Ti racconto | Le ragazze di Emma Cline


Titolo: Le ragazze
Autore: Emma Cline
Casa Editrice: Einaudi
Traduzione: Martina Testa
pp. 344
€ 18,00



Io sono un po' come San Tommaso, quello che non ci crede finché non ci sbatte il naso (che poi vabbè, povero San Tommaso...). In pratica più un libro fa notizia o si parla di caso editoriale più io mi tengo lontana. E' più forte di me, tendo a fuggire di fronte a tutti quei libri (bestseller? mah) a cui appiccicano una roboante fascetta piena di false speranze.  Eppure ecco che ogni tanto ci sono questi romanzi che mi fanno ricredere e mi sorprendono, piacevolmente. Le ragazze, romanzo d'esordio della giovanissima autrice statunitense Emma Cline, ha spopolato in America e non solo. Ha fatto così tanto parlar di sé per diversi motivi. Uno dei motivi sicuramente è da attribuire alla scelta di ispirarsi a un tragico fatto di cronaca che suscitò scalpore in America. Un terribile pluri-omicidio in cui perse la vita Sharon Tate, moglie del famoso regista Roman Polanski.
Evie Boyd è una ragazzina di quattordici anni e sta affrontando uno dei mostri contro cui è più difficile combattere: l'adolescenza.  E' una ragazzina normale, annoiata, anonima. Un giorno al parco viene attratta dalla visione delle ragazze che si aggirano 'fluide, incuranti come squali che tagliano l’acqua'. In particolare Evie è stregata da Suzanne, così atipica, così bella.  E basta un attimo. In un attimo la sua vita viene stravolta, risucchiata in un vortice senza controllo.
E' vero che questo è un romanzo sull'adolescenza e lo è in senso molto ampio eppure molto personale.
Emma Cline viviseziona ogni emozione, ogni sensazione e la distrugge fino a rendere tutto apatico, senza senso. Adolescenza è sinonimo di accettazione. Gli adolescenti devono sentirsi accettati, ne hanno bisogno è una necessità fisiologica. La convinzione alla base è riporre tutte le aspettative, le ansie e le angosce nell'attesa di essere accettati dagli altri, da qualcuno. Dimenticando che i primi da fronteggiare siamo noi stessi. Non puoi essere accettato dagli altri se prima non impari ad accettarti con te stesso. Ad amare quello che sei. Ma questi ovviamente sono ragionamenti a posteriori, campati lì da qualcuno che l'adolescenza l'ha ampiamente superata.
Il problema infatti sorge quando ci sei dentro, fino al collo. Quando hai 15 anni e l'unica cosa che vuoi è far parte di qualcosa, di un qualcosa che sia qualsiasi cosa. Essere come loro. Essere notata. Essere apprezzata. Essere amata.
Evie ha bisogno di sentirsi parte di un qualcosa che a tutti gli effetti è un qualcosa molto più grande di lei. Spinta da un'attrazione magnetica, quasi accecante, quasi più forte del pericolo che sa nascondersi sotto. Evie non è inconsapevole, non è una ragazzina stupida ignara del rischio a cui sta andando incontro. Ma l'attrazione verso le ragazze, verso questo piccolo universo che sembra accettarla, è più forte. E' un legame più indissolubile. 
E' una lotta continua, tutta al femminile. Perché, come l'autrice tende a sottolineare, sono proprio le ragazze le vittime su cui l'adolescenza scaglia la sua ira più violenta. Le ragazze si devono focalizzare anche su un pensiero  laterale: come apparire agli occhi degli uomini, dei maschi. Gli atteggiamenti, l'abbigliamento, il tono della voce e il linguaggio del corpo.
Emma Cline è bravissima a sviscerare il flusso di coscienza di un'adolescente e lo sa fare anche bene. Ha creato il perfetto romanzo sull'adolescenza e più in generale sul bisogno di sentirsi accettati, sia dagli altri che da se stessi. Un'estenuante ricerca del sè, di un'individualità sconosciuta. 
Una scrittura acuta, sagace, irriverente. A tratti forse l'ho trovata un po' artefatta, costruita ma devo dire che è uno stile che non mi dispiace nemmeno troppo. Mi ha ricordato vagamente le atmosfere malinconiche del mondo femminile alla Sofia Coppola.
Una California dissacrante, senza pietà.

Commenti

  1. Sono come te, anche io rifuggo i casi editoriali, salvo rare eccezioni in cui è il libro in sé ad attrarmi, a prescindere dalle chiacchiere che se ne fanno intorno (è stato così per "La morte del padre" qualche anno fa e per la saga dei Cazalet più di recente). Per quanto riguarda il libro della Cline mi incuriosisce, a maggior ragione quando ne sento parlare così bene. Mi è piaciuta la tua recensione, perché hai posto accenti su contenuti che molti altri, parlando del libro, hanno lasciato in secondo piano, come il tema dell'accettazione. Ho ancora troppo altro che attende di esser letto al momento, ma penso che prima o poi mi cimenterò anche io con "Le ragazze".

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    1. Per essere un romanzo d'esordio di una scrittrice giovanissima credo sia veramente ben strutturato e che offra degli ottimi spunti di riflessione :)

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  2. Anch'io mi tengo lontana dal clamore del caso editoriale. Spesso lo faccio per non alimentare aspettative che mi farebbero detestare un libro seppur buono. Questo della Cline è in lista e ci resterà fino a che smetteranno di parlarne, ma direi che è nelle mie corde ché la criminologia è una delle mie passioni.
    Ti saprò dire :)

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    1. Sì infatti è veramente difficile che scelga un caso editoriale, stavolta mi è andata bene e, nonostante non sia un romanzo perfetto, mi sento di consigliarlo :)

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  3. Ciao Viola! Ah l'adolescenza, che periodo terribile, almeno per me. Ma col senno di poi mi chiedo il perché di certi miei pensieri, ragionamenti e comportamenti.
    Le ragazze non è il mio genere di lettura, ma potrebbe essere comunque interessante rivivere un viaggio nell'adolescenza con la sua protagonista. Ci farò un pensierino :)
    Comunque brava, bella recensione, dettagliata e curata!
    Buona serata!

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    1. Sì senz'altro è una lettura piuttosto intensa, può piacere o non piacere :)
      Grazie e buona serata a te :)

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  4. bomba. sono d'accordo su quello che dici sulla scrittura. diciamo che sa di essere molto brava e non fa nulla per nasconderlo!
    anch'io appena ho letto quel 'fluide, incuranti come squali che tagliano l’acqua' nel primo capitolo sono rimasto appiccicato fino alla fine.
    se ti può interessare ne ho scritto un pochino qui
    http://www.indiedischi.it/2017/04/le-ragazze-e-charles-manson-di-paolo.html

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