettura di un libro prima di acquistarne un altro oppure hai una scorta?</b><br />
Dipende. Teoricamente ho la scorta, roba che avrei libri da leggere anche nel caso di un'apocalisse zombie. Però è anche vero che mi piace leggere un libro che ho appena comprato, quindi direi una diplomatica via di mezzo.<br />
<br />
<b>4.Di solito quando leggi?</b><br />
Sostanzialmente quando ho tempo. Mi piace leggere la sera prima di andare a dormire, però dipende, a volte ho così sonno che collasso sbavando sul libro, quindi insomma, quando ho tempo. Ultimamente sto leggendo in metro tra uno spostamento e l'altro (combattendo duramente per la conquista di un posto che vecchietti scansatevi).<br />
<br />
<b>5.Ti fai influenzare dal numero delle pagine quando compri un libro?</b><br />
No, dai. Però se un libro è particolarmente voluminoso e so che in quel periodo sono davvero molto impegnata e ho poco tempo per leggere (riferimenti a fatti riguardanti la mia attuale situazione sono puramente casuali), scelgo magari di leggerlo in un periodo in cui sono un po' più libera per godermelo di più.<br />
<br />
<b>6.Genere preferito?</b><br />
Oddio mi mette sempre in crisi questa domanda, non so mai cosa rispondere. In realtà non mi piace la letteratura di genere (ecco, l'ho detto che liberazione). Però insomma, cerco di leggere un po' tutto senza farmi condizionare.<br />
<br />
<b>7.Hai un autore preferito?</b><br />
Non ho un autore preferito in assoluto. Ce ne sono diversi che mi piacciono molto. Alcuni sono quelli che quando pubblicano un libro nuovo mi fiondo a comprarlo subito tipo corsa 100 metri di Bolt, altri sono quelli morti e sepolti che vorrei tanto tornassero in vita per scrivere ancora e ancora e ancora. Dovessi dirne due assolutamente random direi Ammaniti e Salinger.<br />
<br />
<b>8.Quando è iniziata la tua passione per la lettura?</b><br />
Non saprei, mi piaceva leggere quando ero piccola e non ho più smesso. Non nel senso che leggo ininterrottamente da quando avevo 5 anni, però insomma quasi. Sicuramente un po' di merito - colpa? - è di mia mamma e della maestra Maria, la mia insegnante di prima elementare.<br />
<br />
<b>9.Presti libri?</b><br />
Dipende da chi me li chiede. Li presto solo a persone di cui mi fido, ovviamente. E faccio firmare un patto di fedeltà col sangue, nulla di che. (No scherzo, però ci vado vicina)<br />
<b><br /></b>
<b>10.Leggi un libro alla volta oppure riesci a leggerne diversi insieme?</b><br />
Invidio quelle persone che riescono a leggere quattro o cinque libri alla volta, io proprio non ci riesco. Preferisco leggere un libro alla volta, sono monogama.<br />
<br />
<b>11.I tuoi amici/famigliari leggono?</b><br />
Sì soprattutto mia mamma, grande lettrice e accumulatrice seriale. Da qualcuno avrò pur preso no?<br />
<br />
<b>12.Quanto ci metti mediamente a leggere un libro?</b><br />
Dipende dal libro, chiaramente. Posso finirlo in pochi giorni (ma anche in mezza giornata lo ammetto) o trascinarmelo dietro per mesi.<br />
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<b>13.Quando vedi una persona che legge (ad esempio sui mezzi pubblici) ti metti immediatamente a sbirciare il titolo del suo libro?</b><br />
Come no, perché c'è qualcuno che non lo fa? Sono una piccola stalker, sbirciare sempre e comunque con tanto di collo a mo' di giraffa e occhi fuori dalle orbite (che eleganza eh).<br />
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<b>14.Se tutti i libri del mondo dovessero essere distrutti e potessi salvarne uno soltanto quale sarebbe?</b><br />
No dai, non si fa. Che domanda è? E' come chiedere a un genitore quale figlio preferisce.<br />
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<b>15.Perché ti piace leggere?</b><br />
Non mi sono mai posta la domanda in modo serio. E' parte di me, semplicemente.<br />
<br />
<b>16.Leggi libri in prestito (da amici o dalla biblioteca) o solo libri che possiedi?</b><br />
Se leggessi solo libri che possiedo sarai probabilmente povera. Felice sì, ma povera. In Italia praticamente vivevo in biblioteca (ci ho anche lavorato per un anno, quindi sì, ecco...Non è esattamente un modo di dire). Adesso non mi faccio fermare dalla distanza e con il prestito digitale leggo tranquillamente ebook in prestito. Viva la tecnologia, che bello essere poveri.<br />
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<b>17.Qual è il libro che non sei mai riuscito a finire?</b><br />
Ce ne sono diversi perché non mi faccio troppi scrupoli ad abbandonare un libro. Life is too short per leggere libri brutti. Sicuramente Novecento di Baricco. Non che sia un libro brutto eh, però non me ne vogliate ma io proprio con Baricco non ce la faccio, non ci capiamo.<br />
<br />
<b>18.Hai mai comprato un libro solo perché aveva una bella copertina, e cosa ti attrae nella copertina di un libro?</b><br />
Allora, in realtà no. Cioè non è che scelgo i libri solo ed unicamente per la copertina. Magari scelgo un'edizione piuttosto che un'altra se la copertina mi piace di più. Poi visto il mio feticismo per le edizioni particolari/rare/carine/simpatiche/con disegni a caso meravigliosi, allora sì è la fine.<br />
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<b>19.C’è una casa editrice che ami particolarmente, e perché?</b><br />
Ce ne sono tante in realtà, dalle più piccole indipendenti ai grandi colossi.<br />
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<b>20.Porti i libri dappertutto (ad esempio in spiaggia o sui mezzi pubblici) o li tieni “al sicuro” dentro casa?</b><br />
Certo che li porto dappertutto. Tra l'altro probabilmente sono più al sicuro in spiaggia o sull'autobus che in casa mia (giuro non sono disordinata, è che i buchi neri si generano da soli ogni giorno). E poi di solito leggo sul kindle che ho sempre in borsa.<br />
<br />
<b>21.Qual è il libro che ti hanno regalato che hai gradito maggiormente?</b><br />
Ce ne sono diversi. Il primo che mi è venuto in mente è Il Piccolo Principe. Non è tra i miei preferiti devo essere sincera, ma mi è stato regalato da mia cugina quando avevo nove anni, perché 'un bambino non può non aver letto il piccolo principe'. E aveva ragione.<br />
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<b>22.Come scegli un libro da regalare?</b><br />
In base ai gusti della persona a cui devo regalarlo, direi. E' capitato anche che regalassi un libro che era piaciuto tanto a me, però solo se conosco bene la persona e so che verrà apprezzato. Nel caso in cui fossi costretta a regalare un libro, tipo che mi puntano una pistola alla testa e mi dicono regala un libro a un perfetto sconosciuto (uno scenario molto plausibile tra l'altro) sceglierei qualcosa di Roald Dahl o un bel classicone.<br />
<br />
<b>23.La tua libreria è ordinata secondo un criterio, o tieni i libri in ordine sparso?</b><br />
La mia libreria in Italia certo come no, ordinatissima. In scala cromatica proprio. No, è decisamente un casino. Tra l'altro non ho una singola libreria, ne ho due o tre sparse. Ci fu stato (in un remoto regno) un tempo in cui i libri avevano un senso, sistemati per casa editrice ma è solo un ricordo lontano. Qua ho eliminato direttamente il problema perché ahimè non ho una libreria. Ma ci lavorerò (o mi butteranno fuori di casa, più probabile).<br />
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<b>24.Quando leggi un libro che ha delle note, le leggi o le salti?</b><br />
Sì, anche se di solito le leggo a capitolo terminato per non guastarmi la lettura.<br />
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<b>25.Leggi eventuali introduzioni, prefazioni e postfazioni dei libri o le salti?</b><br />
Se le introduzioni o prefazioni sono state scritte da autori che mi piacciono molto o di cui ho grande stima sì, le leggo subito e con piacere, altrimenti salto direttamente al primo capitolo e poi recupero la prefazione a lettura ultimata, per chiarire meglio i concetti. Nel caso di classici o libri di autori molto conosciuti le leggo sempre, per capire il quadro d'insieme, dove siamo e di cosa stiamo parlando. In generale comunque sono importanti per capire meglio l'opera, quindi sì le leggo sempre.<br />
<br />
<br />
Come sempre la sintesi non è il mio dono e come sempre sono una ribelle nell'anima. Non taggo cinque persone ma sentitevi tutti taggati, è sempre bello leggere le abitudini (o manie, o feticci...) di altri lettori. </div>
Violahttp://www.blogger.com/profile/11573134882296016341noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-4545482310971474178.post-73718598679786375062017-04-13T02:02:00.001-07:002022-05-18T02:08:07.607-07:00Ti racconto | Tredici di Jay Asher<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVFPc1tOuVz_F8Br8m-hS9dMXPeQPknvMI86d66N3DqWki7zcZ4_qLeb2x-0QocoaN_2HrzfJKmVrWqj2M19WxamDTNo5Ev2igg-ThqGxj3yRelhLjpimjfmu0wxro_j39nUofW-fllC0/s1600/download.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVFPc1tOuVz_F8Br8m-hS9dMXPeQPknvMI86d66N3DqWki7zcZ4_qLeb2x-0QocoaN_2HrzfJKmVrWqj2M19WxamDTNo5Ev2igg-ThqGxj3yRelhLjpimjfmu0wxro_j39nUofW-fllC0/s200/download.jpg" width="130" /></a>A me piacciono molto i romanzi per ragazzi, li leggo molto volentieri e credo siano fondamentali per avvicinare i più giovani alla lettura e magari sensibilizzarli verso temi importanti. In particolare prediligo i romanzi che parlano direttamente all'adolescente; che raccontano qualcosa del loro mondo, che se lo leggi a 15 anni dici "cavolo è proprio questo lo schifo che sento" o che se lo leggi alla veneranda età di 25 anni - come nel mio caso - dici "mamma mia come sono vecchia, era proprio questo lo schifo che sentivo". </div>
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Tutto questo ambaradam di parole per dire che ho deciso di leggere <b>Tredici </b>di Jay Asher.</div>
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Metto subito in chiaro che questo libro non mi ha convinta del tutto, mi ha lasciato una strana sensazione addosso. Si è sentito parlare molto di questo romanzo ultimamente, nonostante non sia poi così recente. E' uscito infatti nel 2007 con il titolo originale "<b>Thirteen Reason Why</b>". <b>Netflix </b>ha deciso di adattare il romanzo in una serie televisiva uscita alla fine del mese scorso, motivo per cui è praticamente sulla bocca di tutti. Non è questo, il realtà, il motivo che mi ha spinto a iniziare questo libro, quanto la trama ha subito stuzzicato la mia attenzione.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibCq7edKRotLP_IebNHbG-c3hyphenhyphentrIlgPH2BF9Ox8duSY2FYj63rDUFqopWBbkLNW3crLoI_4WEZZMJyWHXZzs5FtKQfKdx7RHL76RujEboUBsi7GGtU0CYsLVlUQP7C7cnMx_5cAmZADU/s1600/download+%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibCq7edKRotLP_IebNHbG-c3hyphenhyphentrIlgPH2BF9Ox8duSY2FYj63rDUFqopWBbkLNW3crLoI_4WEZZMJyWHXZzs5FtKQfKdx7RHL76RujEboUBsi7GGtU0CYsLVlUQP7C7cnMx_5cAmZADU/s1600/download+%25281%2529.jpg" /></a>La storia è raccontata dal punto di vista di Clay Jensen, un ragazzino di prima liceo che un giorno, tornato a casa da scuola, trova ad aspettarlo fuori casa un pacco senza mittente. Che bello, pensa, una sorpresa. Magari un'ammiratrice anonima. Ma non va proprio così e il suo entusiasmo presto si placa; nel pacco trova sette cassette numerate con dello smalto blu. Ascoltandole Clay ha un tuffo al cuore.<b>Hannah Baker,</b> una ragazza della sua scuola per cui Clay aveva una cotta. La stessa ragazza della scuola che si è tolta la vita qualche settimana prima. Quelle cassette sono il modo in cui Hannah vuole raccontare la sua versione dei fatti, raccontare la sua vita. Il destinatario del pacco deve ascoltare le cassette, seguendo le indicazioni di Hannah, per poi passarle al successivo della lista. Tredici storie, tredici persone che, in un modo o nell'altro, hanno giocato un ruolo nella vita di Hannah, influenzando la sua decisione di sparire per sempre.<br />
Quella che sente è la voce di </div>
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Mi è venuta in mente quella frase che dice "<i>ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai niente. Sii gentile, sempre</i>." Ecco, parafrasando possiamo dire che questo libro ci vuole dire questo. La storia mi è sembrata subito molto interessante perché va a sviscerare il tema del bullismo in tutte le sue sfaccettature, un argomento di cui si sente parlare sempre più spesso e che, purtroppo, esiste dalla notte dei tempi. </div>
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Gli anni delle medie e del liceo possono essere l'esperienza più simile all'inferno in terra che si possa immaginare e a volte l'unica soluzione possibile sembra quella di lasciare tutto, mollare. Ed è quello che fa Hannah.</div>
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La verità è che questo romanzo non mi ha soddisfatta del tutto. Le ragioni che hanno portato Hannah a compiere un atto così estremo come il suicidio possono essere discutibili, nonostante io non riesca a comprenderle del tutto non significa che non siano realmente concrete. Sono fatti che presi singolarmente possono non aver nessun valore ma sommati l'uno all'altro creano un'onda capace di trascinarti alla deriva. L'effetto valanga non è sicuramente da sottovalutare, ci vuol poco a perdere il controllo della situazione, delle emozioni. Un sassolino non è niente ma un sassolino più un sassolino più un altro sassolino possono causare una reazione a catena difficile da controllare. Ho cercato di mettermi nei panni di questa ragazza. Nuova città, nuovi volti da conoscere, nuove persone da imparare a chiamare amici. Il senso di vuoto, di solitudine, il cercare un appiglio e trovare solo pareti scivolose. Ecco, ripeto, nonostante forse non riesca a capire appieno questo meccanismo, riesco comunque capire come agli occhi di un adolescente sembrino problemi insormontabili, una vera e propria questione di vita o di morte (letteralmente,in questo caso).</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnJKNdoTiov2t6tRh_5bon14JEEKntAON_WMv6nU9uNxZUDVhXgQhoqhdnYDMixyXFWUfGidhOiLYGVdFNyfh0_nqevp1IizPpF4d-8UsdskZ9lA9juNhG9HplTt5qmMv1Wc2WTcP7N98/s1600/images.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnJKNdoTiov2t6tRh_5bon14JEEKntAON_WMv6nU9uNxZUDVhXgQhoqhdnYDMixyXFWUfGidhOiLYGVdFNyfh0_nqevp1IizPpF4d-8UsdskZ9lA9juNhG9HplTt5qmMv1Wc2WTcP7N98/s1600/images.jpg" /></a></div>
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La cosa che invece non mi ha convinta del tutto è proprio Hannah. Allora, io capisco tutto. Essere un'adolescente è, per alcuni, un'agonia senza fine e certo, sicuramente non è facile. Il fatto è che proprio non sono riuscita ad empatizzare con lei. Anzi, a tratti mi è risultata estremamente fastidiosa e i suoi comportamenti inspiegabili. </div>
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Ho trovato davvero irritanti alcuni pensieri, alcune azioni. Da una parte ho trovato ingiusto che accusasse i suoi compagni, addirittura i suoi professori, di averla portata a quell'estrema decisione, dal momento che lei per prima sembra non voler fare niente per cambiare le cose, sbloccare la situazione. Capisco l'adolescente fragile, capisco la pressione. Diciamocelo, l'ambiente del liceo americano non è esattamente quello che si dice una boccata d'aria fresca. Di certo è ben lontano da nostro immaginario di scuola, è come una specie di micro realtà basata su ranghi sociali in cui cheerleader e quarterback sono i leader indiscussi. Comunque io capisco tutto ma sembra quasi che la <i>Hannah-in-vita</i> (ok, brutto detto così, ma rende l'idea) e la <i>Hannah-ragazza-suicida</i> delle cassette siano come due personaggi diversi. Tutta la durezza e la voglia di riscatto che si percepisce nelle cassette registrate, non emerge per niente nei pensieri e nelle azioni della Hannah viva e vegeta intenta ad affrontare i problemi che la vita le para davanti. Perché tutta questa rabbia che esplode dopo non l'ha buttata fuori prima? Sembra che a ogni colpo, a ogni batosta, incassi un colpo che crea un vuoto dentro di lei. E colpo su colpo il vuoto si allarga, tanto da diventare incolmabile. Ma era davvero necessario arrivare a quel punto? Lasciare che la valanga la travolgesse? Quanto peso hanno gli altri e quanto ne abbiamo noi, verso noi stessi? </div>
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In molte occasioni Hannah non appare migliore delle persone verso cui punta il dito contro. Lei stessa poteva intervenire fermando azioni ben peggiori, ma non lo fa. Quindi? Non ha forse anche lei avuto un peso nella vita di un'altra persona, contribuendo a renderla più difficile?</div>
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In altri casi poi, sembra entrare in atto una specie di meccanismo "<i>occhio per occhio</i>" e proprio non riesco a capire come possa aver senso in una storia di questo tipo, in cui si dovrebbero in tutti i modi condannare comportamenti aggressivi. Voglio dire, ripagare con la stessa medaglia non è la soluzione, far provare agli altri quello che hai provato tu<b> non ti rende migliore di loro.</b></div>
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Inoltre, i suoi blandi tentativi di chiedere aiuto non solo avvengono quando è ormai chiaramente troppo tardi, ma sembrano proprio studiati per ribadire quanto gli altri non la capiscano e perciò si senta sola al mondo. Quando finalmente prova a chiedere aiuto è ovvio che nella sua testa ha già deciso e il dialogo con il consulente scolastico, che è a mio parere assurdo, risulta anche totalmente inutile. Per piacere lasciatemelo dire, è assolutamente allucinante! Cioè questa ragazzina cerca di denunciare un abuso e, seppur non la riguardi in prima persona, il professore non si sente in dovere di approfondire la questione? Mah. </div>
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Il punto comunque è che gli altri non ti possono aiutare se tu per prima non vuoi e soprattutto non glielo permetti. </div>
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La cosa che ho comunque più apprezzato è la visione d'insieme. Il messaggio di fondo è semplice e chiaro, un vero e proprio inno contro il bullismo. Non si può sapere che peso potrebbero avere le nostre parole o le nostre azioni nei confronti di un'altra persona ed è importante ricordarlo, sempre. Credo sia un messaggio che soprattutto gli adolescenti dovrebbero marchiarsi a fuoco nella mente; le nostre azioni, seppur ci appaiano minime o insignificanti, hanno un peso e hanno sempre delle conseguenze. E' importante imparare a responsabilizzarsi, lo è a tredici anni come a trenta.</div>
<blockquote class="tr_bq">
"Ma quando giocherellate con una parte della vita di qualcuno, in realtà non stuzzicate solo quella. Purtroppo, è impossibile essere così accurati e selettivi. E il particolare con cui vi siete trastullati finisce poi per influenzarne l'intera esistenza. Tutto agisce... su<br />
tutto."</blockquote>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvXWOTnMV3LF3ACqqR5yMGnxeaq7wYTTe7IWvkM-nUmeNueRH_7dMDw3oaqiU8HJ0xTqeIN5fOvp6SXm8EgIXzGcgW73pKgdkSIJvJaiZ_K8GKwNyWvDl9Lb-H-I79QxPnw3I0ify1jVw/s1600/download+%25284%2529.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvXWOTnMV3LF3ACqqR5yMGnxeaq7wYTTe7IWvkM-nUmeNueRH_7dMDw3oaqiU8HJ0xTqeIN5fOvp6SXm8EgIXzGcgW73pKgdkSIJvJaiZ_K8GKwNyWvDl9Lb-H-I79QxPnw3I0ify1jVw/s1600/download+%25284%2529.jpeg" /></a>Questo romanzo ha tutte le caratteristiche di uno young adult e, nonostante il tema tocchi sicuramente<br />
più da vicino il mondo degli adolescenti, in teoria potrebbe benissimo raggiungere anche un target più adulto, basti pensare a insegnati o professionisti che hanno a che fare con ragazzi quotidianamente. Resta comunque il fatto che lo stampo rimane quello di uno young adult, quindi alcune situazioni sono estremizzate (ecco, tipo la scena del consulente, ancora ci penso).<br />
Devo dire anche che ho iniziato a vedere la serie su Netflix (ovviamente, come potevi esimermi) e per adesso mi sembra strutturata meglio del libro. Paradossalmente mi sta coinvolgendo di più, crea più impatto (nonostante sia una serie di Netflix, quindi sia piuttosto lenta). Hanno cambiato alcune cose rispetto al libro e forse proprio perché vengono enfatizzate, calcando su alcune scene, fanno arrivare il messaggio forte e chiaro: le nostre azioni, anche le più minime, hanno delle ripercussioni e possano avere un impatto tanto forte quanto disastroso su un'altra persona. </div>
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Quindi sii gentile, sempre, non sai che battaglia sta combattendo l'altra persona. </div>
Violahttp://www.blogger.com/profile/11573134882296016341noreply@blogger.com20tag:blogger.com,1999:blog-4545482310971474178.post-69767059720850859742017-03-29T03:01:00.002-07:002022-05-18T02:08:19.532-07:00Anything but books tag <div>
<span style="color: #333333;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Dunque, sono ancora viva. Strano si direbbe ma nessun vortice nero mi ha risucchiato e non sono sparita nell'etere. Avevo pensato di fare una specie di "life update" o una cosa del genere, come fanno le vere blogger vlogger blobber ma poi insomma, ho pensato ma a chi interessa, ma a chi frega ma dai, su. Quindi alla fine ho deciso di fare un tag completamente a caso ma soprattutto completamente slegato dal mondo libresco. Questo sostanzialmente perché da un mese a questa parte sono cambiate infinite cose. Mi sono trasferita dall'altra parte del mondo, sono andata a convivere, mi sono cresciuti i capelli insomma tutte cose degne di nota che hanno causato una specie di esplosione nella mia mente, decisamente troppo impegnata a capire come resistere al caldo tropicale o come cucinare senza dar fuoco alla casa. Insomma in poche parole, ho letto veramente veramente poco negli ultimi mesi. Ecco perché ho deciso di fare un tag a caso in cui sproloquio a caso (cosa che tra l'altro mi riesce benissimo, s'era capito?) su tutto ma proprio tutto tranne che i libri.</span></span></div>
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<span style="background-color: white;"><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></span></span></div>
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<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>1. Nomina un cartone (o cartoni) che ami </b></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtDxYzjxLCpMnAOyjY_a_jKhaOJ4iTsJmwXMe7VbOEte8nMEtbDaYeitYIl4zWAm28buYU4Ggv0l6D9mqekLwRNvTB5EVxRRGbChxJa23SgDJ8xEPRZAHg8EBVtagjOTWfDFB8mn_sxXQ/s1600/giovanni-meme-non-ce-la-faccio-troppi-ricordi.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="148" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtDxYzjxLCpMnAOyjY_a_jKhaOJ4iTsJmwXMe7VbOEte8nMEtbDaYeitYIl4zWAm28buYU4Ggv0l6D9mqekLwRNvTB5EVxRRGbChxJa23SgDJ8xEPRZAHg8EBVtagjOTWfDFB8mn_sxXQ/s200/giovanni-meme-non-ce-la-faccio-troppi-ricordi.jpg" width="200" /></a></div>
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<span style="background-color: white;"><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Per non scomodare i cartoni Disney che dai vabbe' si amano un po' tutti, direi che ci sono dei cartoni animati a cui sono particolarmente affezionata perché li guardavo sempre da piccola su Cartoon Network e Disney Channel (esistono ancora? Li guardavo solo io? Chissà). Adoravo Pepper Ann, Doug, Il laboratorio di Dexter, Finalmente weekend, Mucca e Pollo, Ricreazione (non ce la faccio, troppi ricordi). Probabilmente li guardavo solo io in tutto il globo, il che spiegherebbe il motivo per cui non esistono più. </span></span></span></div>
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<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>2. Qual è la tua canzone preferita del momento?</b> <a href="https://www.youtube.com/watch?v=lt5S9_IHN2I">Dal Verde</a> di Calcutta. Ma anche <a href="https://www.youtube.com/watch?v=NVi82wB1_Is">Cosa mi manchi a fare</a> di Calcutta. Ma anche Gaetano di Calcutta. Insomma, sto in fissa con Calcutta. </span></span></div>
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<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>3. Cosa potresti fare per ore (tranne leggere)?</b> Mangiare? Dormire? Si possono contare come attività ricreative? No comunque anche guardare serie tv in loop o video su youtube (inizi cercando un innocente tutorial sul contouring e ti ritrovi 7 ore dopo guardando un documentario in turco sui vombati australiani, tutto regolare). </span></span></div>
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<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>4. Qual è una cosa che fai della quale i tuoi followers rimarrebbero sorpresi?</b> I miei followers che sono Clio Makeup? Comunque non saprei, probabilmente cucinare. Questo perché sostanzialmente sono una delle peggiori cuoche nella storia dell'arte culinaria (ed è cosa piuttosto nota). Però ecco, per sopravvivere mi tocca, quindi ahimè cucino. Oltretutto se mi impegno riesco anche a non bruciare la casa e preparare cose commestibili (pensa te), addirittura qualche volta sforno anche cose discretamente appetitose (chi l'avrebbe mai detto). </span></span></div>
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<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>5. Qual è la cosa della quale preferisci imparare non necessariamente specifica? </b>Sono abbastanza curiosa quindi ci sono diversi ambiti che catturano la mia attenzione, anche completamente slegati tra loro. Mi appassiona il mondo delle scienze sociali/umane in tutte le loro sfaccettature. Oppure un'altra cosa che mi appassiona molto sono le biografie degli autori. O, banalmente, adoro imparare qualsiasi cosa sul mondo dei libri (quanto è bello leggere un libro sui libri?)</span></span></div>
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<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>6. Nomina una cosa inusuale che sei in grado di fare</b>. Oddio non saprei, tipo? Arrotolare la lingua o piegare le dita in modo strano valgono come abilità? </span></span></div>
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<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>7. Nomina qualcosa che hai fatto nell'ultimo anno. </b>Lasciare casa e trasferirmi a mille anni luce di distanza, per esempio. (No dai, mille anni luce no, solo qualche fuso orario di differenza). </span></span></div>
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<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>8. Qual è il tuo progetto personale più recente? </b>Ricominciare a studiare. Qualcosa di nuovo, in un ambiente nuovo, in una lingua che non è la mia. </span></span></div>
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<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>9. Raccontaci qualcosa alla quale pensi spesso.</b> Alla mia famiglia, ai miei amici, al mio cane. A mio nonno. </span></span></div>
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<span style="background-color: white;"><span style="color: #333333;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ora però basta eh, mi sto autoammorbando da sola. </span></span></span></div>
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<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>10. Raccontaci qualcosa che ami ma rendila stranamente specifica</b> (es. il tuo cibo preferito quando hai studiato tutto il giorno e hai dimenticato di mangiare). Togliersi i pantaloni e mettersi in ciabatte dopo una giornata fuori casa, spalmarsi sul divano e leggere/mangiare/dormire/guardare video su youtube/serie tv (vedi punto 1). Ma anche fare qualcosa per me dopo una brutta giornata. </span></span></div>
<br />
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<span style="-webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: white; color: #333333; display: inline !important; float: none; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>Raccontaci la prima cosa che ti passa per la testa. </b>Mamma mia quanto sono logorroica</span></span></div>
Violahttp://www.blogger.com/profile/11573134882296016341noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-4545482310971474178.post-27692658463314904292017-02-03T05:05:00.001-08:002022-05-18T02:08:34.674-07:00Wrap up January | Le cose di Gennaio<div>
<div style="text-align: justify;">
Gennaio non è stato un bel mese per me. Sono successe molte cose, alcune non molto belle che mi hanno portato ad avere un umore altalenante, tendenzialmente cupo. Questo, inevitabilmente, si è riversato su molti aspetti della mia vita, compresa la lettura. Non volevo nemmeno farlo questo recap del mese, tanto vorrei spazzare via gennaio senza degnarlo della minima considerazione, ma alla fine ho deciso che il miglior modo per esorcizzare un brutto periodo è proprio affrontarlo a muso duro. Quindi, ecco le cose che ho letto, visto e ascoltato in queste mese.</div>
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<div style="text-align: justify;">
Iniziamo con le <b>letture. </b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEig6FilpqZI7rTGzUZLyxfXSCfcI3b7KKO4R1KmC3l_fu_vPMYeuBdGVFJPMkZU2AHylcTO1AHlwcwSasQiP197vBdgFaamIzhI-2evJAQYKi_crWSuuJwUCN19AUiVM6Fw86SOf0jqLq0/s1600/otto+montagbe-tile.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" height="157" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEig6FilpqZI7rTGzUZLyxfXSCfcI3b7KKO4R1KmC3l_fu_vPMYeuBdGVFJPMkZU2AHylcTO1AHlwcwSasQiP197vBdgFaamIzhI-2evJAQYKi_crWSuuJwUCN19AUiVM6Fw86SOf0jqLq0/s200/otto+montagbe-tile.jpg" width="200" /></a></div>
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Come dicevo il mio umore non è stato dei migliori e questo ha influenzato molto le mie letture. Non ho letto molto - almeno, per i miei standard - quantomeno, come si dice, pochi ma buoni. Il primo romanzo che ho letto è stato <b>'Le otto montagne'</b> di <b>Paolo Cognetti</b> (se volete leggere il mio parere in modo più approfondito ne ho sproloquiato abbastanza <a href="http://laquasiadatta.blogspot.it/2017/01/ti-racconto-le-otto-montagne-di-paolo.html">qui</a>).</div>
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Paolo Cognetti è un autore che mi piace veramente molto (e dalle interviste che ho letto mi sembra anche una bella persona). Almeno da questo punto di vista ho iniziato bene l'anno, perché Le otto montagne è un romanzo di formazione veramente intenso. Una storia di crescita, di legami, di amicizie, di amori e di perdite. Pietro e Bruno sono due facce della stessa medaglia, la montagna li unisce e li divide allo stesso tempo. La leggenda delle otto montagne si chiede se 'avrà imparato di più chi ha fatto il giro delle otto montagne o chi è arrivato in cima al monte Sumeru?" parabola perfetta dell'amicizia che lega Pietro e Bruno. Una lettura riflessiva e intima, sui valori della vita. L'altro romanzo che ho letto è stato <b>'Le ragazze</b>' di <b>Emma Cline</b>. Ne ho abbondantemente parlato nel <a href="http://laquasiadatta.blogspot.it/2017/01/ti-racconto-le-ragazze-di-emma-cline.html">post precedente</a> quindi mi limito a dire che è stato una piacevole sorpresa. Soprattutto se pensiamo che si tratta del romanzo d'esordio di una giovanissima autrice americana non si può far altro che rimanere pienamente soddisfatti. Un romanzo sull'adolescenza, sull'accettazione la disperata e dissacrante ricerca del sé come identità individuale.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgj1qBaHSRnord7PHg4cwALeeqQSsqDq_cy44SJsyCisy022E5ZkyiFUohwN2V9TgX8Jll9FP6yJRW4yDyT2ld2cgn9nFpZGz3HlNqaMsnB9i_-zA5JpX7_UZUJl1tGW0_ttlctWtRZv5w/s1600/fun-tile.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" height="144" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgj1qBaHSRnord7PHg4cwALeeqQSsqDq_cy44SJsyCisy022E5ZkyiFUohwN2V9TgX8Jll9FP6yJRW4yDyT2ld2cgn9nFpZGz3HlNqaMsnB9i_-zA5JpX7_UZUJl1tGW0_ttlctWtRZv5w/s200/fun-tile.jpg" width="200" /></a></div>
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Gli <b> </b>altri due volumi che ho letto sono due graphic novels cioè <b>Fun </b>e il suo seguito <b>More Fun</b> di <b>Paolo Bacilieri.</b> Sono due graphic novels che parlano di uno dei pilastri della cultura statunitense - prima - e nostrana - poi - ovvero le parole crociate. Come nascono? Come si evolvono? Ma, soprattutto, come riescono ad ottenere il successo travolgente che hanno avuto negli anni? In un viaggio che parte da New York in una gelida mattina di inizio secolo ripercorriamo le tappe di questo ormai famosissimo passatempo che ha accompagnato la nostra cultura di generazione in generazione, fino alla creazione dell'attuale Settimana Enigmistica. Le tavole sono evocative, i palazzi, le finestre, le strade, tutto richiama lo schema a quadratini bianchi e neri. L'autore ci trascina in un viaggio a tratti surreale e senza dubbio rocambolesco. Paolo Bacilieri ha infatti uno stile ironico e pungente che più di una volta ti strappa un sorriso e ti lascia interdetto. Se, come me, siete appassionati di parole crociate è proprio una chicca da leggere. </div>
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<b>Serie tv</b></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXUoPiUy2DG_Y8Bpx-GzAZABp_ukfh-TO_3SRL-MaWKjt1niIrAnAr7Z_SRqx65_xheCRSFHbClUiwcmwa8kyuN-HxtJoky4DhXm6vhPqikfpg-kCQuG-Id32HTjT7AHL3ywgkWwfBDjY/s1600/maxresdefault-tile.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" height="114" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXUoPiUy2DG_Y8Bpx-GzAZABp_ukfh-TO_3SRL-MaWKjt1niIrAnAr7Z_SRqx65_xheCRSFHbClUiwcmwa8kyuN-HxtJoky4DhXm6vhPqikfpg-kCQuG-Id32HTjT7AHL3ywgkWwfBDjY/s200/maxresdefault-tile.jpg" width="200" /></a></div>
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Vergogna e sciagura su di me, questo mese sono stata completamente assorbita dalla visione di <b>Pretty Little Liars.</b> Allora, allora prima di dire altro (don't judge me) piccola premessa. Io avevo cominciato a guardare questa serie anni fa, quando uscì. Arrivata alle quarta stagione arrancai drasticamente (stava veramente degenerando) e smisi di guardarla. Da quando l'hanno caricata su Netflix mi è partito questo rewatch selvaggio e non sono riuscita ad esimermi dal riguardarla da capo. Siamo tutti d'accordo che Pretty Little Liars è un teen drama caratteristico per i suoi picchi trash a cui poche serie tv sono arrivate ma, nonostante questo, ha un fascino quasi ipnotico su di me. Sicuramente perché tutto sommato è ben costruito e una delle peculiarità sono proprio i plot twist (forse bastava meno, uno a episodio mi pare anche troppo) che lo rendono intrigante e ti tengono incollato allo schermo. Poi devo dire che uno dei motivi per cui ho deciso di rivederlo sono proprio le uscite trash che mi regala ogni volta (vogliamo parlare di queste ragazzine di sedici anni che vanno a scuola vestite che boh, io manco in discoteca il sabato sera).</div>
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<b>Film</b></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibTBcw_d-mLisKUvFg_K8ozqYCIVaSkNdGaOi9_F7c_PnFt-ULFJAI4drwgFRXTRQleVr0qcGjHKMifHn5yECEsh1nA0dcW_5aOUq4ESlFnRcGCioHSV-qJ87MLWCQhY6chmqiXR9Nny8/s1600/images+%25281%2529-tile.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" height="233" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibTBcw_d-mLisKUvFg_K8ozqYCIVaSkNdGaOi9_F7c_PnFt-ULFJAI4drwgFRXTRQleVr0qcGjHKMifHn5yECEsh1nA0dcW_5aOUq4ESlFnRcGCioHSV-qJ87MLWCQhY6chmqiXR9Nny8/s320/images+%25281%2529-tile.jpg" width="320" /></a></div>
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Questo mese ho visto due film al cinema.</div>
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Il primo è <b>Collateral Beauty</b> (regia di David Frenkel). Scelto alla cieca, senza sapere niente sulla trama e spinta soprattutto dal cast infatti quando ho visto <b>Will Smith, Kate Winslet, Kiera Knightley e Edward Norton</b> mi si sono illuminati gli occhi. In realtà mi ha deluso parecchio. Non che sia un film brutto ma forse mi aspettavo qualcosa di più e invece mi è apparso piuttosto banale. In breve, è la storia di Howard un manager di grande successo che non riesce a superare la perdita della figlia di appena sei anni. I suoi tre migliori amici e colleghi si impegnano per trovare un espediente per far sì che Howard superi il lutto e salvi la società per cui lavorano. </div>
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L'ho trovato un po' forzato in alcune scelte e in generale decisamente troppo amplificato: il tema centrale sembra essere la sofferenza. Forse persino troppo.</div>
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L'altro film visto, visto di recente, è <b>La La Land</b> (regia di Damien Chazelle). Allora, ero molto molto scettica a riguardo e ad essere sincera non volevo nemmeno troppo vederlo. Il motivo principale è che odio i musical (ebbene sì, l'ho detto). Che poi non è vero che li odio, ci sono delle eccezioni. Diciamo che se devo scegliere evito i musical. Sono stata spinta da tutte le nomination (ben 14!) e alla fine mi ha sorpreso. Scenografie pazzesche e regia tecnicamente impeccabile. <b>Emma Stone</b> e <b>Ryan Gosling</b> fantastici, soprattutto Ryan Gosling che ho trovato eccezionale. La storia, nonostante sia essenzialmente molto semplice, è spettacolarizzata dalle coreografie e dalla sceneggiatura. Il messaggio di fondo è dolce-amaro. Insegui i tuoi sogni, credi in te stesso, lotta per avere quello che vuoi, ma forse è anche giusto scendere a compromessi, forse è necessario sacrificare qualcosa.</div>
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Il finale sulle prime mi ha lasciato interdetta, ripensandoci dopo credo sia stato il finale perfetto. Quella nota amara che ti riporta un po' con i piedi per terra e ti ricorda che la vita sì è bella, ma le favole in fondo non esistono.</div>
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<br /></div>
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<b>Musica</b></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSMC5XT8XbMW_U_Bs3rKu6w1EJGw8crc0Y9fPUe9CDeB4q4Au_ZOJEN0M0QD8XwO5gFvPoV6Q6Qp6_fFDnemU-DuTZdO25n704YmqQ76SR9nyrUds3MYeZ0pOfnR7mp1UP2gevaSx_ZL0/s1600/download+%25283%2529.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" height="197" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSMC5XT8XbMW_U_Bs3rKu6w1EJGw8crc0Y9fPUe9CDeB4q4Au_ZOJEN0M0QD8XwO5gFvPoV6Q6Qp6_fFDnemU-DuTZdO25n704YmqQ76SR9nyrUds3MYeZ0pOfnR7mp1UP2gevaSx_ZL0/s200/download+%25283%2529.jpeg" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Nel mese di gennaio è uscito <b>L'amore e la Violenza</b>, ultimo album dei <b>Baustelle. </b>Io sono una grandissima fan dei Baustelle (avevo anche letto il libro di Francesco Bianconi, una vera groupie) e la notizia del nuovo album mi aveva infervorata da morire. Ovviamente non ha deluso le mie aspettative, anzi. Sicuramente mi è piaciuto tanto perché mi ha ricordato molto Il sussidiario illustrato della giovinezza, che pubblicarono nel (lontanissimo!) 2000. Le tematiche care ai Baustelle (l'amore, la morte, la giovinezza, i preti) sono presenti anche qua e rappresentano il fulcro centrale. La differenza con i precedenti album si ha nella retrospettiva: mentre nel Sussidiario illustrato della giovinezza si affrontavano questi temi secondo un'ottica giovanile, quasi adolescenziale, qua li affrontiamo con una maturità del tutto nuova. Non siamo più i sedicenni disarmati e attoniti di fronte ai primi amori, al sesso, a quella voglia incontenibile di fuggire dalla provincia. Nell'Amore e la violenza siamo giovani adulti, ancora alle prese con l'amore, il sesso e la voglia di fuggire ma abbiamo gli strumenti per affrontarli o almeno per combattere dignitosamente. Questo album per me rappresenta la crescita dall'adolescenza all'età pre-adulta, un percorso interiore che sono felice di aver intrapreso insieme ai Baustelle. </div>
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Violahttp://www.blogger.com/profile/11573134882296016341noreply@blogger.com13tag:blogger.com,1999:blog-4545482310971474178.post-61155409534117769432017-01-31T13:40:00.002-08:002022-05-18T02:08:50.381-07:00Ti racconto | Le ragazze di Emma Cline<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpc0yWV3D0DZL0OHjXyPG7YHPXFJMS91jzu2igAqaS5vXJVVJL3QWcVhWm640Q2_q6bTd86BOIV6M2us9UmzUgdOXkGS3odUPMefMGQL-ti3wJn2MnJwjDXFVZ9IkTP0nIGPSbU-zzov8/s1600/copertina_le-ragazze.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpc0yWV3D0DZL0OHjXyPG7YHPXFJMS91jzu2igAqaS5vXJVVJL3QWcVhWm640Q2_q6bTd86BOIV6M2us9UmzUgdOXkGS3odUPMefMGQL-ti3wJn2MnJwjDXFVZ9IkTP0nIGPSbU-zzov8/s200/copertina_le-ragazze.jpg" width="127" /></a></div>
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<div style="-moz-border-radius: 10px; -webkit-border-radius: 10px; background-color: white; border: 5px solid #400040; color: #2f2f2f; font-family: "verdana"; font-size: 14px; line-height: 90%; padding: 5px; width: 650px;">
<br />
Titolo: Le ragazze<br />
Autore: Emma Cline <br />
Casa Editrice: Einaudi
<br />
Traduzione: Martina Testa <br>pp. 344 <br />
€ 18,00 <br />
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Io sono un po' come San Tommaso, quello che non ci crede finché non ci sbatte il naso (che poi vabbè, povero San Tommaso...). In pratica più un libro fa notizia o si parla di caso editoriale più io mi tengo lontana. E' più forte di me, tendo a fuggire di fronte a tutti quei libri (bestseller? mah) a cui appiccicano una roboante fascetta piena di false speranze. Eppure ecco che ogni tanto ci sono questi romanzi che mi fanno ricredere e mi sorprendono, piacevolmente. Le ragazze, romanzo d'esordio della giovanissima autrice statunitense Emma Cline, ha spopolato in America e non solo. Ha fatto così tanto parlar di sé per diversi motivi. Uno dei motivi sicuramente è da attribuire alla scelta di ispirarsi a un tragico fatto di cronaca che suscitò scalpore in America. Un terribile pluri-omicidio in cui perse la vita Sharon Tate, moglie del famoso regista Roman Polanski.</div>
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Evie Boyd è una ragazzina di quattordici anni e sta affrontando uno dei mostri contro cui è più difficile combattere: <i>l'adolescenza</i>. E' una ragazzina normale, annoiata, anonima. Un giorno al parco viene attratta dalla visione delle ragazze che si aggirano <i>'fluide, incuranti come squali che tagliano l’acqua'</i>. In particolare Evie è stregata da Suzanne, così atipica, così bella. E basta un attimo. In un attimo la sua vita viene stravolta, risucchiata in un vortice senza controllo.</div>
<div style="text-align: justify;">
E' vero che questo è un romanzo sull'adolescenza e lo è in senso molto ampio eppure molto personale.</div>
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Emma Cline viviseziona ogni emozione, ogni sensazione e la distrugge fino a rendere tutto apatico, senza senso. Adolescenza è sinonimo di accettazione. Gli adolescenti devono sentirsi accettati, ne hanno bisogno è una necessità fisiologica. La convinzione alla base è riporre tutte le aspettative, le ansie e le angosce nell'attesa di essere accettati dagli altri, da <i>qualcuno</i>. Dimenticando che i primi da fronteggiare siamo noi stessi. Non puoi essere accettato dagli altri se prima non impari ad accettarti con te stesso. Ad amare quello che sei. Ma questi ovviamente sono ragionamenti a posteriori, campati lì da qualcuno che l'adolescenza l'ha ampiamente superata.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il problema infatti sorge quando ci sei dentro, fino al collo. Quando hai 15 anni e l'unica cosa che vuoi è far parte di qualcosa, di un qualcosa che sia <i><b>qualsiasi</b></i> cosa. Essere come loro. Essere notata. Essere apprezzata. Essere amata.</div>
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Evie ha bisogno di sentirsi parte di un qualcosa che a tutti gli effetti è un qualcosa molto più grande di lei. Spinta da un'attrazione magnetica, quasi accecante, quasi più forte del pericolo che sa nascondersi sotto. Evie non è inconsapevole, non è una ragazzina stupida ignara del rischio a cui sta andando incontro. Ma l'attrazione verso le ragazze, verso questo piccolo universo che sembra accettarla, è più forte. E' un legame <i>più indissolubile. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
E' una lotta continua, tutta al femminile. Perché, come l'autrice tende a sottolineare, sono proprio le ragazze le vittime su cui l'adolescenza scaglia la sua ira più violenta. Le ragazze si devono focalizzare anche su un pensiero laterale: come apparire agli occhi degli uomini, dei <i>maschi</i>. Gli atteggiamenti, l'abbigliamento, il tono della voce e il linguaggio del corpo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Emma Cline è bravissima a sviscerare il flusso di coscienza di un'adolescente e lo sa fare anche bene. Ha creato il perfetto romanzo sull'adolescenza e più in generale sul bisogno di sentirsi accettati, sia dagli altri che da se stessi. Un'estenuante ricerca del sè, di un'individualità sconosciuta. </div>
<div style="text-align: justify;">
Una scrittura acuta, sagace, irriverente. A tratti forse l'ho trovata un po' artefatta, costruita ma devo dire che è uno stile che non mi dispiace nemmeno troppo. Mi ha ricordato vagamente le atmosfere malinconiche del mondo femminile alla Sofia Coppola.</div>
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Una California dissacrante, senza pietà.</div>
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Violahttp://www.blogger.com/profile/11573134882296016341noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-4545482310971474178.post-76005261569869985642017-01-14T02:48:00.001-08:002022-05-18T02:09:04.273-07:00Ti racconto | Le otto montagne di Paolo Cognetti<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZbaAkV5Y1pwtes45Rh_iRBMnYtB83wnh4kiELGzBlrAzH0fYosa_ODdl2yIzOLLmERYiozrNFlDse6hNieZqCuW_0bWPSuJxdALqZ65BFEspmfBMxV6yIbhS9lNxOA8xEI71CW_Yk-88/s1600/otto+montagbe.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZbaAkV5Y1pwtes45Rh_iRBMnYtB83wnh4kiELGzBlrAzH0fYosa_ODdl2yIzOLLmERYiozrNFlDse6hNieZqCuW_0bWPSuJxdALqZ65BFEspmfBMxV6yIbhS9lNxOA8xEI71CW_Yk-88/s200/otto+montagbe.jpeg" width="125" /></a></div>
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<div style="-moz-border-radius: 10px; -webkit-border-radius: 10px; background-color: white; border: 5px solid #002041; color: #2f2f2f; font-family: "verdana"; font-size: 14px; line-height: 90%; padding: 5px; width: 650px;">
<br />
Titolo: Le otto montagne <br />
Autore: Paolo Cognetti <br />
Casa Editrice: <a href="http://www.einaudi.it/libri/libro/paolo-cognetti/le-otto-montagne/978880622672">Einaudi </a><br />
pp. 208 <br />
€ 18,50 <br />
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Ho finito questo libro da almeno una settimana ed è rimasto a vagare nell'aria, nella mia mente, nei miei pensieri. Mi sono presa un attimo per assimilarlo, perché è un libro lento. Ma non lento nel senso di noioso, no no. Lento nel senso di placido, riflessivo. Di Paolo Cognetti avevo già letto <a href="http://www.minimumfax.com/libri/scheda_libro/568">Sofia si veste sempre di nero </a>e l'avevo adorato. Qui, per la prima volta, si cimenta nella lunghezza. Se infatti prima aveva scritto solo raccolte di racconti qua abbiamo un vero e proprio romanzo.</div>
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E' una storia di legami. Di relazioni. Di affetti, anche. </div>
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Pietro è un ragazzino di città, solitario e un po' scontroso. La madre lavora in un consultorio di periferia, e farsi carico degli altri è il suo talento. Il padre è un chimico, un uomo ombroso e affascinante, che torna a casa ogni sera dal lavoro carico di rabbia. I genitori di Pietro sono uniti da una passione comune, fondativa: in montagna si sono conosciuti, innamorati, si sono addirittura sposati ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo. Quando scoprono il paesino di Grana, ai piedi del Monte Rosa, sentono di aver trovato il posto giusto: Pietro trascorrerà tutte le estati in quel luogo attraversato da un torrente che lo incanta dal primo momento. E lí, ad aspettarlo, c'è Bruno, capelli biondo canapa e collo bruciato dal sole: ha la sua stessa età ma invece di essere in vacanza si occupa del pascolo delle vacche. Iniziano cosí estati di esplorazioni e scoperte, tra le case abbandonate, il mulino e i sentieri piú aspri. Sono anche gli anni in cui Pietro inizia a camminare con suo padre. Perché la montagna è un sapere, un vero e proprio modo di respirare, e sarà il suo lascito piú vero: «Eccola lí, la mia eredità: una parete di roccia, neve, un mucchio di sassi squadrati, un pino». Un'eredità che dopo tanti anni lo riavvicinerà a Bruno. </div>
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La montagna è magica, maestosa e imponente. Può essere dolce e affabile come una madre premurosa o aspra e arcigna come un nemico da fronteggiare. E' lo scenario perfetto per pensare, meditare, fare bilanci, guardarti intorno e capire chi hai al tuo fianco, andare avanti, in ogni caso. </div>
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Questo libro parla proprio di questo. Relazioni e crescita.</div>
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Pietro e Bruno si scoprono da bambini e si ritrovano da adulti. E in mezzo c'è la vita. Ci sono le scelte, le decisioni importanti. E poi ci sono le perdite, le assenze pesanti che ti portano a farti ancor più domande. </div>
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Ponderare le decisioni e finire sempre e comunque a chiedersi 'se non fosse stato meglio...' o 'se non abbia fatto meglio lui a fare così'. Tempo di bilanci e di auto rimproveri. </div>
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La leggenda delle otto montagne è una storia che un vecchio signore racconta a Pietro in Nepal. C'è una montagna altissima, il monte Sumeru e attorno otto montagne. Si chiede: "Avrà imparato di più chi ha fatto il giro delle otto montagne o chi è arrivato in cima al monte Sumeru?" Persone diverse, vie diverse ma stesso bottino: conoscersi, capirsi, accettarsi. </div>
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Cognetti è bravissimo a delineare due personaggi che sono due facce della stessa medaglia.</div>
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Pietro, il ragazzino di città che vede nella montagna la via di fuga; in quell'ambiente ameno così lontano dalle polveri della città riesce a trovare una connessione con il padre, una via di contatto che li unisce. Per lui la montagna è una via di fuga, l'anello di congiunzione tra lui e suo padre, il punto d'incontro. E poi c'è il rovescio della medaglia. C'è il suo amico Bruno che in montagna c'è nato e cresciuto e la montagna rappresenta tutto il suo mondo. E a tratti sembra una condanna, una prigionia da cui non sa come fuggire, forse per abitudine forse per attitudine o forse, semplicemente, perché il suo universo è e sarà sempre lì, tra le pecore e i ghiacciai. Tirando le somme della tua vita, contando le presenze, le assenze, le relazioni che hai coltivato e quelle che invece hai seminato per la via, puoi solo dirti che crescere fa parte della vita, sbagliare fa parte del gioco. </div>
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Violahttp://www.blogger.com/profile/11573134882296016341noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-4545482310971474178.post-57875225164605283032017-01-06T13:09:00.001-08:002022-05-18T02:09:21.221-07:00Top 10 del 2016 | A year in books<div>
Dunque. Riordinando le idee mi è venuto in mente che avrei dovuto scrivere un wrap up di dicembre e il pensiero immediatamente successivo è stato che dicembre, per quanto riguarda le letture, è stato un mese misero e gramo. Però, procedendo per un assurdo gioco di associazioni di idee, ho anche pensato che tutto sommato il mio anno 'nei libri' è stato piuttosto soddisfacente. Non sono solita fare classifiche, dare voti ecc.. quindi semplicemente ecco una lista di dieci libri che mi hanno accompagnato nel mio 2016. Storie belle, libri che mi sono rimasti attaccati lì al cuore o che, semplicemente, mi hanno toccato per un motivo o per un altro. </div>
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<span>L'ordine è assolutamente casuale perché, ripeto, non sono capace di fare liste (evidentemente la passione smodata per pinterest non è utile in questo caso).</span></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3FTpZuhnygQmIg2l54yvOYcO_v7pTdRpUHjZdJu5n7EWiWOy54fHxySSoelykv5Kl8WMXHQgfOseQxEDmZgH16zubGhYmWKMhtq4f9g2zxcvu7oPbj0VtahVmUdj1VwO7dJ3L9TxmVK2W/s1600/ilbuiooltrelasiepe.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3FTpZuhnygQmIg2l54yvOYcO_v7pTdRpUHjZdJu5n7EWiWOy54fHxySSoelykv5Kl8WMXHQgfOseQxEDmZgH16zubGhYmWKMhtq4f9g2zxcvu7oPbj0VtahVmUdj1VwO7dJ3L9TxmVK2W/s200/ilbuiooltrelasiepe.jpg" width="128" /></a></div>
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<span><b>Il Buio oltre la siepe - Harper Lee</b></span></div>
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<span>Partiamo in quinta con un grande classico. Ho recuperato questo piccolo gioiellino che non avevo mai letto ed è stata una delle letture più belle di sempre. </span></div>
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<span>Siamo in Alabama negli anni '30 e seguiamo le avventure quotidiane della piccola Scout, di suo fratello Jem e del padre Atticus Finch. Atticus è un avvocato e, quando decide di difendere un uomo di colore accusato di aver violentato una ragazza bianca, i due ragazzi si troveranno a far fronte agli insulti e al disprezzo della comunità.</span></div>
<div>
<span>Un romanzo meraviglioso. Nella sua semplicità riesce a toccare e ad argomentare temi delicati e ostici, soprattutto per quegli anni. L'ingiustizia, la diversità, il ruolo della donna, i diritti della popolazione afroamericana e soprattutto la paura di ciò che non conosciamo, di tutto quello che è diverso, generata dall'ignoranza. </span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrcznVMXYV3oLLSjmxGKT3vMLDUBsUjdUABjgWcWn6zy00734BOCk5LM-gskMlDX30TwougXMJtDN0NnFx1EBdTJ4o2PwQxhb_iV5gXKnQUIgJJG7cHRNhr60DZuQofuAY3AfSjI4vn766/s1600/Copertina-di-Everyman-Einaudi-20081.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrcznVMXYV3oLLSjmxGKT3vMLDUBsUjdUABjgWcWn6zy00734BOCk5LM-gskMlDX30TwougXMJtDN0NnFx1EBdTJ4o2PwQxhb_iV5gXKnQUIgJJG7cHRNhr60DZuQofuAY3AfSjI4vn766/s200/Copertina-di-Everyman-Einaudi-20081.jpg" width="126" /></a></div>
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<span><b>Everyman - Philip Roth</b></span></div>
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<span>Nel 2016 ho deciso di regalarmi il mio primo Roth. Sono partita da questo libriccino a caso, buttandomi nel vuoto. E non sono rimasta delusa. In poco più di cento pagine c'è tutto. Questo romanzo racconta, sostanzialmente, la vita dell'Everyman, così come, in maniera ancora più straordinaria, racconta della sua morte. Il primo incontro infatti lo facciamo proprio con la morte, come se la storia fosse stata capovolta, raccontata al contrario o, ancora più semplicemente, vissuta al contrario. L'Everyman è l'uomo comune, straziato dagli stessi dubbi e perplessità che prima o poi attanagliano qualsiasi uomo; la vecchiaia, il lento deterioramento fisico, il rendersi conto piano piano che le persone vicino a te stanno, nel modo più naturale possibile, morendo.</span></div>
<div>
<span>La morte, infatti, è vista nella sua nuda e cruda naturalezza. Senza filtri, senza inutili fronzoli, senza essere elevata a un livello soprannaturale o mistico, ma proprio nella sua concezione più terrena e fisica. </span></div>
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<span>Un racconto lungo in cui Roth non ci ha fatto mancare niente, storie di vita, di morte, di affetti e di orgasmi poderosi. </span></div>
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<span><br /></span></div>
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<span><b>A Sangue Freddo - Truman Capote</b></span></div>
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<span>Romanzo di non-fiction. Un resoconto del quadruplice omicidio della famiglia Clutter. </span></div>
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<span>La cittadina di Holcomb incarna perfettamente il modello del grande Sogno Americano, sembra proprio uno di quei posti con le case tutte uguali in cui una casalinga prepara crostate di marmellata e le lascia a raffreddare sul davanzale, una cittadina come tante, dove vivono persone come tante che conducono una vita come tante ma soprattutto dove, di solito, succedono cose come tante. Sì, tutto molto bello, tutto fino al 15 novembre 1959. Sembra l'inizio di un film horror e in parte, beh, lo è. Proprio in quel giorno infatti la famiglia Clutter viene trucidata senza pietà nella loro casa. Quadruplice omicidio (il signor Clutter, la moglie, la figlia più piccola e il figlio). Nessun sospettato e soprattutto nessun motivo apparente perché la famiglia Clutter è (cioè era) ben voluta da tutti, amata e rispettata da tutta la comunità, una sorta di istituzione, di punto di riferimento. Quindi, chi è stato? Perché? Perché farli soffrire così? Perchè un gesto così agghiacciante? </span>Tante domande e poche risposte, così iniziano le indagini.</div>
<div>
<span>Questo bel quadretto, degno del miglior thriller, descrive una storia realmente accaduta. Capote infatti apprende la notizia leggendola sulla cronaca locale e si fa mandare dal New Yorker come inviato speciale per seguire e occuparsi della vicenda. Tra le altre cose chiama a collaborare con lui la scrittrice e amica Harper Lee, infatti anche il libro è dedicato a lei. Capote ha passato gli anni successivi a occuparsi di questo romanzo in cui, come recita la copertina della nuova edizione, resoconto giornalistico e racconto si fondono in un meccanismo narrativo perfetto. Come ha sostenuto Capote stesso, l'intenzione era quella di creare una non-fiction novel, fondendo la mera cronaca nuda e cruda a una versione romanzata del racconto, innescando quel meccanismo di empatia e attaccamento ai personaggi che non ha niente a che vedere con la figura del giornalista quanto piuttosto con quella dello scrittore. Nella narrazione il Capote giornalista emerge prepotente, lo stile appare sempre asciutto e analitico, ma il racconto non risulta mai freddo. Non potrebbe, non dopo che conosciamo i due assassini, entriamo nelle loro menti, nei loro ragionamenti assurdi, diventiamo come loro accecati dall'odio, dalla vedetta (immotivata, tra l'altro). Non possiamo rimanere freddi mentre conosciamo la comunità di Holcomb e lasciamo che la storia venga, almeno in parte, filtrata dall'american dream provinciale, le famose 'chiacchiere da bar', in cui tutti hanno sempre qualcosa da dire e il vecchietto assicura che l'assassino 'salutava sempre'. E così Capote ci trascina con lui in questa storia atroce, dal ritrovamento dei cadaveri fino alla sentenza da parte dei giudici, ed è grazie alla narrazione alternata, da una parte la comunità dall'altra i due assassini, che ci immergiamo completamente nel racconto senza essere influenzati dal giudizio o dallo stile di Capote, giornalistico quanto basta e assolutamente imparziale. Uno registro narrativo assolutamente alto, in particolare nel trattare argomenti delicati come l'essere in grado di stabilire la stabilità mentale dei due assassini o, ancora peggio, discutere sulla pena di morte.</span></div>
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<span>In sintesi direi che abbiamo una storia orribile, raccontata in modo sublime.</span></div>
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<span><b>Sette minuti dopo la mezzanotte - Patrick Ness</b></span></div>
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<span>Conor ha 13 anni. Ogni notte, sette minuti dopo mezzanotte, un mostro va a fargli visita. Un immenso albero di tasso prende forma e gli racconta delle storie magiche e inquietanti. È un mostro speciale, non il solito che si incontra negli incubi. È un essere antico e selvaggio che vuole aiutarlo a suo modo: ad affrontare la malattia terminale di sua mamma, ad affrontare la sfida più grande di tutte, la verità.</span></div>
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<span>Il potere delle storie è staordinario e infinito. Ci sono storie che vengono raccontate per farti addormentare e accompagnarti dolcemente verso sogni meravigliosi, altre allietano i momenti di noia e ti fanno sorridere come un bambino. Altre, invece, sono storie potenti. Sono quelle storie che fanno male perchè sanno dover colpire, chi ha detto che la penna ferisce più della spada deve aver letto senz'altro questo libro. Queste storie ti entrano dentro, sottopelle, ti torchiano e ti soffocano alla gola e alla fine, stremato, sei costretto a spogliarti di tutte le paure, le preoccupazioni, le ansie e sei costretto a guardare in faccia la nuda e cruda realtà. E' un romanzo che dovrebbero leggere veramente tutti. Nonostante sia un argomento molto delicato e le atmosfera possano sembrare cupe, il tema della morte viene affrontato con delicatezza, con una purezza e una limpidità struggente e commovente. </span></div>
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<span><br /></span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj29C89HlBhI31B9U19WMYo_TR4OuxUOIDnN7hPlDjbh5I7SuSiXt97H0yhL3YIz8rzDsBQ_EHdk3P_sMupWqturwXvLAhx5pSE4ycQ5aesT99yPFB4D-jre4Zrzp-uNrow6k6NGwCjikW7/s1600/ceneri.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj29C89HlBhI31B9U19WMYo_TR4OuxUOIDnN7hPlDjbh5I7SuSiXt97H0yhL3YIz8rzDsBQ_EHdk3P_sMupWqturwXvLAhx5pSE4ycQ5aesT99yPFB4D-jre4Zrzp-uNrow6k6NGwCjikW7/s200/ceneri.png" width="130" /></a></div>
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<span><b>Le ceneri di Angela - Frank McCourt </b></span></div>
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<span>Io me lo immagino un sessantaseinne Mccourt chino sulla scrivania, penna da una parte e un bicchiere di whiskey dall'altra, snocciolando ricordi ben fissati nella sua mente. </span></div>
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<span>Me la vedo così, nella mia testa, la stesura de Le Ceneri di Angela, un'immagine senz'altro poetica, probabilmente nemmeno troppo lontana dalla realtà. E' un romanzo incredibile, e incredibile è come Mccourt sia riuscito a creare dal niente un'opera così ricca di sentimento, di emozioni, di atmosfere e sensazioni.</span></div>
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<span>La narrazione sembra un dipinto, un enorme dipinto in cui l'autore mette in scena i personaggi dandogli uno spessore tale da renderli reali, con tutte le sofferenze, le angosce e le piccole soddisfazioni.</span></div>
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<span>La voce di un Frank bambino ci trascina in Irlanda, in un contesto storico delicato, a cavallo tra le due Guerre mondiali, e proprio grazie a una visione così disincantata e alla spontanea schiettezza di cui solo un bambino è capace, ci troviamo immersi in una realtà così lontana da sembrare irreale. E invece reale lo è eccome, e proprio grazie alla genuina durezza della narrazione riusciamo a calarci meglio nella vita dei personaggi. Una quotidianità misera, tanto da potersi tranquillamente definire povertà senza limiti, una realtà fatta da dogmi cattolici da osservare rispettosamente, da preti da cui correre a confessarsi, da sogni a occhi aperti per un futuro più roseo, da cattolici e protestanti, malattie inguaribili e padri ubriachi sempre combattuti tra il mantenere la propria famiglia e il bar all'angolo che chiama per un'altra birra. Il Mccourt poco più che sessantenne non sembra incidere sul Mccourt bambino, la narrazione non appare mai aneddotica, ma anzi, viene filtrata dalla spontaneità giocosa della mente bambina, a tratti persino capace di mutare le situazioni più tragiche in momenti buffi e, in una certa misura, formativi. Tra una pagina e l'altra Mccourt tesse un sottile inno alla donna. Infatti in quella che dovrebbe essere una società fortemente patriarcale, in cui è il padre, capostipite della famiglia, che dovrebbe provvedere al mantenimento e al sostentamento di mogli e figli, qua è raffigurato come un debole, incapace e inetto di fronte alle sue responsabilità. Ecco allora che si ha un inversione di ruolo, si ha una madre che lotta con i denti e si aggrappa a qualsiasi brandello di speranza per garantire una vita decente ai propri figli, una dignità intoccabile. Questa caratterizzazione dei personaggi li rende quasi tridimensionali, ogni singolo personaggio ha diverse sfaccettature, per cui diventa impossibile definire se esistano effettivamente personaggi buoni e personaggi cattivi, appaiono tutti capibili o quantomeno giustificabili. Ci sono veramente tante cose in questo romanzo, c'è sofferenza, ci sono lacrime e c'è gioia, c'è l'Irlanda (che per alcuni - tipo me - è già un motivo sufficiente per leggere un libro), ci sono cattolici e preti e c'è il fiume Shannon da cui potete farvi cullare docilmente o soffocare dal suo odore senza pietà.</span></div>
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<span>(Tra l'altro ha uno degli incipit migliori di sempre)</span></div>
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<span><br /></span></div>
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<b>La Boutique del Mistero - Dino Buzzati</b></div>
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Chiudi questo libro e hai due opzioni. Aspettare che scivoli via il senso di smarrimento, vertigine e tutta un'altra serie di aggettivi che potrei facilmente recuperare scrivendo 'incredibile' su google e cliccando sinonimi, oppure tuffarti di nuovo in un mondo di follia. Ho optato per una clemente via di mezzo, quindi probabilmente sarò sconclusionata e vagamente delirante, perfettamente in accordo con questi racconti. Quando non conosci una cosa di solito hai dei pregiudizi e di solito la base dei pregiudizi è la paura. Ecco, io avevo paura che Buzzati fosse <i>noioso.</i> C'era, per me, quest'aura di timore intorno a questo autore che per fortuna è stata spezzata da una scoperta ancora più sconvolgente: Buzzati non è noioso. Potrei definirlo in mille modi, poetico, mistico, fantasioso, ironico, cinico forse, ma mai noioso. La boutique del mistero è un libretto che contiene una trentina di racconti, pubblicati dall'autore con l'intento di far conoscere il meglio della sua produzione. E direi che ci siamo, in pieno.</div>
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Questi scritti parlano di sensazioni,fondamentalmente. Ci sono emozioni, misteri, mondi irreali e crudelmente veri, situazioni paradossali, giacchette stregate e strani mostri marini. </div>
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L'ombra della morte incombe e pervade le pagine come un ospite silenzioso, ma sempre presente. Questo senso d'angoscia è spezzato, a tratti, da un senso dell'humor quasi sardonico impresso tra le righe. L'angoscia per la solitudine, i paradossi surreali tipici della frenesia contemporanea, tutto è così stupendamente amalgamato in un unica grande <i>boutique del mistero, très chic. </i></div>
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<span><b>Franny e Zooey - J.D Salinger</b></span></div>
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<span>Ritrovare Salinger è sempre un immenso piacere e una grande fortuna. </span></div>
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<span>Questo è il primo romanzo in cui incontriamo la famiglia Glass, Franny e Zoeey sono i due figli minori. Ecco, non è che ci sia molto da dire sulla trama in sé. Sono due racconti lunghi che si snodano a partire dai due personaggi, Franny e Zooey, che finiscono per inglobare la storia di tutta la famiglia Glass. </span></div>
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<span>C'è qualcosa nel modo di scrivere di Salinger che non lo so, spesso mi fa dubitare che apparteniamo effettivamente alla stessa specie. Rileggere Salinger è come incontrare di nuovo un vecchio amico a cui sei veramente legato, ti sembra di ritrovare ogni volta un pezzetto di te. Tra l'altro è anche uno dei pochi autori ad avere uno stile inconfondibile, lo riconosceresti tra mille. </span></div>
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<span><br /></span></div>
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<span><b>Abbiamo Sempre vissuto nel castello - Shirley Jackson</b></span></div>
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<span>Un'altra autrice che ho letto per la per la prima volta nel 2016 e di cui mi sono follemente innamorata è Shirley Jackson. Questo romanzo mi è piaciuto tantissimo per le sue atmosfere, per quella coltre di mistero, quel senso di risolto e irrisolto che ti lascia sempre sospeso nel dubbio. </span></div>
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<span>Mary Katherine ha diciotto anni e ci racconta della grande casa in cui vive con sua sorella Constance e il loro zio invalido Julian. Vivono recluse in una idilliaca felicità, fatta di piccoli riti quotidiani in cui non ci sarebbe nulla di male, se non fosse che tutti gli altri membri della famiglia sono morti avvelenati sei anni prima, proprio al tavolo della sala da pranzo di quella casa. L'arrivo di un estraneo, loro cugino Charles, turberà la loro quieta routine e la storia prenderà una piega grottesca e decisamente misteriosa. </span></div>
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<span>Shirley Jackson ha l'incredibile capacità di creare una storia intrisa di mistero, dalle atmosfere conturbanti e soprattutto disturbanti, senza alzare la voce (come ci dice il caro buon vecchio King). Non ha bisogno di spiattellarti davanti cadaveri o scene splatter con spargimenti di sangue. No, riesce a catapultarti addosso tutta la bizzarria e il grottesco senza farti mai realmente capire che sei dentro a qualcosa di assolutamente strano e indecifrabile. </span></div>
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<span><br /></span></div>
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<span><b>La Strada - Cormac McCarthy</b></span></div>
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<span>Questo 2016 mi ha regalato anche un primo romanzo di Cormac McCarthy. </span></div>
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<span>Un padre e un figlio percorrono una lunga strada asfaltata in direzione sud, per sfuggire a un'America desolata, devastata da una catastrofe che ha spazzato via gran parte degli essere viventi, riducendo quel brandello di umanità rimasta a condizioni primitive prive di qualsiasi comodità. </span></div>
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<span>E' un romanzo davvero molto particolare; la trama è semplicissima, ridotta all'essenziale, così come lo stile di McCarthy. La narrazione è scarna, priva di orpelli e ridotta all'essenziale, soprattutto per quanto riguarda i dialoghi (cosa che mi piace tantissimo). Allo stesso tempo però c'è un lirismo, una poesia incredibile insita nelle sue parole e soprattutto nelle sue descrizioni. In particolare c'è un incredibile rispetto nei confronti della natura nel tratteggiare i paesaggi, le ambientazioni, gli elementi naturali che rendono tutto ancora più mistico, incomprensibile.</span></div>
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<span><br /></span></div>
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<span><b>Rumore Bianco - Don DeLillo</b></span></div>
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<span>E' un libro difficile, complicato ma soprattutto denso.</span></div>
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<span>Di cosa parla Rumore Bianco?</span></div>
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<span>De Lillo apre uno squarcio sulla società americana partendo da una famiglia normale, o quantomeno normale come lo possono essere tante. Jack, Babette, qualche ex moglie di Jack, figli avuti da diverse moglie, figli sparsi per il mondo. Una famiglia allargata decisamente americana. Non solo ce la racconta, ma la critica. </span></div>
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<span>Questo libro è un'aperta e deliberata critica alla società americana. Il culto delle star, le televendite di medicine miracolose, l'obesità, il consumismo, tutto filtrato attraverso un occhio critico, uno sguardo puntato sulla lavatrice sempre in movimento, sulla quantità di cibo, cereali e yogurt destinati al compattatore. Persone che vagano nei supermercati come in trance. Elogio allo spreco. Ma non solo. De Lillo fa di più, va oltre. Questo paraocchi costruito sul consumismo, sullo spreco altro non è che un palliativo, un giochetto mentale che ci creiamo da soli per non pensare. Per non toccare quella corda, quel tasto dolente insito in ognuno di noi. La morte. Una morsa allo stomaco. Memento mori. Ricordati che devi morire. E DeLillo, stiamo tranquilli, ce lo ricorda. Il pensiero della morte è un piccolissimo insetto che ti si insinua sotto pelle e piano piano cresce. Non lo vedi, non è tangibile ma sai che c'è e ti ricorda costantemente che è tutto effimero, tutto sfugge al controllo, alla volontà. La morte è sorda eppure fa rumore. Un ronzio, un suono perpetuo. Bianco. White noise. Non si tratta della morte come fatto in sé, come crudo e naturale percorso della vita, come un ciclo che ha un inizio e inevitabilmente una fine. La paura della morte, questo è il fulcro.</span></div>
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<span>Il pensiero costante che prima o poi devi morire.</span></div>
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<span>Mi è tornato in mente quel detto latino 'Hodie mihi, cras tibi'. Letteralmente significa 'oggi a me domani a te'. In senso lato è applicabile per persone che dovranno passare per le stesse difficoltà nelle quali qualcuno attualmente si trova. In questo, caso nelle specifico, nello stato di paura costante. Vivere nel pensiero della morte.</span></div>
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<span>L'uomo è un animale egoista e in punto di morte ancora di più. Si muore soli, nel modo più naturale e egoista possibile, con la nostra sofferenza, i nostri pensieri magari persino con i nostri rimorsi o i nostri rimpianti. Non c'è niente che ci può salvare, non c'è scienza che tenga con qualche teoria strampalata e all'avanguardia, non ci sono pillole miracolose o superstar immortali. Siamo tutti uguali di fronte alla morte, nudi spogli egoisti e soli. </span></div>
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<span><br /></span></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-wV82CJ2B5TGDAPO9-ClJhw2TDB5RcPuGf_Txjmnc0rv5u9JeLJNlh9_y6XM0oMX-bcl7rbR4Vn4ZWusQfnRE7oE1WeacgJek9tThJfIU4abMOP4Uq43aA100r1EJwGSfxC7VfylQuXI/s1600/Kobane_Calling.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-wV82CJ2B5TGDAPO9-ClJhw2TDB5RcPuGf_Txjmnc0rv5u9JeLJNlh9_y6XM0oMX-bcl7rbR4Vn4ZWusQfnRE7oE1WeacgJek9tThJfIU4abMOP4Uq43aA100r1EJwGSfxC7VfylQuXI/s200/Kobane_Calling.jpg" width="148" /></a></div>
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Ok, la top 10 è giunta al termine. Ovviamente non potevo non barare, infatti mi sono accorta di non aver citato nemmeno una graphic novel. Quindi, tra tutte le (bellissime) graphic novel che ho letto mi sento di inserire in questa lista <b>Kobane Calling di Zerocalcare</b>. L'ho trovata di un'umanità e di un'umiltà pazzesca, qualità che rispetto e ammiro. Mi ha fatto ridere e mi ha fatto piangere, spesso contemporaneamente. E poi Zerocalcare se ama, punto.</div>
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<span><br /></span></div>
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<span>Bene, il delirio da top 10 è terminato (gioia, gaudio e felicitazioni).</span></div>
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<span>Spero sia un anno ricco di tante belle cose, tante belle persone e ovviamente tanti belle letture. </span></div>
Violahttp://www.blogger.com/profile/11573134882296016341noreply@blogger.com17tag:blogger.com,1999:blog-4545482310971474178.post-23156396318326975112016-12-21T04:09:00.001-08:002022-05-18T02:09:35.076-07:00Ti racconto | Le fate del Travancore di Nicola Tenani <div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfXQJAXmvBqrRetKqEH75ooA0gLJ1LGZIr_eBjPbuZvGAULXz1ercBr2i0BesRLQ4bzhHXkXKRRZqo-SDeLpJU5gegGmDODHGjENdUY__rVtwcB_vyQwdWD8-Skg7yLO9onTuh3z5QIEE/s1600/Copertina+le+Fate+del+Travancore.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfXQJAXmvBqrRetKqEH75ooA0gLJ1LGZIr_eBjPbuZvGAULXz1ercBr2i0BesRLQ4bzhHXkXKRRZqo-SDeLpJU5gegGmDODHGjENdUY__rVtwcB_vyQwdWD8-Skg7yLO9onTuh3z5QIEE/s320/Copertina+le+Fate+del+Travancore.jpg" width="225" /></a></div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Il Travancore: una regione situata nell’India precedente l’Indipendenza del 1947, un regno a cavallo tra gli attuali confini meridionali dello stato del Kerala (allora suddiviso in tre regioni, Travancore, Kochi, Malabar) e parte del confinante Tamil Nadu. Oggi i confini sono definiti in modalità diverse ma il Travancore esiste nella sua cultura, cibi, usanze, aspetti naturalistici, templi, luoghi, storie di uomini e donne forgiate nei millenni al senso dell’armonia interreligiosa e alla convivenza tra caste e etnie variegate.
Chi sono le fate del Travancore? Sono le donne di questo angolo di tropico indiano: all’interno del romanzo viaggerete in quelle terre attraverso spaccati delle loro vite, delusioni, sofferenze, sogni, disillusioni e successi. Per le mie ‘fate’ ho voluto in tutte le storie un happy-end per allontanare l’odore sgradevole di una stampa internazionale che si occupa di India solamente in frangenti di violenze, per mostrare un aspetto diverso, la tenacia, la cultura, la spiritualità di un popolo che merita e chiede un diverso approccio.</span></div>
<div>
<div style="-webkit-text-stroke-width: 0px; color: black; font-style: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; orphans: 2; text-align: start; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">
<br /></div>
</div>
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Tre racconti, tre donne e un viaggio nel Kerala, in quell'India magica, misteriosa, affascinante.<br />Subha, Sajitha, Judy sono i nomi della fate che vivono in questo posto magico. Non sono le fate a cui siamo abituati, con le ali, le bacchette e la porporina, ma hanno poteri altrettanto straordinari. Sono donne, bambine, ragazze che ogni giorno studiano, giocano, lavorano e combattono contro una cultura che le relega sempre un gradino più in basso rispetto ai loro uomini.<br />L'autore ci trascina in un viaggio incredibile, alla scoperta di un angolo di mondo così straordinariamente suggestivo che ti basta chiudere gli occhi per sentire gli odori, i profumi, vedere i colori, sentire i suoni, le canzoni. Non è solo un viaggio fisico ma anche mentale, spirituale, umano; calarsi completamente in una cultura diversa, spesso così lontana dalle nostre abitudini, dalla nostre usanze. Entrare - in punta di piedi - in un tessuto culturale così distante dal tuo e raccontarsi, capirsi, ritrovarsi semplicemente.<br />Ti cattura e ti incanta come un bambino di fronte a una splendida fiaba grazie a uno stile fluido e lirico allo stesso tempo. Poetico eppure vivo, vero, autentico.<br />
</span></span><br />
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</div>
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</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<a href="http://it.tinypic.com/?ref=15gzb05" target="_blank"><img alt="Image and video hosting by TinyPic" border="0" src="http://i66.tinypic.com/15gzb05.png" /></a>
<br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><br /></span></span>
<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;">Maggiori informazioni : <a href="http://nicolascrittore.blogspot.it/">http://nicolascrittore.blogspot.it/</a></span></span><br />
<span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><a href="http://www.edizionidelleremo.com/catalogo.html">http://www.edizionidelleremo.com/catalogo.html</a></span></div>
Violahttp://www.blogger.com/profile/11573134882296016341noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-4545482310971474178.post-63503505573530009412016-12-12T07:51:00.001-08:002022-05-18T02:09:49.921-07:00Ti racconto | La magica medicina e Il GGG di Roald Dahl<div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKNAgrwIcYFIpkf86OvSy00F51mcuQcmF75uuJTXtUPSpGB2Zw5c3DS_Z3OsRKRzTe2kcJhEHABRyr7ggdI9oILEMJ2T5BQZZKuVOIvjC-_jvhhFmV91uJlZb0MLYj68OtLRXNdnIGPYU/s1600/9788862564786_0_0_300_80.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKNAgrwIcYFIpkf86OvSy00F51mcuQcmF75uuJTXtUPSpGB2Zw5c3DS_Z3OsRKRzTe2kcJhEHABRyr7ggdI9oILEMJ2T5BQZZKuVOIvjC-_jvhhFmV91uJlZb0MLYj68OtLRXNdnIGPYU/s200/9788862564786_0_0_300_80.jpg" width="129" /></a></div>
</div>
<div align="center">
<div style="-moz-border-radius: 10px; -webkit-border-radius: 10px; background-color: white; border: 3px solid #de4a73; color: #2f2f2f; font-family: "verdana"; font-size: 14px; line-height: 90%; padding: 5px; width: 650px;">
<br />
Titolo: La magica medicina<br />
Autore: Roald Dahl<br />
Traduttore: P. Forti<br />
Illustratore: Q. Blake<br />
Editore: Salani<br />
Collana: Istrici d'oro<br />
Pagine: 123 p. , Rilegato<br />
<br /></div>
</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
George è un bambino di otto anni e ha una nonna insopportabile, una vecchietta bisbetica che lo assilla continuamente con le sue angherie. Un giorno la madre di George lo lascia solo con la nonna, ricordandogli di darle la sua medicina. George coglie l'occasione al balzo e decide di prepararle una medicina molto speciale per vedere se riesce a cambiare almeno un po' il suo caratteraccio...Ci riuscirà?
</div>
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<br /></div>
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</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpv5wKPljyKsB-c0PkS-0t70Q6KQ8JaJtCTHWjUAxl0pCkaR5UxMuTqfZ0d7FvxSCr5RrdeccufyacU727pyV-_UW3_tDa6luAv830dqM-DUQbbQveWS8TaszrHTb1AlOHUG17hT2aH8U/s1600/9788884519344_0_0_300_80.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpv5wKPljyKsB-c0PkS-0t70Q6KQ8JaJtCTHWjUAxl0pCkaR5UxMuTqfZ0d7FvxSCr5RrdeccufyacU727pyV-_UW3_tDa6luAv830dqM-DUQbbQveWS8TaszrHTb1AlOHUG17hT2aH8U/s200/9788884519344_0_0_300_80.jpg" width="134" /></a></div>
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<div style="-moz-border-radius: 10px; -webkit-border-radius: 10px; background-color: white; border: 3px solid #ff8141; color: #2f2f2f; font-family: "verdana"; font-size: 14px; line-height: 90%; padding: 5px; width: 660px;">
<br />
Titolo: Il GGG<br />
Autore: Roald Dahl<br />
Traduttore: D. Ziliotto<br />
Editore: Salani<br />
Collana: Gl'istrici<br />
Anno edizione: 2008<br />
Pagine: 223 p. , Brossura<br />
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Sofia si sveglia nel cuore della notte e vede dalla finestra una figura gigantesca. Ma è proprio un gigante quello? Prima che possa realizzare cosa sta succedendo, una mano enorme la strappa fuori dal letto e la porta con sé nel paese dei giganti. Sofia ha il terrore di essere inghiottita in un solo boccone ma non sa che in realtà si trova di fronte al GGG, il Grande Gigante Gentile, un buffo personaggio che parla in modo strampalato e si nutre solo di cetrionzoli. </div>
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Quest'anno si celebrano i 100 anni dalla nascita di <b>Roald Dahl.</b></div>
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Roald Dahl è stato un grandissimo scrittore per bambini e ragazzi (...e non solo, aggiungerei io) e proprio in occasione di questo anniversario <b><a href="http://www.salani.it/generi/bambini/il_ggg_9788862562256.php">Salani Editore</a></b> ha deciso di ripubblicare i volumi di questo autore, dedicandogli una nuova collana. Tutti i volumi sono arricchiti dalle meravigliose illustrazioni di <b>Quentin Blake </b>e hanno una grafica curata in ogni dettaglio; il nuovo logo infatti è un aeroplanino di carta che richiama il passato da pilota di Roald Dahl e in qualche modo simboleggia anche il volare con la fantasia, con la mente. </div>
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I primi due libri che ho deciso di rileggere sono La Magica Medica e il Il GGG,</div>
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Allora, devo dire che <b>La Magica Medicina,</b> pur non essendo tra i miei preferiti di sempre, è assolutamente in perfetto stile Roald Dahl, ho ritrovato esattamente l'autore che conoscevo. E' divertente, pungente, quell'ironia cattiva e dissacrante così caratteristica. Scherza con le parole, ne crea di nuove e si inventa animali giganti. Tra l'altro il libro è dedicato 'ai medici di tutti il mondo', ironizzando ancora una volta sul ruolo e soprattutto sul potere di questa figura. </div>
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L'altro libro che ho riletto - anche in vista del film che uscirà a fine dicembre - è <b>Il GGG</b>. Ecco, questo è senz'altro uno dei miei preferiti. Secondo me non ci sono molte parole per descriverlo, va assolutamente letto per apprezzarlo al meglio. C'è tutto: divertimento, giochi di parole, tenerezza, avventura, paura del diverso perché non lo conosciamo. </div>
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Io personalmente adoro Roald Dahl e piano piano voglio rileggere tutte le sue opere perché per me rappresentano un pezzetto di infanzia. Molti suoi libri mi sono stati letto quando era piccola (Le <b>Streghe, Gli Sporcelli,</b> Il GGG) e leggerli adesso, soprattutto leggerli autonomamente, mi fa apprezzare questo autore ancora di più. </div>
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Roald Dahl ha la grandissima capacità di divertire il lettore, di qualsiasi età per giunta, giocando con le parole, con il linguaggio. Quando sei un bambino e leggi (o ti fai leggere) i suoi romanzi è come se la realtà intorno a te andasse in pausa, ti ritrovi catapultato in un altro mondo popolato da giganti e animali enormi ed è divertente da morire. Nei suoi racconti c'è sempre questa ironia, questo sarcasmo pungente (spesso anche cattivello) che da adulto comprendi veramente fino in fondo e ti fa apprezzare ancora di più l'incredibile capacità di giocare con le parole, scomporle, ricomporle e creare doppi sensi unici. Molti dei personaggi creati da Roald Dahl provengono dalla sua infanzia, dalle sue esperienze personali. Il suo mondo viene manipolato dalla fantasia, tutto viene edulcorato ed esagerato tanto da creare mondi pazzeschi, divertenti, personaggi strambi e -qualche volta- al limite del grottesco. </div>
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Violahttp://www.blogger.com/profile/11573134882296016341noreply@blogger.com11tag:blogger.com,1999:blog-4545482310971474178.post-7021124387827204062016-12-04T13:38:00.000-08:002022-05-18T02:10:11.458-07:00Wrap up: november | Le cose di novembre<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilu5DlKUAGPJpsgj_weoDzy54bBC0T-_kT6rm6wa4mSmtxHMy9m8XTq0HDfYopaV2y3eqclx9uCWZWJ1-NJu8btAp2662A-QvMP6crS39bGlv4lKYE81boPzJGZUhgnq51YgypP4vdUws/s1600/COVER_le_piccole_morti.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilu5DlKUAGPJpsgj_weoDzy54bBC0T-_kT6rm6wa4mSmtxHMy9m8XTq0HDfYopaV2y3eqclx9uCWZWJ1-NJu8btAp2662A-QvMP6crS39bGlv4lKYE81boPzJGZUhgnq51YgypP4vdUws/s200/COVER_le_piccole_morti.jpg" width="137" /></a></div>
<b>Le piccole morti di Freschi - Biondi - Lodi - Ferrari - De Luca Manticora Autoproduzioni</b><br />
Alla fine di ottobre c'è stato il Lucca Comics e sinceramente l'unico motivo per cui mi sono decisa ad andarci (nonostante abiti a una manciata di km) è stato il firmacopie di Zerocalcare. E' stata l'esperienza più simile al parto che potessi immaginare ma, a parte questo, mi sono concessa altre due cosine per cui ne è valsa comunque la pena. La prima è questo volumino, Le Piccole Morti. Seguo la pagina Facebook di <a href="https://www.facebook.com/ManticoraAutoproduzioni/">Manticora Autoproduzioni</a> e avevo adocchiato quest'opera che mi aveva decisamente incuriosito e devo dire di non essere rimasta assolutamente delusa.<br />
Si tratta di quattro racconti, tutti ispirati a fatti realmente accaduti, di grande impatto, diciamo un mix di ilarità, sconvolgimento e feticismi bizzarri. Lo stile degli autori è una miscela perfetta, ogni storia ha il suo tratto caratteristico che ne accentua le emozioni e questa cosa mi è piaciuta tantissimo. Un piccolo viaggio nel mondo dei feticismi, dell'amore carnale e degli impulsi sessuali che uniscono amore e morte.<br />
n.b "I contenuti presenti in questo volume non corrispondono alle pulsioni sessuali dei suoi autori"<br />
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<b>La vita con Mr. Dangerous - Paul Hornschemeier</b><br />
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<b><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4JtsqiYWxh5zJuwKjjZGV0ZlfpNzfIIZC2PcpTZIFGJKq7J7GBJpk6MaPg5y6mRgMaeOly9nCaWFccjmJ7O5DnmHM1JGmJxI4L4UsD45b1A71Ub0rUiZmPwynIB0atS7c0vUcldyqFcM/s1600/download+%25282%2529.jpeg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4JtsqiYWxh5zJuwKjjZGV0ZlfpNzfIIZC2PcpTZIFGJKq7J7GBJpk6MaPg5y6mRgMaeOly9nCaWFccjmJ7O5DnmHM1JGmJxI4L4UsD45b1A71Ub0rUiZmPwynIB0atS7c0vUcldyqFcM/s200/download+%25282%2529.jpeg" width="160" /></a></b></div>
Sempre al Lucca Comics sono passata allo stand della <a href="http://www.tunue.com/it/">Tunuè</a> e potevo mica non prendere qualcosa? Tunuè è una casa editrice che mi piace molto, ha un catalogo molto vasto e pieno di robina interessante. Tra l'altro mi piace un sacco anche la loro sezione narrativa di cui ho letto qualcosina. Ma comunque.<br />
La vita con Mr Dangerous mi ha subito incuriosita perché a veder bene la trama non è assolutamente niente di che. Amy è una ragazza di 27 anni con una vita mediocre, insoddisfacente. Ha un lavoro che non le piace, un ragazzo che ha appena mollato, una madre divorziata sempre sull'orlo di una crisi e un amico decisamente troppo lontano. La sua via di fuga è la visione di Mr. Dangerous, un cartone animato fonte di grande sicurezza emotiva.Riuscirà a trovare la sua dimensione? Ad essere felice? Ecco questa graphic novel nella sua semplicità mi ha colpito per la malinconica realtà che evoca. E' immediato immedesimarsi in un personaggio con problemi reali, imbarazzanti, con tutte quelle paranoie che tutti abbiamo anche se facciamo di tutto per nasconderlo. La cosa che mi è piaciuta tanto è proprio l'aver giocato bene con questo personaggio, il rischio di scadere nel patetico era dietro l'angolo e invece con uno stile sagace pungente, ironico e malinconico al punto giusto, ne è uscito un mix perfetto. Tra l'altro i colori utilizzati sono stati una scelta impeccabile. Il grigiore e la monotonia della vita di Amy vengono combattuti con un'incredibile vastità di colori, tutti in toni freddi. La linea sottile, il tratto netto, la moltitudine della gamma di colori - anche se tutti freddi - creano un'armonia perfetta con la storia e un'empatica inevitabile con la nostra Amy.<br />
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<b>Ossessione - Stephen King</b><br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-nt5nLsRkGmAd0DS1cVgxu4vQqXsLNCp2LKa2MBWy6qDYsikaMxNyhA0zkGzCBHzenRnZLGzF89LW0m2Qg0416AWWYjuKiOg3GWw8fi8Fw0WnZna-zhUVzBksmC67wJuIc5wxcdC5BCw/s1600/OSSESSIONE.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-nt5nLsRkGmAd0DS1cVgxu4vQqXsLNCp2LKa2MBWy6qDYsikaMxNyhA0zkGzCBHzenRnZLGzF89LW0m2Qg0416AWWYjuKiOg3GWw8fi8Fw0WnZna-zhUVzBksmC67wJuIc5wxcdC5BCw/s200/OSSESSIONE.jpg" width="128" /></a>Il mio primo King. Ho scelto un libro un po' strano da cui partire, mi rendo conto, per una serie di motivi. Innanzitutto nonostante Stephen King abbia iniziato a scriverlo prima di Carrie (primo romanzo effettivamente pubblicato) fu edito solo molti anni dopo sotto lo pseudonimo di Richard Bachman, si tratta dunque del primo romanzo<br />
pubblicato sotto pseudonimo. Inoltre un'altra cosa che mi ha incuriosito molto è che questo romanzo è fuori catalogo. C'è un perché ovviamente. Il libro racconta la storia di Charlie, un liceale all'apparenza normale che un giorno impugna una pistola, uccide due insegnanti e tiene in ostaggio la sua classe. Ora, soprattutto in America ci sono stati diversi casi di stragi in ambito scolastico e proprio per questo motivo quest'opera è stata ritirata dalla stampa per evitare casi di emulazione (tra l'altro era già stato associato ad altri massacri avvenuti). Il tema centrale di questo romanzo è sicuramente la rabbia. Charlie è un ragazzino pieno di rabbia verso i suoi insegnanti, verso il sistema scolastico, verso suo padre e soprattutto verso se stesso. Nel momento in cui decide di tenere in ostaggio i suoi compagni si innesca quel meccanismo tipico delle dinamiche di gruppo. Charlie fa leva sulla rabbia dei loro compagni, provocandoli, inducendoli a rivelare i loro segreti, portandoli a una sorta di ribaltamento dei ruoli. Un altro punto importante lo gioca sicuramente il rapporto con il padre. Da quel che ne so lo stesso Stephen King ha sempre avuto un pessimo rapporto con suo padre e si vede. La rabbia, il disgusto che prova verso la figura paterna sembra quasi essere una motivazione plausibile per i suoi comportamenti sregolati.<br />
Il finale è un po' ambiguo e un po' inquietante. Sinceramente non so cosa sia meglio.<br />
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<b>Il Viaggio verso casa - Catherine Dunne</b><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNhX-QwXsvT3qiv4-eOWrqHnikk1kUxJWmumHToXwItoJPkvAVCecqEKe5GBVywxIlHVEBeZ6iEu8WbEDYQZpFE1skJD2YOR9l54Z0Xm9DUHuPKjcYDoN0PbagzIqwhJA3aSNyc8Sxpto/s1600/9788823505667.1000.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNhX-QwXsvT3qiv4-eOWrqHnikk1kUxJWmumHToXwItoJPkvAVCecqEKe5GBVywxIlHVEBeZ6iEu8WbEDYQZpFE1skJD2YOR9l54Z0Xm9DUHuPKjcYDoN0PbagzIqwhJA3aSNyc8Sxpto/s200/9788823505667.1000.jpg" width="125" /></a></div>
L'11 il 12 e il 13 novembre c'è stato il Pisa Book Festival a Pisa per l'appunto. Quest'anno il paese ospite era l'Irlanda e tra gli autori invitati c'era anche Catherine Dunne. Conoscevo di fama questa autrice ma non avevo mai letto niente e spinta dalla curiosità ho deciso di prendere questo romanzo (sì, l'ho preso completamente a caso perché era l'unico disponibile in biblioteca.) Esula un po' dalle mie solite letture, Catherine Dunne nelle sue opere esplora i rapporti umani, che si tratti di amicizie, amori, affetto in generale. In questo caso affronta il rapporto madre figlia. Elizabeth è una donna adulta e indipendente che un giorno, dopo la chiamata di suo fratello, si trova a tornare in Irlanda, la sua terra di origine perché sua madre sta morendo. La madre è molto malata e riesce a comunicare con Elizabeth solo grazie a delle lettere scritte prima dell'aggravarsi della malattia. In questo modo si ripercorre il rapporto tra le due donne nel corso degli anni, un rapporto da sempre conflittuale. E' un romanzo molto intimo, scava nei sentimenti dei personaggi e analizza il rapporto tra quelle che ormai sono due donne, costrette a mettere in tavola le loro emozioni in un momenti così cruciale. Lo stile della Dunne mi è piaciuto molto, semplice e piacevole allo stesso tempo.<br />
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<b>Le cose che restano - Jenny Offill</b><br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhWe1FaQnsscQihrEIlsrqQfMiVELPkArZMgykVxGsdNP7wjr3jyqaAZyjvteqhFrrRJT3efXI0wv0NfEQpFr0-ydVdVov87MEyD7g4KG7dBlJAT9GfjtWxhRZMAiw2GvQUC8NKkJrqeE/s1600/image_book.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhWe1FaQnsscQihrEIlsrqQfMiVELPkArZMgykVxGsdNP7wjr3jyqaAZyjvteqhFrrRJT3efXI0wv0NfEQpFr0-ydVdVov87MEyD7g4KG7dBlJAT9GfjtWxhRZMAiw2GvQUC8NKkJrqeE/s200/image_book.jpeg" width="126" /></a>Romanzo edito per <a href="http://www.nneditore.it/">NN editore</a>, un'altra casa editrice che mi piace molto per il suo catalogo sempre interessante.<br />
Grace è un bambina di otto an<br />
ni e vive nel suo mondo tra il fantastico e il reale. Sua madre le racconta storie fantastiche e le insegna la storia dell'universo, suo padre è un uomo di scienza e le costruisce una casa delle bambole con la luce vera. Leggendo la nota finale della traduttrice, Gioia Guerzoni, mi è sembrato mi togliesse le parole di bocca (o meglio i pensieri dalla testa). C'è una parola inglese che usa, seesaw, che significa altalena, tavola oscillante. Ecco, è una definizione perfetta per questo romanzo. La vita di Grace è un continuo seesaw, la madre stralunata al limite della follia (tanto che in certi casi viene quasi voglia di prenderla per i capelli e urlarle 'ma ce la fai?'), il padre rigoroso con i piedi per terra, egoista all'occorrenza. Grace viene sballottata tra questi due mondi e quando l'equilibrio precario si rompe dovrà guardare in faccia la realtà.<br />
<br />
<b>La strada - Cormac McCarthy</b><br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLrkPdbDKtGWWx-YVVjI8uZVY_whyphenhyphenZ3wOBWUmjkOwTkRlXYrbNzPCO7lG_4ehFIJoa0WjSFLmJ-ksiLXJIOvWj854qVtU5f4k8SWKhXLRjq8TUQbhFeqjTrkZ7A_9lrYlK0o_3rROSpMY/s1600/download+%25281%2529.jpeg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLrkPdbDKtGWWx-YVVjI8uZVY_whyphenhyphenZ3wOBWUmjkOwTkRlXYrbNzPCO7lG_4ehFIJoa0WjSFLmJ-ksiLXJIOvWj854qVtU5f4k8SWKhXLRjq8TUQbhFeqjTrkZ7A_9lrYlK0o_3rROSpMY/s200/download+%25281%2529.jpeg" width="123" /></a>La storia di un padre e di un figlio. Siamo in un'America post apocalittica, sopravvissuta a una catastrofe di cui non ci vengono forniti dettagli. Non sappiamo cosa è successo, sappiamo solo che i due protagonisti si ritrovano in uno scenario desolato,buio, pericoloso. Un romanzo straordinario retto dall'inizio alla fine dall'incredibile prosa di McCarthy. La trama è scarna e l'autore non si concentra tanto sugli avvenimenti in sé ma sui personaggi e sui paesaggi desolati tutt'intorno. Mi era sempre capitato di sentir parlare della prosa di McCarthy con delle accezioni ben definite: scarna, lineare, priva di ornamenti. Sicuramente è vero, in particolar modo nei dialoghi (cosa tra l'altro che mi è piaciuta moltissimo) ma non è solo questo. E' molto di più. Le descrizioni dei paesaggi, della natura, della rovina da cui i protagonisti sono circondati sono estremamente liriche. Se da una parte l'essenzialismo che caratterizza i dialoghi contribuisce a renderli realistici, dall'altra questa sorta di celebrazione della natura crea un mondo fittizio, costruito su odio, distruzione e annichilimento.<br />
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<b>Rumore Bianco - Don DeLillo</b><br />
Memento Mori. Storie di fatti soprannaturali ed extraterrestri. Vitamine miracolose, le cure per il cancro, i rimedi per l'obesità. Il culto delle star e dei morti. Ne ho parlato abbondantemente <a href="http://laquasiadatta.blogspot.it/2016/11/rumore-bianco-don-delillo-hodie-mihi.html">qui</a>.<br />
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<b>Moby Dick e altri racconti brevi - Alessandro Sesto</b><br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2i8I3O8cNwq9-L3LzpvvHUIb8tNJgdyvtuA8U6UT0_MHtn6kxMEZ_WXYpZ2PKSysK6yu2nJV20ox_5YYUc2zvQ3LRxaNr_sed2F3-k4JPIKhnzoQxwpE0NzZ-9omIuTRT3usDXnbis2o/s1600/download+%25283%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2i8I3O8cNwq9-L3LzpvvHUIb8tNJgdyvtuA8U6UT0_MHtn6kxMEZ_WXYpZ2PKSysK6yu2nJV20ox_5YYUc2zvQ3LRxaNr_sed2F3-k4JPIKhnzoQxwpE0NzZ-9omIuTRT3usDXnbis2o/s200/download+%25283%2529.jpg" width="140" /></a>Uno degli acquisti fatti al Pisa Book Festival, allo stand di <a href="http://www.gorillasapiensedizioni.com/">Gorilla Sapiens</a> Edizioni (altra casa editrice con un catalogo proprio ganzetto, che ve lo dico a fa). Conoscevo già quest'autore grazie a "Lascia stare il la maggiore che lo ha già usato Beethoven" che avevo trovato troppo carino e divertente. Ecco in questa raccolta di racconti brevi ci tuffiamo nel mondo della letteratura. Cosa c'è di meglio di un libro che parla di libri? Attraverso gli occhi di un narratore sagace e ironico questa piccola raccolta di racconti mostra come la letteratura sia applicabile al quotidiano (e anzi, debba esserlo). Traspare veramente l'amore per i libri da parte dell'autore, nonché una conoscenza approfondita dai classici agli autori contemporanei. Proprio grazie a questo riesce a giocare in modo così intelligente e scherzoso, pungente e disincantato.<br />
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<b><br /></b>
<b>Lacci - Domenico Starnone</b><br />
Gli unici lacci che per i nostri genitori hanno contato qualcosa sono quelli con cui si sono torturati reciprocamente per tutta la vita. Ne straparlo <a href="http://laquasiadatta.blogspot.it/2016/11/ti-racconto-lacci-di-domenico-starnone.html">qui</a>.<br />
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Violahttp://www.blogger.com/profile/11573134882296016341noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-4545482310971474178.post-57497304806875233492016-11-30T03:34:00.003-08:002022-05-18T02:10:24.159-07:00Ti racconto | Lacci di Domenico Starnone<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6oMGDsB1DFG-FaSgzGUAEEovv_WZT0O3NOFNg_vBo5XsDYJ0asfimVTO8BmmT2hsevxXfz64AFOG1RE0izcYvsIAfS0GPmA8XVF2E_r6_eX6nmqLFfFxeBqfezw30JbqJDscih-Gx0S8/s1600/lacci.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6oMGDsB1DFG-FaSgzGUAEEovv_WZT0O3NOFNg_vBo5XsDYJ0asfimVTO8BmmT2hsevxXfz64AFOG1RE0izcYvsIAfS0GPmA8XVF2E_r6_eX6nmqLFfFxeBqfezw30JbqJDscih-Gx0S8/s320/lacci.jpg" width="200" /></a></div>
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<div align="center">
<div style="-moz-border-radius: 10px; -webkit-border-radius: 10px; background-color: #efefef; border: 5px solid #4181c0; color: #2f2f2f; font-family: "verdana"; font-size: 14px; line-height: 90%; padding: 5px; width: 600px;">
<br />
Titolo: Lacci<br />
Autore: Domenico Starnone<br />
Editore: Einaudi<br />
pp. 138<br />
€ 17,50<br />
<br /></div>
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<br />
Il titolo di quest'opera è interessante. Lacci.</div>
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E' una parola che può avere diversi significati, a seconda di come la si usa, del contesto. Banalmente ci possiamo riferire ai lacci delle scarpe, come ci suggerisce la copertina. In senso lato con un laccio teniamo insieme due parti. Due cose. <i>Due persone. </i>Domenico Starnone ce le racconta entrambi. Il laccio fisico con cui ci leghiamo le scarpe qualche volta può rimandare al laccio metafisico che lega due persone.</div>
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Questo romanzo è la storia di Aldo e Vanda, dei loro due figli, e del loro matrimonio vivisezionato pezzo dopo pezzo. </div>
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Un'analisi intima, che porta Aldo a interrogarsi su tutte le sfaccettature del matrimonio, dell'amore dopo il matrimonio, dell'amore<i> oltre</i> al matrimonio. Le domande che si pone sono tante e le risposte non altrettante.</div>
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Perché darsi delle risposte a volte fa male, a volte darsi delle risposte porta solo a farsi altre domande.</div>
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Cosa lasciamo quando lasciamo una persona? Cosa accade quando il laccio, quel filo invisibile che lega due persone si sgretola come creta al sole? Lasciamo sicurezze, la famiglia, i figli, lasciamo la zona sicura per buttarci verso qualcosa (o qualcuno) completamente diverso. Meglio? Peggio? Non lo possiamo sapere. </div>
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Aldo e Vanda sono due facce della stessa medaglia. Insieme e separati. </div>
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Aldo si interroga, prova ad andare più in profondità, a chiedersi perché? Perché passiamo la vita a sentirci a pezzi e a provare a ricostruirci? Vanda nella sua disperazione folle quei pezzi li vede e prova in tutti i modi a tenerli uniti, pensando ai figli, seguendo la gretta morale che le è consona. </div>
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Ripercorrendo le elucubrazioni mentali delle tre voci (Aldo, Vanda, la figlia Anna), seguendo il filo dei loro pensieri si ha come una mappa interiore dell'essere umano. Perché sono realisti, sono umani nella loro forma più spoglia e cruda che ci sia. E la verità che ne emerge è la stessa che noi tutti tentiamo di nascondere, di camuffare, di negare a noi stessi. L'uomo è un animale egoista. Domenico Starnone ce lo dice chiaro e tondo, ce lo mostra attraverso i pensieri intricati, attraverso le azioni conscie e inconscie.</div>
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"Non si era innamorata di me ma degli effetti del suo calore sulla mia stessa persona" </div>
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Fino a che punto siamo egoisti? Fino a che punto siamo disposti a sacrificare la nostra libertà? </div>
<div>
Aldo è egoista nell'innamoramento, nel pretendere una libertà che forse non gli appartiene (o quantomeno non come vorrebbe).</div>
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Vanda è egoista nel volere suo marito accanto, non tanto per amore, quanto per dignità. Perché da sola non riesce a tirare avanti la baracca. Non vuole quell'uomo, Aldo, vuole un uomo.</div>
<div>
Starnone ha una prosa scorrevole ,arguta, sagace. Divide l'opera in tre parti, una messa in scena tragicomica sul matrimonio in tre atti. Ti trascina nel vortice di riflessioni e ti porta a pensare che certe volte i lacci uniscono, intrecciano le cose quanto le persone, ma forse, se si stringe troppo, si finisce per soffocare. </div>
<div>
<br /></div>
<blockquote class="tr_bq">
Gli unici lacci che per i nostri genitori hanno contato qualcosa sono quelli con cui si sono torturati reciprocamente per tutta la vita. </blockquote>
Violahttp://www.blogger.com/profile/11573134882296016341noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-4545482310971474178.post-16707116394555819822016-11-27T09:46:00.004-08:002022-05-18T02:10:38.893-07:00Ti racconto | Rumore Bianco di Don DeLillo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhdv21Maw0MuH2ZrI7gkFhKB57hsbZpBdBa9Os-AXTBSPOlLiKlh7JsckdnLnKqVVEyfRqGYoBnh701kgESub8iSiRzGnfMnSeezwVVgX_JRHrAtXO50VW1AsNjb09nJcNieyxpSChTTY/s1600/images.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhdv21Maw0MuH2ZrI7gkFhKB57hsbZpBdBa9Os-AXTBSPOlLiKlh7JsckdnLnKqVVEyfRqGYoBnh701kgESub8iSiRzGnfMnSeezwVVgX_JRHrAtXO50VW1AsNjb09nJcNieyxpSChTTY/s320/images.jpeg" width="196"></a></div>
<div align="center">
<div style="-moz-border-radius: 10px; -webkit-border-radius: 10px; background-color: lavenderblush; border: 5px solid #ff1c1c; color: #333333; font-family: "verdana"; font-size: 14px; line-height: 90%; padding: 5px; width: 600px;">
<br>
Autore: Don DeLillo<br>
Titolo: Rumore Bianco<br>
Editore: Einaudi<br>
Traduzione di Mario Biondi<br>
<br></div>
</div>
<br>
Storie di fatti soprannaturali ed extraterrestri. Vitamine miracolose, le cure per il cancro, i rimedi per l'obesità. Il culto delle star e dei morti.<br>
<br>
E' un libro difficile, complicato ma soprattutto denso.<br>
Di cosa parla Rumore Bianco?<br>
De Lillo apre uno squarcio sulla società americana partendo da una famiglia normale, o quantomeno normale come lo possono essere tante. Jack, Babette, qualche ex moglie di Jack, figli avuti da diverse moglie, figli sparsi per il mondo. Una famiglia allargata decisamente americana. Non solo ce la racconta, ma la critica. <br>
Questo libro è un'aperta e deliberata critica alla società americana. Il culto delle star, le televendite di medicine miracolose, l'obesità, il consumismo, tutto filtrato attraverso un occhio critico, uno sguardo puntato sulla lavatrice sempre in movimento, sulla quantità di cibo, cereali e yogurt destinati al compattatore. Persone che vagano nei supermercati come in trance. Elogio allo spreco.
Ma non solo. De Lillo fa di più, va oltre. Questo paraocchi costruito sul consumismo, sullo spreco altro non è che un palliativo, un giochetto mentale che ci creiamo da soli per non pensare. Per non toccare quella corda, quel tasto dolente insito in ognuno di noi. La morte. Una morsa allo stomaco. Memento mori. Ricordati che devi morire. E DeLillo, stiamo tranquilli, ce lo ricorda. Il pensiero della morte è un piccolissimo insetto che ti si insinua sotto pelle e piano piano cresce. Non lo vedi, non è tangibile ma sai che c'è e ti ricorda costantemente che è tutto effimero, tutto sfugge al controllo, alla volontà.<br>
La morte è sorda eppure fa rumore. Un ronzio, un suono perpetuo. Bianco. White noise. Non si tratta della morte come fatto in sé, come crudo e naturale percorso della vita, come un ciclo che ha un inizio e inevitabilmente una fine. La paura della morte, questo è il fulcro.<br>
Il pensiero costante che prima o poi devi morire.<br>
Mi è tornato in mente quel detto latino 'Hodie mihi, cras tibi'. Letteralmente significa 'oggi a me domani a te'. In senso lato è applicabile per persone che dovranno passare per le stesse difficoltà nelle quali qualcuno attualmente si trova. In questo, caso nelle specifico, nello stato di paura costante. Una paura generale, così intensa da sembrare irrazionale. La paura di morire prima del partner, la paura di rimanere solo a vivere nel pensiero della morte.<br>
<br>
<blockquote>
-E se la morte non fosse altro che suono?<br>
-Rumore elettrico<br>
-Lo si sente per sempre. Suono ovunque. Che cosa tremenda!<br>
-Uniforme, bianco.</blockquote>
<br>
L'uomo è un animale egoista e in punto di morte ancora di più. Si muore soli, nel modo più naturale e egoista possibile, con la nostra sofferenza, i nostri pensieri magari persino con i nostri rimorsi o i nostri rimpianti. Non c'è niente che ci può salvare, non c'è scienza che tenga con qualche teoria strampalata e all'avanguardia, non ci sono pillole miracolose o superstar immortali. Siamo tutti uguali di fronte alla morte, nudi spogli egoisti e soli. <br>
<div>
<br></div>
Violahttp://www.blogger.com/profile/11573134882296016341noreply@blogger.com12tag:blogger.com,1999:blog-4545482310971474178.post-11904984814767829742016-11-14T08:58:00.001-08:002022-05-18T02:10:56.583-07:00Wrap up: october | Le cose di ottobre<div style="text-align: justify’;">
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVGgwPCllyY9ANN6lZSKUlJ9s96P9GyKNqu7ebBKX8HkPJXFhuOA1Xdk7_p33H0kNOAl5NJDHDwV-62c_bwBhov-RRyUbH3Q9v7tTuXvZ1nepiOHPZWdTPIMu4KFNSQuHQAFTH0_nJFXQ/s1600/Home1.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVGgwPCllyY9ANN6lZSKUlJ9s96P9GyKNqu7ebBKX8HkPJXFhuOA1Xdk7_p33H0kNOAl5NJDHDwV-62c_bwBhov-RRyUbH3Q9v7tTuXvZ1nepiOHPZWdTPIMu4KFNSQuHQAFTH0_nJFXQ/s1600/Home1.png" title="" /></a></div>
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<b>1984- George Orwell</b></div>
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<div style="text-align: justify;">
Ebbene sì, non avevo ancora letto questo libro. Conoscevo sì la trama, l'avevo studiato a scuola e tutto un po' ma per qualche motivo non l'avevo mai letto integralmente. Non mi dilungherò troppo sulla trama, penso che più o meno tutti la conoscano anche solo per sentito dire. Questo romanzo è stato pubblicato nel 1949 ed è ambientato in un futuro ipotetico, appunto nel 1984. Quest'opera viene considerata come uno dei primi grandi esempi di letteratura distopica (se vi interessa sapere qualcosa in più su questo genere vi rimando a un articolo che scrissi tempo fa per <a href="http://il-trafiletto.blogspot.it/2014/03/alla-riscoperta-della-distopia.html">questo</a> sito). La storia è un'utopia negativa, descrive cioè un ipotetico futuro in cui il mondo è retto da un regime totalitario a cui non si oppone nessun partito e al cui vertice è posto il Grande Fratello, figura dotata di grande carisma ma che nessuno ha mai visto. Gli abitanti sono sorvegliati da telecamere, strumenti con cui il potere diffonde la propria propaganda e monitora costantemente l'attività dei cittadini. Il nostro protagonista è Winston Smith, funzionaro di basso rango che, proprio grazie al lavoro che svolge, sembra accorgersi della mistificazione a cui tutti sono sottoposti. Si potrebbe parlare per ore di quest'opera. Sicuramente si tratta di un romanzo estremamente all'avanguardia per così dire, soprattutto tenendo sempre ben presente che è stato scritto nel 1949 e nonostante ciò risulta assolutamente attuale e applicabile ai giorni nostri. Questo credo sia il merito più grande da attribuire a Geroge Orwell, l'aver creato un futuro prossimo che, seppur ipotetico, appare oggi così estramamente reale e tangibile. I temi affrontati dalla narrazione sono molteplici e tutti riescono in qualche modo a toccare il lettore nel profondo: il libero arbitrio, l'oppressione del pensiero individuale a favore dell'omologazione, la coercizione, la violenza, la paura e la costante osservazione per abbattere ad ogni costo il pensiero individuale.</div>
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La cosa sorprendente è che questo libro mi è piaciuto molto più di quanto pensassi. A conti fatti direi che si tratta di un'opera di grande impatto e questo credo sia un po' l'intenzione primaria, creare qualcosa che scuota il grigiore, la piattezza, che in qualche modo susciti un'emozione o una reazione. E di sicuro c'è riuscito. </div>
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Falla Breve: </div>
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Mi è piaciuto? Sì
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Ma proprio tanto? Sì</div>
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Leggilo subito
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjA1IK-KqOlJB8rnYxPe0vncSgYtMJRWs8ToIlZLLPsJtbFaJ4HIULo4Hb8mRKA4NMlvIRD_5RJPq29IV31ToqjZwJSgJ8zMuvxb7pilN0Fwyg4scfzA67s1_rcUggsr7tqnpAdiJhqlA4/s1600/cartoline-dalla-terra-di-nessuno1-250x355.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjA1IK-KqOlJB8rnYxPe0vncSgYtMJRWs8ToIlZLLPsJtbFaJ4HIULo4Hb8mRKA4NMlvIRD_5RJPq29IV31ToqjZwJSgJ8zMuvxb7pilN0Fwyg4scfzA67s1_rcUggsr7tqnpAdiJhqlA4/s200/cartoline-dalla-terra-di-nessuno1-250x355.jpg" width="140" /></a></div>
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<span style="font-weight: bold;"><br /></span></div>
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<b>Cartoline dalla terra di nessuno - Aidan Chambers</b></div>
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Questo è il primo libro di Aidan Chambers che leggo, autore piuttosto conosciuto nell'ambito della letteratura per ragazzi. Il protagonista della storia è Jacob, adolescente inglese che parte per una vacanza ad Amsterdam alla scoperta della verità sul passato di suo nonno. All'inizio tutto sembra difficile e complicato ma poi grazie a nuovi amici riuscirà non solo a scoprire cose nuove su suo nonno e sulla sua famiglia, ma anche a crescere e prendere coscienza delle sue responsabilità. Allora diciamo che questo romanzo non mi ha fatto gridare al miracolo, però è uno di quei libri che, una volta finito, ti lasciano il sorriso sulle labbra. E' una bella storia, semplice ma allo stesso tempo non banale, profonda. Si tratta di un romanzo di formazione in cui la consapevolezza di sé e delle proprie radici gioca un ruolo fondamentale, perché è importante conoscere da dove vieni prima di capire dove vai. </div>
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Falla breve:</div>
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Mi è piaciuto? Sì</div>
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Ma proprio tanto? No</div>
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Ma sì, leggilo</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAPTvDc12zqtjGfbC00i3gYfa25WYjwPxdFSUea1wj5DXzIwFRSf9uKnrBsdSFHioSVpnBF4T5-zAveFly_gZxGOrzMf1JHjLCBMOChxOH6NmzA3SnnMFTsc8YB5wWGw8zThH60qMqd0g/s1600/10248_Iquasiadatti_1321987868.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAPTvDc12zqtjGfbC00i3gYfa25WYjwPxdFSUea1wj5DXzIwFRSf9uKnrBsdSFHioSVpnBF4T5-zAveFly_gZxGOrzMf1JHjLCBMOChxOH6NmzA3SnnMFTsc8YB5wWGw8zThH60qMqd0g/s200/10248_Iquasiadatti_1321987868.jpg" width="128" /></a></div>
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<b>I quasi adatti - Peter Hoeg</b></div>
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<div style="text-align: justify;">
A discapito del nome del mio blog che potrebbe suggerire il contrario io questo libro non lo conoscevo assolutamente. Conoscevo invece l'autore, forse più celebre per Il senso di Smilla per la neve che effettivamente iniziai anni e anni fa ma che abbandonai perché è un libro un po' ostico e quello non era il momento. </div>
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<div style="text-align: justify;">
Questo libro parla dei quasi adatti, cioè di quei bambini non completamente adeguati per un sistema scolastico tradizionale e che cercano, attraverso il piano di recupero messo in atto per loro, di integrarsi alla società. La cosa più importante in questo libro non è la trama in sé, ma piuttosto le riflessioni che ne scaturiscono, le immagini, i pensieri, l'atmosfera. Attraverso i ricordi di Peter - il nome del protagonista non è a caso, questo romanzo è in parte autobiografico il che lo rende ancora più intenso- riviviamo i soprusi e le ingiustizie a cui sono costretti questi cosiddetti outsider. Peter Hoed ha uno stile tutto suo, è complesso entrare nel suo schema mentale. Le sue parole suonano analitiche, vivisezionano la realtà in modo quasi scientifico, talmente tanto da sembrare quasi impersonali. Eppure, non so come ci riesce, allo stesso tempo riesce a creare un'atmosfera intima, privata in cui tutti i sentimenti, le emozioni ee le sensazioni vengono sviscerate in tutte le loro sfumature e riflessioni sullo scorrere del tempo, sulla vita e sulla morte vengono a galla come nodi di un pettine da districare. Siamo di fronte a un testo complesso, un po' aggrovigliato, quasi ostico per il modo in cui riesce a far emergere emozioni contrastanti, senso di straniamento da una parte, orgoglio di sentirsi un quasi adatto dall'altra. </div>
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Falla breve:</div>
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Mi è piaciuto? Sì</div>
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Ma proprio tanto? Sì</div>
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Leggilo presto</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgC-PD-Bfj-93pwtIwrGW8EJiWZ4LksJWfQUuyWFbrel1shjC566eqBeyoOLf2xpz99JMPa3XiQ9BMXNDa_qrKGo0-BS2JQzHnNQc-WLbMeKZnIf7BdJMckppfjduK7UD_0Gfr6uw0hKxI/s1600/9788806201753_0_0_300_80.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgC-PD-Bfj-93pwtIwrGW8EJiWZ4LksJWfQUuyWFbrel1shjC566eqBeyoOLf2xpz99JMPa3XiQ9BMXNDa_qrKGo0-BS2JQzHnNQc-WLbMeKZnIf7BdJMckppfjduK7UD_0Gfr6uw0hKxI/s200/9788806201753_0_0_300_80.jpg" width="122" /></a></div>
<div>
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<b>Franny e Zooey - J.D Salinger</b></div>
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<div style="text-align: justify;">
Non so proprio come mai non lo avessi ancora letto. Allora, partiamo dal presupposto che è molto difficile riuscire a tirare le fila di questo libro, perché non solo è bellissimo ma è diventato uno dei miei libri preferiti in assoluto. Questo è il primo romanzo in cui incontriamo la famiglia Glass, Franny e Zoeey sono i due figli minori. Ecco, non è che ci sia molto da dire sulla trama in sé. Sono due racconti lunghi che si snodano a partire dai due personaggi, Franny e Zooey, che finiscono per inglobare la storia di tutta la famiglia Glass. </div>
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<div style="text-align: justify;">
C'è qualcosa nel modo di scrivere di Salinger che non lo so, spesso mi fa dubitare che apparteniamo effettivamente alla stessa specie. Rileggere Salinger è come incontrare di nuovo un vecchio amico a cui sei veramente legato, ti sembra di ritrovare ogni volta un pezzetto di te. Tra l'altro è anche uno dei pochi autori ad avere uno stile inconfondibile, lo riconosceresti tra mille. </div>
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<div style="text-align: justify;">
Falla breve: Botta e risposta e tante sigarette</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Mi è piaciuto? Sì</div>
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Ma proprio tanto? Sì</div>
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<div style="text-align: justify;">
Leggilo subito</div>
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<br /></div>
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<b>Il libro di Charlotte - R.J Palacio</b></div>
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<div style="text-align: justify;">
Quarto ed ultimo volume della saga di Wonder. </div>
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<div style="text-align: justify;">
Ok, piccola parentesi per chi non abbia idea di cosa stia parlando. In breve-brevissimo Wonder è la storia di August Pullman, ragazzino affetto da una deformazione craniofacciale, che si trova ad affrontare per la prima volta il mond</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuIW8zyBz9dEGc_R0mfSamwIyBb0uvSWSpLMM-UjKEJAMEpLrJV0-1qE1a9e-j7xQZRz6E-mDm1Yqmtc-HsQZN4hYQ4G3Ie_J2sCz0qrE6SYotcvOwGqnvkC0dXFuPYnW43j0O25Xs81M/s1600/download+%25281%2529.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: justify;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiuIW8zyBz9dEGc_R0mfSamwIyBb0uvSWSpLMM-UjKEJAMEpLrJV0-1qE1a9e-j7xQZRz6E-mDm1Yqmtc-HsQZN4hYQ4G3Ie_J2sCz0qrE6SYotcvOwGqnvkC0dXFuPYnW43j0O25Xs81M/s200/download+%25281%2529.png" width="131" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
o della scuola entrando alle medie. Da questo primo romanzo sono stati tratti tre spin-off, in pratica si tratta sempre delle vicende legate ad August ma raccontate dal punto di vista di altri personaggi. Chiusa piccola parentesi. In questo ultimo volume viene raccontata la storia dal punto di vista di Charlotte, una delle ragazze a cui era stato chiesto dal preside, il Signor Kiap, di aiutare August ad integrarsi nel difficile (e nuovo) mondo della scuola media. Io sono una vera e propria fan di Wonder, anche se il target di riferimento è ben al di sotto dei miei anni effettivi (vecchia? Qualcuno ha detto che sono troppo vecchia?). Nonostante sia una storia - una bella storia - ideata per un pubblico di giovani, credo sia assolutamente godibile per qualsiasi lettore. Anzi, credo che dovrebbe essere letta da quanti più adulti possibile. Ecco, questo ultimo capitolo della serie è quello che mi è piaciuto meno tra tutti. Sia perché è evidentemente più infantile rispetto agli altri, in questo caso il target di riferimento è quello dei ragazzini e si nota, diciamo. La storia si discosta troppo dalle vicende di August, è vero che ogni personaggio ha la sua storia a parte, ma questo mi è parso troppo distaccato e incentrato su tutt'altre faccende. Non mi è dispiaciuto del tutto, sia chiaro, è pur sempre una bella storia sulla gentilezza,che non fa mai male. (E poi c'è sempre il Preside Kiap, lo adoro. )</div>
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<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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Falla breve:</div>
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Mi è piaciuto? Sì</div>
</div>
<div>
<div style="text-align: justify;">
Ma proprio tanto? No</div>
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<div style="text-align: justify;">
Leggilo se ti capita</div>
</div>
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<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjaykLBGHNSSvTkgODW7ldUm36Y3vqh104blIZeEhx7H0yzY9jo30PXrp2pg64o4bsbP3kMKbQZscPAaxqF2IrNB6tiG8s5mhmLovMtm2KHsQjyGvNslS_XraKZZegUpGDJhluluvu4eio/s1600/download.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjaykLBGHNSSvTkgODW7ldUm36Y3vqh104blIZeEhx7H0yzY9jo30PXrp2pg64o4bsbP3kMKbQZscPAaxqF2IrNB6tiG8s5mhmLovMtm2KHsQjyGvNslS_XraKZZegUpGDJhluluvu4eio/s200/download.jpeg" width="126" /></a></div>
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<b>Abbiamo sempre vissuto nel castello - Shirley Jackson</b></div>
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Ottobre=Halloween=paura. Non sono un'amante di thriller, gialli,horror e quant'altro. Con Shirley Jackson ho trovato il compromesso perfetto. Mary Katherine ha diciotto anni e ci racconta della grande casa in cui vive con sua sorella Constance e il loro zio invalido Julian. Vivono recluse in una idilliaca felicità, fatta di piccoli riti quotidiani in cui non ci sarebbe nulla di male, se non fosse che tutti gli altri membri della famiglia sono morti avvelenati sei anni prima, proprio al tavolo della sala da pranzo di quella casa. L'arrivo di un estraneo, loro cugino Charles, turberà la loro quieta routine e la storia prenderà una piega grottesca e decisamente misteriosa. </div>
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Shirley Jackson ha l'incredibile capacità di creare una storia intrisa di mistero, dalle atmosfere conturbanti e soprattutto disturbanti, senza alzare la voce. Non ha bisogno di spiattellarti davanti cadaveri o scene splatter con spargimenti di sangue. No, riesce a catapultarti addosso tutta la bizzarria e il grottesco senza farti mai realmente capire che sei dentro a qualcosa di assolutamente strano e indecifrabile. </div>
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Falla breve:</div>
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Mi è piaciuto? Sì</div>
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Ma proprio tanto? Sì</div>
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Leggilo subito</div>
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<b>Un polpo alla gola - Zerocalcare</b></div>
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Recuperone di Zercocalcare. Devo dire qualcosa? Zerocalcare se ama. Recuperare subito.</div>
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Falla breve:</div>
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Mi è piaciuto? Sì</div>
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Ma proprio tanto? Sì</div>
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Leggilo subito</div>
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<b>L'una e l'altra - Ali Smith</b></div>
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Ne ho parlato abbondantemente <a href="http://laquasiadatta.blogspot.it/2016/10/ti-racconto-luna-e-laltra-di-ali-smith.html">qui</a>.</div>
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<a href="http://www.edizionisur.it/sotto-il-vulcano/20-09-2016/luna-e-laltra-federica-aceto-intervista-ali-smith/">Qui</a> invece potete trovare un'intervista fatta da Federica Aceto all'autrice, nel caso voleste saperne di più.</div>
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Falla breve:</div>
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Mi è piaciuto? Sì</div>
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Ma proprio tanto? Sì</div>
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Leggilo presto</div>
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Violahttp://www.blogger.com/profile/11573134882296016341noreply@blogger.com4